RESTA ANCHE DOMANI – GAYLE FORMAN

Di Lidia Giudice

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Molto spesso accade che un film o un libro o un cd, con un gran successo internazionale alle spalle, non incontri i nostri gusti. Resti deluso dall’aver speso 2 ore per un film candidato all’oscar e che in realtà ti ha solo annoiato, peggio se ascolti per 60 minuti un disco di platino e ti senti di aver torturato le tue orecchie, per non parlare del tempo passato a leggere un best-seller internazionale che ti ha solo deluso. Ti armi di buona volontà, leggi le critiche (tutti sono convinti che diverrà una perla della letteratura), vai in libreria per comprarlo (rigorosamente è sempre quello che costa di più), la copertina è meravigliosa, ci spendi ore, giorni, settimane e poi … e ti chiedi se oltre i soldi spesi ti risarciranno anche delle ore sprecate. Naturalmente accade anche il contrario: quel film che nemmeno il regista sapeva di aver girato è meraviglioso, e così il cd dei tuoi vicini, o il libro che trovi nella bancarelle dei mercatini; oppure i tuoi gusti incontrano perfettamente quelli del mondo. Si può imparare tanto dalle collezioni di dvd, dagli i pod, o dalle librerie delle persone, più di quanto uno si aspetti. C’è sempre della follia o della schiacciante prevedibilità, dell’insolito e del convenzionale; ci sono le scelte “ dovute” e quelle frutto di momenti vissuti; c’è il passato e c’è il presente; c’è la nostra personalità o quella che vorremmo avere. Ci sono le cose dette senza parole.

Best seller internazionale è Resta anche domani; l’autrice è Gayle Forman, una giornalista freelance, che da sempre si occupa di tematiche giovanili. Dal libro è tratto il film, che uscirà nelle sale italiane il 18 settembre.
Credo sia una tacita legge fra gli scrittori quella di scegliere (quasi) sempre di dipingere un quadro familiare più drammatico possibile. Quando leggi di una famiglia “normale” te l’aspetti il colpo di scena, la disgrazia. Pur sapendo che è dietro l’angolo, un bravo scrittore riesce comunque a farti rabbrividire, a commuoverti e Gayle Forman ci riesce perfettamente. La famiglia descritta ti intenerisce, non provi invidia e non è tragica, vorresti solo conoscerla. È una famiglia dolce e pazza: il papà è un ex- batterista punk, diventato insegnate e che fuma la pipa e si veste anni 50, la mamma è una splendida donna schietta e ruvida, una femminista dal cuore morbido, il piccolo Teddy, ha una vitalità e un’allegria contagiosa e i boccoli biondi di un angioletto, e poi c’è Mia. Diciassette anni, violoncellista, una tranquilla ragazza cresciuta in una tranquilla famiglia, amata e sostenuta, ha un sottile senso dell’umorismo, è sensibile, è fedele all’amicizia, è innamorata. Ma quando dopo un’incidente perde la sua famiglia e va in coma … che senso ha restare? La mente di Mia è presente: piange, sorride ai ricordi, osserva la vita che continua, osserva chi è rimasto, osserva Adam. Ma basterà l’amore per Adam, per la musica a farla restare anche domani? D’altronde “la faccenda del coma è soltanto un paravento. Non dipende dai medici. E neanche dagli angeli. Non dipende nemmeno da Dio, che, se esiste non si è ancora fatto vedere da queste parti. Dipende solo da me. Ma come faccio a decidere?”

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