Le attività e le nuove proposte del CAI Cosenza: intervista ad Annachiara Mele

La passione da sempre muove verso nuove sfide e nel caso degli appassionati della montagna, porta a raggiungere vette sempre più alte e scoprire nuovi orizzonti. Il CAI (Club Alpino Italiano) della sezione di Cosenza si rivolge al futuro affrontando tematiche importanti e progetti ambiziosi.

Annachiara, in quanto segretaria del CAI Cosenza, quali sono le mete e i nuovi orizzonti del 2024?

Il programma del 2024 è molto vasto ed è anche molto inclusivo. Ci sono escursioni adatte a qualsiasi livello di allenamento anche in base al diverso stato di salute, poiché ci sono persone con patologie, che possono partecipare alle nostre escursioni oppure alle passeggiate alla scoperta del territorio. Da 3 anni infatti collaboriamo con l’associazione Mistery Hunters che si occupa della valorizzazione del territorio, proprio per far conoscere al meglio la Calabria sia dal punto di vista naturalistico che dal punto di vista storico-archeologico.

Quale escursione del CAI Cosenza riscuote maggiore partecipazione?

La manifestazione che riscuote sempre più successo e partecipazione è la Gran Fondo CAI che si è appena tenuta questo weekend. È una manifestazione inter-regionale a cui aderiscono tantissime persone e associati da tutta Italia da circa 28 anni, e che è stata inventata dal presidente Roberto Mele con l’intenzione di promuovere lo sport invernale in maniera lenta ed ecosostenibile utilizzando le ciaspole o gli sci di fondo. Da quest’anno la manifestazione si intitolerà “Gran Fondo CAI Roberto Mele”, in onore di mio padre, recentemente scomparso, poiché è stata una sua creazione e, da socio fondatore prima e Presidente della sezione poi, ne ha sempre curato l’organizzazione.

Nel 2023 il CAI ha festeggiato 160 anni di storia e quindi 160 anni di montagna. Ma il CAI va oltre le semplici escursioni…

Si, negli ultimi anni il CAI ha intrapreso una strada ambientalista e mediante una sezione dedicata che è la TAM (Tutela Ambiente Montano) partecipa attivamente ai tavoli di lavoro dell’Agenda 2030 promuovendo delle manifestazioni e delle azioni mirate. Una delle nuove proposte del CAI è quella di mettere a disposizione della TAM la propria conoscenza e competenza per far sì che la via ecologista che dovremmo prendere sia più netta e attraverso la sua esperienza, si propone di rendere più semplice questo passaggio. Inoltre con l’associazione Mistery Hunters con cui collaboriamo abbiamo inserito nel programma alcune escursioni per far conoscere dei paesi meno conosciuti o in via di spopolamento della Calabria. Cerchiamo quindi di fare rete tra diverse associazioni e allo stesso tempo collaboriamo con altre sezioni regionali del CAI, come in Sicilia, dove e abbiamo avuto modo di conoscere anche il loro territorio e le loro problematiche. Questa collaborazione risulta molto importante perché come volontari cerchiamo di dare un contributo anche professionale dove ce n’è bisogno.

Parlando della TAM quali sono le azioni che intraprende?

Gli operatori Tam, di cui faccio parte, hanno una funzione di sentinella. Se in qualche territorio è presente qualche criticità come ad esempio una discarica abusiva o dei pannelli solari messi su terreni coltivabili o qualsiasi cosa metta a rischio l’habitat o l’ambiente montano, abbiamo l’autorità di intervenire tramite il CAI regionale e attraverso i legali possiamo accedere agli atti per capire se queste opere siano fatte in maniera corretta e lecita. Quindi la nostra funzione è quella di monitorare ed eventualmente segnalare il problema.

Dal 2020 nel ruolo di segretaria della sezione CAI Cosenza hai notato un avvicinamento dei giovani alla montagna?

Si ci sono molti iscritti giovani nel CAI ma nel periodo del covid, per le problematiche che hanno impedito l’aggregazione, c’è stata poca partecipazione all’interno delle varie sezioni. Infatti nella nostra sede organizziamo anche convegni o presentazioni di libri ed altre attività che non abbiamo potuto svolgere in quel periodo e di conseguenza è venuta meno la socialità. In generale però c’è stato un avvicinamento alla montagna e molte persone hanno approfittato del fatto di non poter stare nei luoghi chiusi per riscoprire lo stare in natura. Per alcuni aspetti è positivo ma per altri no perché non tutti hanno l’educazione adatta per stare in natura. Molti giovani hanno deciso di avvicinarsi al trekking ed alle attività che si fanno in montagna e in tanti ci hanno contattato, anche mediante social o e-mail per chiedere informazioni per iniziare a fare trekking, altri invece sono venuti alle nostre escursioni portati da amici che sono soci della nostra sezione.

Infine una domanda personale: che cosa rappresenta per te la montagna?

La montagna per me rappresenta innanzitutto un modo per mettersi alla prova, perché spesso e volentieri dà la possibilità di riflettere sulle proprie capacità. Quindi il pensare di non farcela e poi piano piano, passo dopo passo farcela, che sia una vetta o la fine di un sentiero molto lungo, secondo me è qualcosa di molto importante nella vita. Per me, la montagna, in alcuni momenti è stata fondamentale, anche perché stare a contatto con la natura porta a liberarti del carico quotidiano che ognuno di noi ha. Essere a contatto con la natura aiuta molto a livello psicologico ed ovviamente fisico, quindi andare in montagna è come una cura. A tal proposito il CAI ha un progetto molto bello che si chiama “Montagna terapia” al quale la nostra sezione ha aderito e questo è il quarto anno che lo portiamo avanti. Si tratta di un progetto in collaborazione con l’associazione “Onco rosa” che aiuta le signore operate di tumore al seno. Accompagnate da alcuni soci che sono un oncologo ed uno pneumologo, le signore seguono un percorso facendo dei test prima di andare in montagna ripetuti poi alla fine del programma di escursioni. Sono ovviamente delle escursioni calibrate per le persone che partecipano e non fisicamente impegnative, e attraverso questi test si studia il modo in cui la montagna influisce sulla salute, sul benessere e sull’umore delle donne. Questo progetto è stato accolto positivamente e le signore si sono trovate molto bene.

Articolo pubblicato su Il Quotidiano del Sud – L’Altravoce dei ventenni