L’anno della consacrazione per Jannik Sinner

Il 2023 ha portato alla ribalta internazionale un giovane atleta italiano che sta tenendo incollati alla tv milioni di persone, in un Paese dove il calcio la fa da padrone per quanto riguarda visibilità e copertura mediatica. Jannik Sinner infatti, con i suoi colpi ha catturato così tanto l’attenzione che addirittura un gruppo di tifosi, con costumi folkoristici da carote giganti (i cosiddetti “carota boys”) lo stanno seguendo ovunque pur di supportarlo durante le partite.

Del resto è difficile non farsi trasportare dall’entusiasmo di fronte a certi numeri ottenuti quest’anno: primo Masters 1000, numero 4 al mondo, record di 61 vittorie su 76 partite, con i successi maturati contro tutti i migliori giocatori del circuito (Djokovic, Alcaraz, Medvedev, Rune), ed infine la storica finale alle ATP Finals di Torino lo scorso 19 novembre.

Percorrendo in ordine cronologico la stagione tennistica di Jannik, la sua crescita è evidente. All’inizio della stagione è arrivato agli ottavi dell’Australian Open, uscendo contro Stefanos Tsitsipas, tennista greco attuale numero 6. Il suo primo titolo in stagione arriva a febbraio: a Montpellier Sinner conquista il settimo titolo internazionale e qualche settimana dopo, nell’ATP 500 di Rotterdam, arriva in finale ma perde in tre set contro Daniil Medvedev (numero 3 al mondo). All’inizio della primavera, Jannik (e con lui il grande pubblico) ha la consapevolezza di avere tutte le carte in regola per arrivare in fondo ad un torneo ATP 1000, e la stagione americana conferma questa sicurezza: A Indian Wells (California) è il primo italiano della storia ad arrivare in semifinale, sconfitto dal giovane spagnolo Carlos Alcaraz.

A Miami, Jannik arriva alla partita della domenica – la finale singolare – dopo aver battuto in semifinale proprio lo spagnolo (6-7, 6-4, 6-2) prendendosi immediatamente una rivincita. In finale si scontra contro il muro Medvedev, ma l’obiettivo di alzare un trofeo di un torneo principale ATP non è lontano.

La stagione della terra rossa ad inizio maggio lo vedere protagonista a Montecarlo (dove parte da numero 8 al mondo, record sino ad allora), e le premesse per arrivare in fondo anche qui ci sono tutte: in tabellone supera grandi nomi come Schwartzman, Hurkacz e Musetti, un altro giovane italiano che sta crescendo torneo dopo torneo. Anche sulla terra rossa del principato il suo cammino termina in semifinale: dopo aver dominato il primo set contro Holger Rune, giovane astro nascente del tennis danese, cede al terzo set dopo una lunga interruzione per pioggia. Agli Internazionali di Roma l’attesa era forte, ma una deludente prestazione agli ottavi contro l’argentino Cerundolo non gli permette di vivere le emozioni di un foro italico che sarebbe stato in fermento per il ragazzo di San Candido in un’eventuale finale. Il Roland Garros chiude la stagione sulla terra e con questa arriva la delusione dell’anno, l’eliminazione al secondo turno. Ma già a luglio, sui prati di Wimbledon, la stagione di Jannik cambia direzione e arriva la storica semifinale densa di numeri importanti: diventa il decimo italiano all-time in una semifinale Slam e il più giovane ad essere mai arrivato così avanti in un major. L’accoppiamento in tabellone gli presenta Djokovic, anche lui a caccia di continui record, e la partita si conclude con una sconfitta in 3 set.

Ma il traguardo di un grande torneo è solo rimandato, e l’appuntamento per alzare la coppa è arrivato ad Agosto sul campo veloce di Toronto: prima della finale vince contro Berrettini, Gael Monfils, Tommy Paul e Alex De Minaur in finale. E’ il secondo italiano a vincere un Masters 1000 dopo il successo di Fognini a Monte Carlo nel 2019.

Il tennis fatto vedere da Jannik continua a crescere di livello, e a Pechino nel China Open ad inizio ottobre conferma e migliora ancora una volta il suo ranking. In semifinale batte ancora una volta Alcaraz (l’unico ad aver battuto lo spagnolo per 4 volte), ed in finale batte per la prima volta Medvedev in due set (7-6, 7-6).

Il 19 novembre il picco della stagione: tutta Italia ha ammirato il gioco proposto a Torino nelle Nitto ATP Finals (torneo che raggruppa i migliori 8 classificati del ranking). I tecnici di Sinner, Darren Cahill e Simone Vagnozzi (nominati tra i migliori allenatori del circuito nel 2023), hanno guidato l’atleta azzurro sino alla finale, persa con l’infinito Djokovic.

Ma il vero traguardo da incorniciare per l’altoatesino e per l’Italia è la Coppa Davis: il 26 novembre dopo 47 anni l’ambita “insalatiera” del tennis torna finalmente in Italia grazie a due grandi prestazioni nel signolo. Infatti, nelle Finals di Malaga contro l’Australia, Arnaldi (numero 41 al mondo) vince il primo singolare contro Popyrin (numero 40) spuntandola al terzo set dopo un combattutissimo match (7-5 2-6 6-4). Dopo il terreno preparato nel primo singolare, a Jannik non rimane che essere concentrato sotto , contro il difensivista Alex de Minaur, numero 12. Un servizio divenuto ormai imprendibile, dritto e rovescio sempre molto solidi, ed una solidità mentale da veterano, Sinner chiude i giochi in un’ora e 21 minuti, con un netto 6-3, 6-0.

Tutti gli appassionati di tennis si augurano che i grandi miglioramenti ed la grande dedizione al lavoro mostrata da Jannik possa rappresentare un punto di partenza per un grande 2024, e non solo un punto di arrivo.

Articolo pubblicato su Il Quotidiano del Sud – L’Altravoce dei ventenni