A street cat named Bob

L’incredibile storia di un senzatetto e del gatto che gli ha cambiato la vita

Nel difficile momento che stiamo attraversando tutti noi abbiamo bisogno di sognare. In questi giorni su Netflix mi sono imbattuta in un film stupendo, uno degli ultimi arrivati sulla piattaforma: A street cat Named Bob. È una delle storie vere più emozionanti e coinvolgenti di sempre, che consiglio a tutti, anche a coloro che non si sono ancora fatti incantare dal fascino dei gatti.

Diventati star del web a livello internazionale, su YouTube e sui social network troverete tanti filmati di James, oggi scrittore di successo, e Bob, splendido gatto rosso, con le sue caratteristiche sciarpine a maglia colorate, confezionate per lui dai suoi fan; una curiosità che vi anticipo è che Bob interpreta se stesso nel film, insieme ad altri gatti/attori.

Ma da dove ha inizio questa storia? Tratto da un romanzo diventato best seller mondiale, il film è uscito nelle sale nel 2016. Siamo a Londra, una città che va veloce e, immersa nel caos quotidiano, spesso non si accorge di chi ha più bisogno. James (interpretato da Luke Treadaway) è un giovane senzatetto ex tossicodipendente, ha alle spalle una difficile situazione familiare, è un musicista di strada, non ha di che vivere, mangia con quei pochi spiccioli che riesce a racimolare, spesso si ritrova a vagare per Covent Garden e a volte per disperazione è costretto a rovistare nella spazzatura in cerca di un pò di cibo. 

La sua fortuna è quella di avere qualcuno che crede in lui, un’assistente sociale che gli dà una chance per ricominciare (Val, interpretata da Joanne Froggatt) ed è grazie alla fiducia che la donna ripone in lui che ottiene un piccolo appartamento popolare con il programma di recupero; per James sarà come realizzare un sogno: tutto ciò che noi diamo per scontato, come l’acqua calda, per lui è invece un piccolo dono inatteso. Un giorno sente dei rumori provenienti dalla cucina e si accorge che un gatto rosso è entrato dalla finestra e sta mangiando i suoi cereali. James lo osserva tra l’incredulità e la sorpresa, tuttavia gli offre una ciotola con un po’ di latte e sceglie di non mandarlo via, dividendo quel poco che ha con lui. Nei giorni seguenti cercherà di riportarlo a casa, immaginando ne abbia una, ma Bob, splendido e tenerissimo gatto randagio, ha già scelto il suo padrone, ed è proprio James. Da quel momento la sua vita cambierà per sempre.

Un altro incontro speciale nel film sarà quello con Betty (interpretata da Ruta Gedmintas) ragazza sensibile dal cuore grande che gli darà preziosi consigli per aiutare Bob e lo motiverà a riprendere in mano la sua vita. Quando Bob si ammala James spende i suoi unici risparmi per farlo curare e comprargli le medicine: questo gesto lo aiuterà a riemergere dall’oscurità nella quale era piombato. Il gatto rosso lo costringe a riabilitarsi, a guadagnare soldi sufficienti a comprargli da mangiare e a prendersi cura di lui. Occuparsi di Bob lo rende vivo, lo responsabilizza nei confronti di un’altra vita che adesso dipende da lui. Entrambi hanno un gran bisogno l’uno dell’altro.

Emozionante è la scena che ritrae James intento a lasciare Bob libero per la sua strada, ma il gatto non ha intenzione di abbandonarlo e lo segue fino alla fermata dell’autobus, entrando di nascosto con lui. Poco dopo la gente inizia a soffermarsi sulla curiosa coppia, improvvisamente i passanti lo notano, si fermano per fare una carezza al micio o per fare una foto, lo ascoltano cantare – proprio loro per i quali era stato da sempre invisibile – Bob è dolcissimo, sta fermo accanto a James che suona e canta. La tenerezza che esprimono i due mi ha riempito il cuore. Da quel momento diventeranno amici inseparabili.

Il regista – Robert Spottiswoode – ci mostra una Londra che vediamo filtrata dagli occhi del protagonista, così mi piace immaginarla, raccontata attraverso le sue esperienze: come in una sorta di risalita dall’oscurità James attraversa vari stadi che lo porteranno a vedere le cose in modo diverso – l’atmosfera è grigia, le sfumature cupe in ogni angolo della città – ma è solo all’inizio perché ben presto tutto attorno ai due si colora di una luce nuova che sa di speranza.
Luke Treadaway interpreta James in modo impeccabile, dimostra tutte le sue insicurezze, le sue paure, ma quella voglia di rinascere, di ricominciare nonostante i pregiudizi e le avversità, la tenacia nel non ricadere nel tunnel della droga e l’arrivo di Bob nella sua vita lo costringerà a combattere e riemergere. A colpirmi è anche il modo in cui il regista racconta la complessità del rapporto tra James e suo padre, un uomo borghese che si è rifatto una vita e sembra provare imbarazzo per la situazione del figlio. Ho apprezzato molto la delicatezza con cui vengono trattati temi forti come la droga, la disintossicazione, il dramma della povertà e il senso di solitudine e abbandono che prova chi vive per strada, lo “scommettere” sulla giornata sperando in un futuro migliore, la nuova luce che mostra allo spettatore la realtà della vita di artisti di strada, luce che finalmente renderà James visibile al pubblico. Il messaggio di questo film è profondo e bellissimo: la forza si trova nell’amore ed è incredibile il bene che può fare un animale da accudire per combattere la solitudine.

Se avete voglia di lasciarvi incantare da una storia forte ma piena di tenerezza, che restituisce valore anche alle piccole cose, questo è il film che fa per voi, perché dimostra che i sogni con perseveranza e fiducia possono realizzarsi. James, nel film come nella vita vera, vivrà un momento di riscatto dalla società e di rinascita, dimostrando a sé stesso e agli altri che l’amore può presentarsi sotto varie forme e il doversi occupare di qualcuno tira fuori il meglio di noi anche nei momenti più bui. 
Oggi James Bowen è uno scrittore di successo, ha comprato casa ma non ha dimenticato il suo passato e aiuta gli animali abbandonati e i senzatetto a riabilitarsi, a credere nelle seconde possibilità e a cercare una nuova vita, proprio come ha fatto lui.