Salute e longevità del cane, i fattori da tenere in considerazione

Nella nostra incessante ricerca della fonte della giovinezza, abbiamo scoperto che anche i nostri i cani hanno molto da insegnarci sull’invecchiamento. La ricercatrice statunitense Jessica Evert, insieme ai suoi colleghi, ha esplorato le vie dell’invecchiamento nei cani, trovando parallelismi sorprendenti con gli esseri umani. Uno studio ha rivelato che i cani anziani mostrano una minore incidenza di cancro rispetto a quelli più giovani. Questa ricerca ha aperto un nuovo capitolo nell’ambito della longevità, suggerendo tre modi per raggiungere il traguardo dei “cent’anni”: sopravvivere, ritardare o evitare malattie legate all’invecchiamento, come il cancro. Sorprendentemente, queste stesse strategie sembrano applicarsi anche ai nostri amici a quattro zampe. I cani che muoiono di cancro in età avanzata sono significativamente meno rispetto a quelli che soccombono alla stessa malattia in età più giovane. Cosa permette a certi cani di evitare o posticipare l’insorgenza di malattie gravi come il cancro? La risposta potrebbe celarsi in uno stile di vita sano e in una genetica fortunata. Il nostro crescente legame con i cani domestici ha anche portato alla luce una problematica comune negli animali anziani: il Cognitive Dysfunction Syndrome (CDS), un disturbo che colpisce il cervello e le funzioni cognitive, simile all’Alzheimer nell’uomo. I sintomi possono variare da una ridotta interazione sociale a comportamenti errabili e smemorati. Ma come possiamo riconoscere i segni del CDS? Un semplice test può aiutarci: nascondendo dei croccantini e osservando il comportamento del cane nel ritrovarli, possiamo avere un’idea della sua memoria e delle sue capacità cognitive.

L’obesità: una grande piaga

Vi siete mai chiesti come la vita moderna influenzi la salute dei nostri cani? Oggi, essi vivono più a lungo, ma affrontano nuove sfide, come il sovrappeso. Questa condizione non è solo un problema estetico: aumenta il rischio di malattie cardiache, diabete e altri disturbi. La causa? Un mix letale di inattività e una dieta ricca e poco controllata. Curiosamente, una ricerca giapponese ha scoperto che i cani che mangiano lentamente sono meno inclini all’obesità. Il motivo? Una più efficace regolazione dei neurotrasmettitori correlati al senso di sazietà. Ma come possiamo incoraggiare i nostri amici pelosi a mangiare più lentamente e mantenere un peso sano? Fondamentale è il ruolo della genetica. Ad esempio, i labrador sono spesso predisposti all’obesità a causa di una mutazione genetica che impedisce loro di sentirsi sazi. Tuttavia, oltre alla genetica, il nostro comportamento gioca un ruolo cruciale. La semplice interazione umana, come uno sguardo, può essere interpretata come un invito a mangiare, qui siamo noi per primi a dover stabilire una routine dei pasti armoniosa e non cibare i nostri cani alla rinfusa.

Razza e stazza!

Una diceria molto diffusa è che i meticci vivano più a lungo dei cani di razza. Non è esattamente così e il motivo risiede in queste ricerche. Un ampio studio condotto nel Regno Unito su oltre 500.000 cani ha rivelato che le dimensioni, la forma del viso e la razza sono fattori determinanti nella longevità canina. I cani di piccola taglia con il naso lungo, come i bassotti e gli shiba inu, tendono a vivere più a lungo. In contrasto, i cani di taglia media e/o con il naso corto e schiacciato, come i bulldog francesi, hanno generalmente una vita più breve. Questi ultimi, noti come cani brachicefalici, affrontano spesso problemi di salute come difficoltà respiratorie e intolleranza al calore, che potrebbero contribuire alla loro minore aspettativa di vita​​​​.

Inoltre c’è una sorprendente scoperta sui cani di razza. Contrariamente alla credenza diffusa sopracitata, lo studio ha anche scoperto che i cani di razza pura tendono a vivere più a lungo dei meticci. Questo dato contrasta con l’idea che i cani meticci abbiano una maggiore varietà genetica e quindi una maggiore longevità. Questa scoperta potrebbe stimolare ulteriori ricerche per comprendere meglio le ragioni dietro questa differenza​​.

Fattori sociali ed economici: come influenzano la salute del cane?

Dallo studio “Dog Aging Project”, è emerso che l’ambiente sociale ed economico in cui vivono i cani ha un impatto significativo sulla loro salute. Cani provenienti da ambienti familiari e finanziariamente stabili tendono ad avere una salute migliore e una maggiore mobilità fisica. In particolare, si è notato che la compagnia sociale, come vivere con altri cani, è associata a una migliore salute. Inoltre, i cani che vivono in famiglie più abbienti vengono diagnosticati con più malattie, probabilmente a causa di un accesso più frequente alle cure veterinarie e alla possibilità di effettuare più test diagnostici​​​​.

L’importanza dell’interazione sociale

Un altro aspetto fondamentale emerso dallo studio è l’importanza delle interazioni sociali. Avere un buon supporto sociale, sia in termini di persone che di altri cani, è benefico per la salute del cane. I cani, come gli esseri umani, sono animali sociali e traggono vantaggio dalla presenza di altri. Questo potrebbe essere un importante spunto di riflessione su come possiamo migliorare la vita dei nostri cani attraverso l’interazione e la compagnia​​.

Queste ricerche offrono una visione più profonda su come vari fattori influenzino la longevità e la salute dei cani, fornendo spunti importanti su come possiamo migliorare la qualità della loro vita.

In conclusione, l’obiettivo di garantire ai nostri cani una lunga e felice vita è complesso ma possibile. L’adozione di strategie preventive contro malattie come il cancro, la comprensione e il trattamento del CDS, e la lotta contro l’obesità, una vita ricca di stimoli e avventure, sono tutte sfide che possiamo affrontare insieme. Con l’informazione giusta e l’impegno costante, possiamo sperare di vedere i nostri amici a quattro zampe godersi una vecchiaia serena e piena di vitalità. E voi, lettori, siete pronti a intraprendere questo viaggio per il benessere dei nostri fedeli compagni?

Articolo pubblicato su Il Quotidiano del Sud – L’Altravoce dei ventenni