Le cose in via di estinzione.

Viviamo in un’era in cui ordinare cibo, vestiti, libri su internet è la norma, e sembra quasi assurdo il piacere di fermarsi ore ed ore in una libreria alla ricerca della prossima lettura.
Impossibile anche solo pensare di comprare le scarpe nuove al negozio, meglio prenderle su Amazon perché costano di meno, e lo stesso vale per gli abiti, ormai regalano il 20% di sconto su Zalando anche se compri la riserva di detersivo..!
Stiamo perdendo, lentamente, il valore delle piccole cose, sempre presi da altro, sempre più distratti.
Abbiamo tutti i confort del mondo, ma ci manca sempre qualcosa, ci sentiamo sempre un passo indietro perché non abbiamo il nuovo modello di iPhone, il jeans alla moda, il paio di scarpe di tendenza.
Insomma, ci sono sempre più aspetti di una vita quotidiana più tranquilla che vengono meno.
Provate un attimo a pensarci: quante cose, ormai, possono dirsi in via di estinzione?
Antropologicamente parlando, potrei dirvi che le persone con i capelli rossi scompariranno presto dal pianeta, come anche quelle con gli occhi verdi.
Faranno la fine dei dinosauri e, tra un bel po’ di anni, saranno solo un ricordo dell’evoluzione.
Per non parlare poi dei piccoli oggetti che un tempo usavamo così spesso..

starsantiques

il walkman (e gli improbabili lettori CD), antenato degli ipod, di cui tutti eravamo pazzamente innamorati e che ci facevano sentire dei veri badass (o almeno a me, forse perché ci ascoltavo i Green Day..);

– le cabine telefoniche, lasciate stare quelle di Londra, che sono bellissime (e piene di adesivi osceni), ma quante se ne vedono in giro, di questi tempi?

CD, DVD, videocassette: okay, le ultime sono quasi certa si siano estinte, ma per quanto riguarda i primi due, ormai, non li compra più nessuno! Perché occupare spazio quando abbiamo Spotify e Netflix?
Del resto, per capire quanto ormai siano in disuso, è sufficiente guardare i loro prezzi bassissimi;

le lettere: chi si serve più di carta e penna per comunicare un messaggio? E’ vero, nessuno scrive lettere da davvero tantissimo tempo, ma qualche coraggioso non è così introvabile! Insomma, alle scuole elementari mi ricordo di moltissime lettere d’amore (quasi mai corrisposto);

le macchine da scrivere : una rarità già da tempo addietro, ma per i nostalgici come me, vederne una anche finta, è diventato impossibile;

fotografie: no, non parlo di quelle salvate sul vostro cellulare, ma di quelle che ci piaceva tanto scattare e andare a stampare per riempire gli album fotografici, che adesso sono stati sostituite da cartelle messe in fila nei nostri computer;

libri, volumi cartacei, cartine stradali : della rivoluzione degli e-book se ne è già parlato a sufficienza e non mi dilungherò, ma spero solo che il commercio librario non arresti mai la sua crescita; per le cartine stradali non credo ci sia bisogno di dire tanto.. Google maps e passa la paura!

Per non parlare poi delle sveglie, telefoni fissi, vinili, salvadanai, radio, i fax..

Sicuramente, i progressi tecnologici non possono essere definiti degli svantaggi, soprattutto quando portano a nuove scoperte mediche o accademiche.
Stiamo affidando noi stessi, i nostri ricordi, le nostre vite, ad oggetti elettronici sempre più avanzati, sperando che la loro memoria risulti davvero inobliabile alla prova del tempo.
Non conosciamo più il valore di una vita semplice, essenziale.
Eppure la semplicità dovrebbe essere una virtù comune, un bene prezioso e da coltivare, non una perla rara da far rotolare nel fondo della nostra vita. Che sia in via di estinzione?

Gli oggetti che ho elencato prima sono solo una parte minima delle cose che rischiamo di perdere, perché, a guardare bene, quello che ci sta sfuggendo di mano è molto più grande.
Avete mai sentito parlare della gentilezza? E della cortesia?
E se invece vi ricordassi dell’umiltà? Insomma, di quelle doti che ci rendono degli esseri umani?
Oppure, quand’è stata l’ultima volta che abbiamo passato le ore a chiacchierare con i nostri parenti – o più semplicemente con i nostri genitori – come quando eravamo piccoli?
Abbiamo perso il valore dell’ascolto, della comprensione.
Ci bombardiamo di messaggi vocali ma poi, siamo sempre meno capaci di ascoltarci gli uni gli altri.
Per non parlare poi della cavalleria, questa sconosciuta!
Sempre più ragazzi preferiscono approcci virtuali, come se il nascondersi dietro uno schermo li rendesse più forti – e forse meno fragili.
Non dico che sia necessario ritornare agli ideali cortesi del Medioevo, ma un po’ di galanteria è sempre gradita.
Inoltre, di questi tempi, viene sempre meno la pudicizia, perché hanno trasformato la nostra cultura in una fiera della volgarità, in cui si vendono immagini di corpi nudi, scene di violenza, parole forti.
Non dico che dovremmo censurare tutto ciò che va oltre, ma credo che ci debba essere un limite a tutto, anche – e soprattutto – alla decenza.
Perché, tra le cose in via di estinzione ci sono sempre meno cose e molti più valori?
Cos’è che abbiamo perso di vista?
Sarà forse l’aria natalizia imminente, o forse il fatto che basta anche solo guardarsi intorno per realizzare che alcune perdite sono davvero grandi, per lasciarle andare via così.
Perde la sua poesia un tramonto sul mare, non ci attrae più ciò che è ignoto, non ci lasciamo andare alle emozioni più sincere, racchiuse in un gesto quotidiano.
Sembra quasi che questa contemporaneità prepotente ci abbia strappato i nostri sentimenti e la nostra voce più profonda, trascinandoci in uno stato di insoddisfazione che non riusciamo ad esprimere perché siamo stati privati delle nostre parole più sincere.
Troppo presi dai nostri cellulari e computer, stiamo totalmente perdendo il controllo di quello che vorremmo essere, ma soprattutto, di quello che siamo.
Perché stiamo facendo in modo che si estinguano i sentimenti, la libertà di esprimerli con pienezza.
Ecco perché, a volte, sarebbe stato meglio se il tempo si fosse congelato, dandoci lo spazio per apprezzare ciò che abbiamo, senza fretta.

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