Un’altra bella estate per il tennis italiano

Reduci dalle delusioni della seconda mancata qualificazione alla Coppa del Mondo di calcio, la nuova generazione di un’altra Italia sportiva sta vivendo un momento d’oro, come mai accaduto negli ultimi decenni. Sono infatti le giovani e i giovani tennisti italiani a dare lustro ai nostri colori sui campi più blasonati del circuito professionistico internazionale.

Tutti ricordiamo il grande exploit di Matteo Berrettini dello scorso anno nel più prestigioso torneo del mondo, Wimbledon. Il tennista romano arrivò a giocare la finale dinnanzi al pubblico di Church Road – famiglia reale inclusa – arrendendosi solo dopo tre ore di gioco al campione Novak Djokovic. Grazie a quel risultato è l’unico italiano della storia ad aver calcato il prato del Central Court per giocarsi la finalissima.

Qualche settimana prima, sempre sull’erba londinese, questa volta quella dello storico Queen’s Club (fondato nel 1886 e nominato così in onore della Regina Vittoria), Berrettini si proclamò vincitore imponendosi a uno degli idoli di casa, Cameron Norrie, attualmente numero 11 al mondo. In genere questo torneo rappresenta la prova generale prima del grande ballo dello Slam che si disputa a sud del Tamigi, e l’edizione 2021 ha rispettato questa regola.

L’estate tennistica 2022 del giovane romano è partita alla grande, e a giugno ha subito dimostrato di essere in ottima forma sulla superficie dove ha trovato più conferme. Infatti, sull’erba di Stoccarda è riuscito a bissare il successo del 2019: dopo due ore e quaranta ha battuto in finale l’esperto tennista britannico Andy Murray, ponendo così le basi per un climax verso Wimbledon in programma a luglio.

Le aspettative erano altissime, ulteriormente rafforzate dalla vittoria al Queen’s nell’edizione 2022, dove ha superato finale il serbo Krajinović per un punteggio di due set a zero. Grazie a questi due successi sui prati di West Kensington, è l’unico tennista ad essere salito sul gradino più alto del podio del torneo per due edizioni consecutive.

Le premesse dunque per ripetere anche quest’anno un Grande Slam da protagonista c’erano tutte, purtroppo stroncate dalla positività al Covid che lo ha costretto a un ritiro forzato.

Un’altra stella del tennis maschile, il ventenne trentino Jannik Sinner, attualmente numero 10 al mondo, ha cercato di non far rimpiangere l’assenza del suo collega romano proprio a Wimbledon. Un tabellone non proprio favorevolissimo lo ha messo già a dura prova agli ottavi, dove si è dovuto misurare con successo contro Carlos Alcaraz, diciannovenne astro nascente spagnolo e attuale numero 4 al mondo. Al quarto di finale ha trovato ad aspettarlo Novak Djokovic. Al campione serbo, proclamatosi poi vincitore del torneo, ci sono volute tre ore e mezza di gioco e cinque set di un tennis ad altissimi livelli e per avere ragione sul ragazzo trentino. Resta l’amaro in bocca per una semifinale sfumata, considerato che Sinner stava conducendo per due set a zero prima di subire la rimonta di Djokovic.

I progressi fatti dal ventenne, anche grazie al cambio di guida tecnica, si sono poi concretizzati qualche settimana dopo: il 31 luglio sulla terra rossa di Umago (Croazia) è arrivato il primo titolo della stagione per Sinner. Ancora una volta l’avversario, questa volta per il titolo di campione, era Alcaraz. Ma il successo italiano nel tabellone maschile del torneo non è solo nel singolare, sul gradino più alto del podio del doppio sono saliti Fognini e Bolelli.

A luglio la terra rossa, oltre a queste conferme, ha regalato anche un inaspettato successo per i nostri colori. Ad Amburgo il ventenne toscano Lorenzo Musetti ha alzato al cielo il suo primo trofeo in ambito professionistico. Arrivato in finale come non favorito contro Alcaraz, è riuscito ad imporsi due set a uno in una partita piena di colpi di scena. Una dedica molto particolare al momento della premiazione rende perfettamente l’idea sull’andamento del match: “Voglio ringraziare anche mia nonna, sicuramente il test migliore per un attacco di cuore”.

Anche il tennis femminile sta vivendo un momento d’oro, soprattutto con Martina Trevisan. A fine maggio la ventottenne fiorentina (numero 24 al mondo) ha vinto sulla terra rossa di Rabat il titolo contro la statunitense Liu con comodo 6-2 6-1. A giugno poi Martina si è confermata arrivando a giocare la semifinale sulla terra rossa più famosa al mondo, quella parigina del Roland Garros, arrendendosi alla statunitense Gauff.

Per chi quest’autunno si sentirà smarrito durante la Coppa del Mondo di calcio sapendo di non poter sventolare il tricolore per i caroselli post partita, i giovani del tennis italiano potrebbero invece offrire ottime opportunità di festeggiamento.

Articolo pubblicato su Il Quotidiano del Sud – L’Altravoce dei ventenni