Abbiamo chiesto ad Anne-Kathrin Mueller di parlarci di una razza canina tanto rara quanto eccezionale: il Nova Scotia Duck Tolling Retriever (che chiameremo per comodità con il suo nome abbreviato: “Toller”). Anne, nata e cresciuta a Stuttgart, in Germania, ha un curriculum su cui si potrebbe scrivere un libro: è Istruttrice Cinofila da quasi un ventennio, è un’allevatrice attenta e mai superficiale la cui formazione è costellata da più di 50 workshop e seminari, corsi di formazione sulla gestione delle cucciolate, collaborazioni con grandi nomi della cinofilia. A chi altro potevamo chiedere di farci una panoramica dettagliata sui Toller?
Innanzitutto com’è cominciata la tua storia con i toller?
«Avevo una bellissima Labrador gialla di nome Kimba, il mio primo cane e primo amore. Volevo prendere un altro cane, che potesse vivere in armonia nella nostra famiglia. Cercavo un cane più “agile”, più reattivo. Ho visto il primo Toller dal vivo presso un corso per Istruttori Cinofili nel 2004, e ne sono stata colpita e dopo tanta ricerca, nel 2008 è arrivato finalmente il primo mio Toller dal Belgio, la mia Hailey of Great Pleasure. Sono stata molto fortunata, poiché Hailey era un cane equilibrato oltre e estremamente bello; ha vinto vari titoli di bellezza, tra cui Junior World Winner, Campione Italiano, San Marino Champion, Campione di Bellezza Internazionale, e altro. Con lei praticavo obedience e riporto».
Il toller fa parte del gruppo 8, quindi è un retriever, così come i labrador o i golden, ma quali sono le differenze sostanziali che le persone dovrebbero conoscere, tra i toller e queste altre razze?
«Ci tengo molto a spiegare bene che il Toller NON è un piccolo Golden Retriever anche se si somigliano. Infatti non è detto che questo cane sia sempre adatto a tutte le famiglie siccome ha un livello di energia maggiore e un’intelligenza molto spiccata – possiamo anche parlare di “furbizia”, che ci ricorda la volpe, a cui somiglia esteticamente.
Il Toller ha bisogno di fare delle attività, non solo fisica, ma soprattutto deve essere impegnato mentalmente, è perfettamente in grado di lanciarci delle piccole “sfide”, un cane non sempre facile, quando per esempio esige delle “spiegazioni”, perché dovrebbe eseguire una nostra richiesta.
Il Labrador mi ricorda un po’ un piccolo soldato, pronto a ricevere ed eseguire dei comandi. Un Labrador si può inviare anche 30 volte nello stesso posto (parlando del riporto), ripetere spesso degli esercizi anche un po’ monotoni, senza che ci metta in discussione, solitamente esegue le nostre richieste, spesso ama le persone e può risultare un po’ invadente. Il Toller è estremamente vivace, velocissimo, impara tutto al volo (nel bene e nel male). Nella sua educazione si deve essere coerenti, creativi e sensibili allo stesso tempo».

Abbiamo visto che si tratta di un cane molto raro in Italia, quali sono le sue origini?
«Partiamo nel lontano 17° secolo. Gli indiani nativi canadesi, il popolo Mi’kmaq, osservarono la caccia in gruppo delle volpi: una volpe si nascondeva mentre l’altra giocava nelle prossimità delle anatre, sulle rive di un corso d’acqua; le anatre erano incuriosite si avvicinavano, per capire cosa stesse accadendo e… Sorpresa! La volpe che era nascosta veniva fuori con un balzo e agguantava la sua “cena” da buona stratega! Copiarono loro stessi questa strategia fino a selezionare dei cani che li aiutassero in questo lavoro».
Quali sono le principali malattie genetiche del Toller e quelle meno conosciute?
«Ne esistono svariate, le malattie più comuni, anche se meno frequenti rispetto ad altre razze come Golden e Labrador, sono: displasia delle anche, gomiti, patologie degli occhi e così via.. Esiste un pacchetto test del DNA, il “Toller planer”, creato proprio per la razza che ci aiuta molto a individuare eventuali problemi. Ci sono anche tante altre patologie che però possono essere totalmente debellate se il vostro allevatore ha eseguito tutti i test e fatto accoppiare cani sani tra loro».
Quali possono essere nel mondo moderno le funzionalità – a livello sportivo e di lavoro – di un toller?
«Come dicevamo, il Toller è un cane estremamente versatile, le sue doti principali energia, reattività, intelligenza, giocosità. È adatto ad attività come il riporto, la ricerca, il mantrailing (tutti i tipi di attività olfattiva, anche cerca tartufi), l’Obedience, il rally-O, dog dance, disc dog e via dicendo. Personalmente non sono tanto fan di sport altamente stimolanti come agility o flyball poiché si riesce a “mandare fuori di testa” facilmente un cane molto reattivo. Ma ovviamente c’è chi lo pratica e anche con buoni risultati, dipende sempre in che modo si imposta, certamente al toller piace tantissimo. Ricordiamo che un retriever deve: avere docilità, sapersi rilassare nelle pause, saper aspettare, mantenere la concentrazione per ore, avere buon focus, concentrazione, ottimo olfatto. Il Toller in particolare ha ottima capacità di on/off, cioè passare da attesa calma a fase di attività di gioco, durante il tolling».
Chi può essere adatto alla vita con questi cani?
«Una persona attiva ed empatica, che ha voglia di impegnarsi a fare delle attività col cane».
Raccontaci un aneddoto a te caro vissuto con i tuoi cani
«Mi vengono in mente tante immagini di Hailey, la mia prima Toller. Come già detto era un cane sicuro di sé, anche abbastanza indipendente, ma soprattutto molto divertente. Una mia amica mi ricorda spesso questa scena: quando ci siamo conosciute – lei era venuta a casa mia per conoscere i cani soprattutto – eravamo in giardino a parlare, e ad un tratto arrivò Hailey, con un contenitore pieno di premi in bocca, si sedette davanti a me guardandomi con quel contenitore che penzolava; io le dissi “Grazie” e presi un premietto all’interno della scatola e glielo diedi. La mia amica mi prende ancora in giro perché ho premiato la sua “disobbedienza”, ma credo che ancora oggi far8ei esattamente la stessa cosa. Avrebbe potuto aprirlo senza problemi (Hailey sapeva svitare bicchieri di Nutella senza problemi, e anche svuotarli) e mangiarsi tutto il contenuto in silenzio, in casa. Invece lo ha portato a me, e per me era giusto premiare questa sua decisione.
Di certo la vita con un Toller non è mai noiosa, preparatevi a ridere ogni giorno!».
Articolo pubblicato su Il Quotidiano del Sud – L’Altravoce dei ventenni