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Alla scoperta del Toller, una razza canina tanto rara quanto eccezionale

Foto di Anne-Kathrin Mueller

Abbiamo chiesto ad Anne-Kathrine Mueller di parlarci di una razza canina tanto rara quanto eccezionale: il Nova Scotia Duck Tolling Retriever (che chiameremo per comodità con il suo nome abbreviato: “Toller”). Anne, nata e cresciuta a Stuttgart, in Germania, ha un curriculum su cui si potrebbe scrivere un libro: appassionata cinofila da un ventennio, Istruttrice Cinofila anche se non è la su professione scelta, allevatrice per passione, attenta e mai superficiale la cui formazione è costellata da tantissimi workshop e seminari, corsi di formazione sull’allevamento e la gestione delle cucciolate, collaborazioni e partecipazioni a stage e giornate con grandi nomi della cinofilia: dal Nosework con Anne Lill Kvam al riporto con Anke Bogaerts, Oliver Kiraly, Csaba Karai oltre  molti nomi noti italiani, passando per l’obedience con Rita e Pekka Kori (Kennel Tending), Heidi Billkvam, Joanna Hewelt, Emanuel Hetych, o Dog Dance & Tricks con Lusy Imbergerova, lavori con Suzanne Clothier e Sheila Harper, e tantissime altre esperienze che sarebbe difficile riassumere qui. A chi altro potevamo chiedere di farci una panoramica dettagliata sui Toller?


1.Innanzitutto com’è cominciata la tua storia con i toller?
Avevo una bellissima Labrador gialla di nome Kimba, il mio primo cane e primo amore. Volevo
prendere un altro cane, che potesse vivere in armonia nella nostra famiglia.
Cercavo un cane più agile e più reattivo, con un livello di energia e motivazione maggiore rispetto
alla mia amata Kimba; volevo un cane con cui poter fare varie attività, avevo fatto un corso
istruttori nel 2004 e la voglia di fare e di scoprire il mondo cinofilo era enorme.
Avevo valutato anche il Border collie, alla fine però sono tornata sui miei passi, rendendomi conto
che non mi piaceva molto il lato “nevrile” dei cani da pastore proprio perché amo la loro gentilezza
e la docilità dei retrievers; in questi cani, inoltre, è molto raro riscontrare reazioni aggressive.
Viaggio spesso e per me è importante potermi portare dietro i cani senza problematiche legate a
convivenze complesse. Facevo già un po’ di riporto (sport in cui i retrievers sono specializzati) con
la mia Labrador, mi piaceva molto come attività e quindi anche l’idea di poter proseguire, era un
altro punto a favore.
Ho visto il primo Toller dal vivo presso un corso per Istruttori Cinofili nel 2004, e ne sono stata
colpita. Mi sono subito iscritta a vari tollerforum, raccogliendo informazioni utili e instaurando
contatti con vari allevatori esteri. Dopo tanta ricerca, nel 2008 è arrivato finalmente il primo mio
Toller dal Belgio, la mia Hailey of Great Pleasure. 
Sono stata molto fortunata, poiché Hailey era un cane equilibrato oltre ad essere estremamente
bello: ha vinto vari titoli di bellezza, tra cui: Junior World Winner, Campione Italiano, San Marino
Champion, Campione di Bellezza Internazionale, e altro.
Con lei praticavo obedience e riporto.

  1. Il toller fa parte del gruppo 8, quindi è un retriever, così come i labrador o i golden, ma
    quali sono le differenze sostanziali che le persone dovrebbero conoscere, tra i toller e queste
    altre razze?

    Per far parte di un gruppo, le razze dovrebbero avere origine storica e genetica comune; un altro
    aspetto sarebbe l’analogo modo di lavorare: se una razza soddisfa entrambi o almeno uno dei criteri, l’appartenenza dovrebbe essere inequivocabile. Il Toller è più precisamente – da circa 500 anni – uno Specialista per uccelli acquatici, ed è l’unica delle 6 razze retrievers, che lavora anche prima dello
    sparo. Lo standard dice:
    “È un cane molto intelligente, facile da addestrare e di grande resistenza. Forte e
    abile nuotatore, è un riportatore naturale e tenace sulla terra e dall’acqua, pronto a
    scattare al minimo accenno che richieda il riporto. La sua forte propensione per il
    riporto e la sua giocosità sono qualità essenziali per il suo tipo di lavoro.
    ” La traduzione di Nova Scotia Duck Tolling Retriever, infatti, potrebbe essere “cane da riporto adescatore di anatre della Nuova Scozia” (la Nuova Scozia è una penisola a Est del Canada in cui il Toller è stato riconosciuto come cane ufficiale del Paese). Ci tengo molto a spiegare bene che il Toller NON è un piccolo Golden Retriever anche se sisomigliano, infatti non è detto che questo cane sia sempre adatto a tutte le famiglie, siccome ha un livello di energia elevato e un’intelligenza molto spiccata – possiamo anche parlare di “furbizia”,che ci ricorda la volpe, a cui somiglia esteticamente. Il Toller ha bisogno di fare delle attività e soprattutto deve essere impegnato mentalmente, è perfettamente in grado di lanciarci delle piccole “sfide”, è dunque un cane non sempre facile quando esige delle spiegazioni sul perché dovrebbe eseguire una nostra richiesta a differenza, ad esempio, del Labrador che mi ricorda un po’ un piccolo soldato, pronto a ricevere edeseguire dei comandi. Un Labrador si può inviare anche 30 volte nello stesso posto (parlando del riporto), ripetere spesso degli esercizi anche un po’ monotoni, senza che ci metta in discussione, solitamente esegue le nostre richieste, è piuttosto “steady” in ogni situazione della vita, spesso ama le persone e può risultare un po’ invadente. Il Toller è estremamente vivace, velocissimo, imparatutto al volo (nel bene e nel male) ma nella sua educazione bisogna essere coerenti, creativi esensibile allo stesso tempo. Nei primi anni di vita ha molte idee proprie che dovranno essere contrastate, in modo convincente, però è sempre pronto a tutto con grande entusiasmo e nei riguardi di persone che non conosce non è così espansivo.

3. Abbiamo visto che si tratta di un cane molto raro in Italia, quali sono le sue origini?

Partiamo dal 17° secolo, con una bella leggenda che ci porta in Canada, nella provincia del Nova Scotia, precisamente nella regione del Little River. Si trattava di un luogo ricco di piccoli laghi e stagni, circondati di conifere basse e prati da un lato, dall’altro lato, invece, l’oceano atlantico aspro, con le sue alte maree e le paludi. Proprio in questi luoghi gli indiani nativi canadesi, il popolo Mi’kmaq, osservarono la caccia in gruppo delle volpi: una volpe si nascondeva mentre l’altra giocava nelle prossimità delle anatre, sulle rive di un corso d’acqua; le anatre erano incuriosite si avvicinavano, per capire cosa stesse accadendo e… Sorpresa! La volpe che era nascosta veniva fuori con un balzo e agguantava la sua “cena” da buona stratega! I Mi’kmpaq, non meno furbi delle volpi, cercarono dunque di allevare un cane simile a loro le cui caratteristiche morfologiche erano: pelo semilungo rossiccio e una coda ampissima, “calzini” e petto bianco, stessa cosa per la punta della coda. Gli indiani lanciavano dei bastoncini lungo le rive dell’acqua, che il cane saltellando riportava con la coda alta in movimento; le anatre, non avendo imparato la lezione, incuriosite si avvicinavano e venivano cacciate con arco e frecce. Dopo l’abbattimento i Toller, all’epoca “Little River Duck Dog” venivano inviati a recuperare la preda. Non è dato a sapere quanto di questa leggenda sia vero, ma la somiglianza con la volpe viene praticamente citata in ogni storia sulla razza. Alcune leggende narrano addirittura dell’incrocio volpe-cane, ma questo sarebbe geneticamente impossibile.  Tale pratica di caccia, il cosiddetto tolling (attirare) è stata praticata per centinaia di anni in vari continenti, soprattutto prima dell’invenzione della moderna arma da fuoco. Nel mare del Nord (Scandinavia e Inghilterra) con questa pratica, spesso capitava che venissero abbattuti molti uccelli insieme, e quindi il cane doveva essere capace di marcare molto bene i vari punti di caduta, per poterli riportare successivamente, inoltre, spesso venivano feriti ma non uccisi alcuni uccelli che si trovavano in fuga, e il cane doveva recuperare i feriti senza ovviamente mangiarli. Una delle teorie sulla loro origine è che la selezione dei cani sia stata portata avanti tra il 18° e il 19° secolo dagli agricoltori locali canadesi: pescatori, commercianti e cacciatori, quindi, probabilmente, non dal ceto nobile inglese immigrato in Nova Scotia. I commercianti arrotondavano letteralmente il loro guadagno tramite ciò che questi cani riuscivano a riportare. Non essendo persone abbienti non potevano permettersi di nutrire un animale che avesse solo funzione di fargli compagnia, serviva un cane rustico e versatile, che potesse svolgere più compiti e affrontate varie situazioni di caccia, perfino alla guardia delle pecore. Ci sono note sulle razze coinvolte in questa selezione, sembra che abbiano contribuito delle razze di Water Spaniel locali, oltre ad un tipo di Farm Collie– simile al moderno Rough Collie. L’altra teoria, supportata da vari esperti cinofili, ci porta in Olanda, dove la tecnica del tolling era molto diffusa, e si usava un piccolo cane bianco e arancione, il Kooikerhondje olandese, il nome “de Kooi” tradotto in inglese è “decoy”, ovvero esca. Dall’Olanda il Kooiker sarebbe stato portato in Inghilterra, dove sarebbe stato incrociato con delle razze locali, come per esempio il Tweed Water Spaniel, con il suo manto più arancione rispetto al Kooiker, e venne infine battezzato “Red Decoy Dog”. Esistono alcune prime descrizioni sul “tolling dog di Acadia” e la tecnica di caccia del tolling, scritte da Denys Nicholas, in un’opera pubblicata nel 1672. Denys era un tenente francese a bordo di un veliero con i primi 300 coloni, che nel 1632 furono mandati a colonizzare il Nuovo Mondo, successivamente diventò governatore della zona che oggi è Cape Breton Island e ha fondato Settlements in Nova Scotia e New Brunswick.  Per arrivare ad un suo reale riconoscimento come razza bisognò attendere però ancora parecchi anni. H.A.P. Smith, un appassionato cinofilo e sostenitore della razza all’epoca, scrisse alcuni articoli nei primi anni del 19°secolo, descrivendo il “Little River Duck Dog” o “Yarmouth Toller Dog” e le sue abilità nel lavorare, innescando questa passione nel colonnello Cyril Coldwell. Anche Coldwell viveva nella regione Yarmouth, nella zona di Little River e così il nome della razza mutò in Little river Duck Dog . Coldwell si impegnò molto nella selezione e nel 1945 presentò le prime 3 generazioni di soggetti che mostravano molte caratteristiche simili. Il Kennel club canadese riconobbe il Toller come nuova razza ed il Colonnello fu incaricato di redigere il primo standard, continuò la sua opera allevatoriale sotto il nome di Little River Kennel, tutt’ora esistono esemplari parenti dei suoi cani. Stranamente però dal riconoscimento della razza nel 1945 per circa 15 anni non furono registrati dei soggetti, nel 1950 Hettie Bidewell registrava i suoi cani, ma la prima cucciolata poi avvenne nel 1959. Tutto ciò spiega bene perché fino ad oggi abbiamo una grandissima varietà morfologica nei soggetti con un pool genetico piuttosto ristretto.

4. Quali sono le principali malattie genetiche del Toller e quelle meno conosciute?

Le malattie più comuni, anche se meno frequenti rispetto ad altre razze come Golden e Labrador, sono: displasia delle anche (HD), gomiti (ED), si possono testare anche OCD (osteocondrite) e patella (lussazione della rotula). Per gli occhi dovrebbe essere fatto l’esame annuale per le occulopatie ereditarie, oltre a test DNA per la atrofia progressiva della retina: prcd-PRA, e spesso  vediamo ancora come test CEA (Collie Eyes anomality), ma studi hanno dimostrato che non è rilevante per la razza. Esiste un pacchetto di Test DNA sviluppato proprio per il toller pressa la Università UC Davis in California, il cosidetto “Toller panel” , che include le principali malattie genetiche:

palatoschisi (CP1)

-Cleft Lip/Palate/Syndactyly (CLPS) – sindattilia labbro leporino 

– Degenerative Myelopathy (DM)- mielopatia degenerativa

– JADD Juvenile Addison’s Disease (JADD): forma giovanile di Addison

encefalopatia degenerativa (DEN)

-chondrodistrofia (CDDY and IVDD Risk)

La chondrodisplasia è un fenotipo a zampe corte caratteristico di molte razze di cani. La condrodistrofia, una mutazione separata, include anche un fenotipo a gambe corte e la suscettibilità alla malattia del disco intervertebrale.

Cardio laminopatia (CLAM)

CDMC – Cerebellar Degeneration-Myositis Complex. Con i giusti test da parte degli allevatori è possibile non riscontrare la maggior parte di queste patologie, per questo è sempre bene acquistare da allevatori seri e competenti. Le malattie meno conosciute, anche perché non si parla di malattie volentieri, ma è doveroso sapere ed informare, sono lo malattie auto-immuni, per cui non esistono dei test DNA. Come già detto prima, la razza è partita da pochi soggetti e nel 1960 fu quasi estinta per un incendio (nei libri di storia troviamo scritto incendio, in altri articoli si trova che fosse stata una epidemia di cimurro) quindi ci troviamo di fronte ad un pool genetico molto ridotto con poca varietà genetica.  Le malattie autoimmuni più diffuse sono la Meningite-arterite steroido-responsiva (SRMA), nota anche come “malattia dei toller”. Altre malattie AI possono essere la Poliartrite erosiva immunomediata (IMPA) o malattie reumatiche immuno-mediater (IMRD), anche il Lupus è noto. La informazione corretta dei neo-proprietari è importante soprattutto perché una diagnosi corretta e tempestiva è fondamentale per una diagnosi corretta e poter iniziare con la terapia immediatamente, la tempestività con cui si interviene influisce tantissimo sul decorso e la prognosi della malattia.

  1. Quali possono essere nel mondo moderno le funzionalità – a livello sportivo e di lavoro
    – di un toller?

Come dicevamo, il Toller è un cane estremamente versatile, grazie alle sue caratteristiche e la taglia media che consente davvero di poter svolgere bene tante attività. Sono sue doti principali energia, reattività, intelligenza, giocosità (il tolling è gioco e questa parte gioiosa manca un po’alle altre razze retrievers), gioiosità, curiosità, docilità, e un ottimo olfatto. Si tratta di un cane motivato sia sul gioco che sul cibo, un cane con una grandissima memoria (sempre per la sua attitudine da caccia, ricordarsi dove sono caduti gli uccelli). Il Toller è un cane molto divertente e allegro, vengono nominati spesso anche come “piccoli pagliacci”, grazie alle loro idee creative; sono cani dotati di grande gioia di vivere quotidiana, che è estremamente contagiosa. Sono adatti ad attività come: il riporto, la ricerca, il mantrailing, tutti i tipi di attività olfattiva, anche cerca tartufi, l’obedience, il rally-O, dog dance, disc dog e via dicendo. Personalmente non sono tanto fan di sport altamente stimolanti come agility o flyball per un cane già reattivo in se, ma ovviamente c’è chi lo pratica anche con successo, come sempre dipende dal modo in cui si imposta. Di certo, al Toller piace tantissimo. La prima cosa che hanno fatto da sempre i miei cani entrando in un campo in cui si trovano attrezzi di agility, è salire sulla palizzata, entrare nel tunnel e farsi la passerella, il tutto in autonomia e senza averlo mai insegnato. Negli ultimi mesi abbiamo organizzato dei workshop sul tolling con relatori esteri, accolti con grandissimo entusiasmo, un progetto futuro è di portare il tolling anche in Italia come disciplina cinofila, con i tolling test, simile ai working test per le altre razze retrievers. Tirando le somme possiamo dire che un retriever deve avere: docilità, capacità di rilassarsi nelle pause, di attendere, mantenere la concentrazione per ore, avere buon focus, concentrazione, ottimo olfatto. Il Toller in particolare ha ottima capacità di on/off, cioè passare da attesa calma a fase di attività di gioco, durante il tolling. Possono avere, ahimè, tendenza a vocalizzare; ci sono linee di sangue più o meno silenziose ma la propensione c’è e quindi il training va sempre ben equilibrato, essendo un cane molto ricettivo si fa in un attimo ad ottenere un cane rumoroso. Consiglio sempre di lavorare tantissimo sugli autocontrolli, soprattutto nel primo anno del cane, per aumentare la sua tolleranza alla frustrazione.

6. Chi può essere adatto alla vita con questi cani?
Una persona attiva ed empatica, che ha voglia di impegnarsi a fare delle attività col cane. Dovrebbe avere pazienza ma anche fermezza, dare quindi dare una buona guida al Toller, ma mai
dura. Bisogna saper aspettare i tempi di maturazione e quindi, a volte, fare qualche passo indietro.
Sono dei cani che offrono tanto, imparano al volo, ma non sempre sono veramente pronti
mentalmente, bisogna conquistare la loro fiducia, cosa che non è affatto scontata poiché si annoiano
facilmente se il training non è creativo: bisogna davvero avere senso dell’umorismo ed essere
preparati a farsi sorprendere.

  1. Raccontaci un aneddoto a te caro vissuto con i tuoi cani
    Mi vengono in mente tante immagini di Hailey, la mia prima Toller. Come già detto era un cane
    sicuro di sé, anche abbastanza indipendente, ma soprattutto molto divertente. Faceva spesso di testa sua. Una volta ero andata in ferie con il mio compagno per qualche giorno, e un giorno lui si era fermato a parlare con i vicini distraendosi un attimo, per poi rendersi conto che Hailey non c’era più. Sentì rumori provenienti dal giardino più avanti, voci di bambini che ridevano, qualcuno che si buttava in acqua. Alla fine, c’era Hailey che si era buttata in piscina e stava giocando con loro, e ne era molto felice. Una mia amica mi ricorda spesso un’altra scena: quando ci siamo conosciute – lei era venuta a casa mia per conoscere i cani soprattutto – eravamo in giardino a parlare, e ad un tratto arrivò Hailey, con un contenitore pieno di premi in bocca, si sedette davanti a me guardandomi con quel contenitore che penzolava; io le dissi “Grazie”, presi un premietto all’interno della scatola e glielo diedi. La mia amica mi prende ancora in giro perché ho premiato la sua “disobbedienza”, ma credo che ancora oggi farei esattamente la stessa cosa. Avrebbe potuto aprirlo senza problemi considerando che Hailey sapeva svitare bicchieri di Nutella senza problemi, e anche svuotarli, e mangiarsi tutto il contenuto in silenzio, in casa; invece, lo ha aveva portato a me, e, per quanto mi riguarda, era giusto premiare questa sua decisione. Ho anche tanti ricordi di lei che rincorreva i miei nipoti mentre giocavano con lo slittino, su e giù per le colline innevate, in Germania, così come si ho la vivida immagine di lei che si lanciava in un lago, però ghiacciato rompendo la lastra gelida col suo peso, e come riusciva a rubarmi magistralmente due filetti dal piatto mentre mi giravo per un secondo.
    Insomma, tutte le premesse fatte, posso solo dire che di certo la vita con un Toller non è mai noiosa, preparatevi a ridere ogni giorno !

Articolo pubblicato su Il Quotidiano del Sud – L’Altravoce dei ventenni

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