In Sicilia il primo dottorato nazionale sulla biodiversità che forma i giovani ricercatori

All’ università degli studi di Palermo, per la prima volta in Italia, saranno rese disponibili ben 34 borse di dottorato che daranno avvio a progetti di ricerca mirati a studiare, indagare e scoprire, tramite approcci differenti su un’ampia gamma di tematiche, la biodiversità. Questa ‘missione scientifica’ sarà affidata a 34 giovani ricercatori e ricercatrici attraverso una borsa di studio per il primo dottorato di interesse nazionale (DIN) sulla biodiversità.

Il programma, voluto dal National Biodiversity Future Center (NBFC) – uno dei cinque centri nazionali dedicati alla ricerca di frontiera per la conservazione, ripristino, monitoraggio e valorizzazione della biodiversità italiana e mediterranea – che trova sede presso l’ateneo palermitano e coordinato dal CNR in collaborazione con altri 48 enti partner, mira, con orgoglio, a promuovere la formazione e il lavoro di ricerca di giovani menti appassionate a cui è affidato un ruolo centrale nella salvaguardia della biodiversità, una risorsa inestimabile che merita protezione e attenzione.
La biodiversità, oggi, è da considerarsi un asse strategico su cui l’umanità può contare per fronteggiare la grave crisi climatica che sta investendo il nostro pianeta. Possibili risposte e soluzioni potranno arrivare dai più di 2000 scienziati, ricercatori e tecnologi, che stanno già sviluppando i tanti progetti del NBFC finanziati complessivamente con 320 milioni di euro.

L’originalità del percorso risiede nell’elargizione di borse di dottorato – in parte finanziate dal NBFC e in parte dalle università partner – in un numero straordinario rispetto alla media dei dottorati generalmente promossi dai singoli atenei italiani. Si tratta di un investimento totale pari a 1.700.000 euro da parte del NBFC e 850.000 euro dai co-finanziatori, reso possibile da uno dei risultati tangibili di grande rilevanza che NBFC – grazie ai fondi europei PNRR della missione 4.2 – Ricerca e Innovazione – sta mettendo in atto per quanto riguarda il monitoraggio, il recupero, la valorizzazione e la conservazione della biodiversità in Italia e nel mondo, dal mare alla terra, fino all’ecosistema delle aziende, il cui ruolo è fondamentale per l’innovazione. La mission coinvolgerà tutti gli enti formativi: l’università di Palermo sarà responsabile della gestione dei corsi di dottorato, mentre la supervisione curricolare sarà affidata ai gruppi di ricerca degli enti co-finanziatori, garantendo un’eccellente formazione per i dottorandi.

Una collaborazione ed un impegno economico, non di poco conto, che riflette il forte interesse delle istituzioni coinvolte, nel sostenere la ricerca sulla biodiversità. «Un’occasione importante per il nostro paese» ha dichiarato il presidente di NBFC Luigi Fiorentino continuando: «L’avvio del primo dottorato di ricerca in biodiversità è un successo di NBFC. Un dottorato con una impostazione interdisciplinare, un’autentica occasione di formazione avanzata su un tema di frontiera. Il sistema economico, le istituzioni, non solo gli enti di ricerca, avranno sempre di più bisogno di donne e uomini esperti di biodiversità. NBFC continuerà, anche con altre iniziative, a formare competenze in un ambito che potrà essere sempre di più valorizzato in una prospettiva dinamica e di sviluppo».

Il fondo sarà ripartito tra 21 ricercatrici e 13 ricercatori, la cui età media è di 28 anni. Una visione avanguardista anche rispetto alla scelta dei dottorandi: la ricerca scientifica scavalca il divario di genere, scommettendo in quantità maggiore sulle giovani ricercatrici nonché l’Italia, rappresentata dagli enti di ricerca e universitari, decide di investire offrendo una opportunità a giovani talenti supportandone la formazione attiva. I giovani dottorandi indagheranno la biodiversità del mare e quella delle acque dolci, la biodiversità terrestre e quella delle città, così come l’approccio one health, alla scoperta di soluzioni tecnologiche innovative.

Sul progetto è intervenuto anche Gianluca Sarà, coordinatore del DIN: «É la prima volta che in Italia si investe sulla biodiversità in modo esplicito con il NBFC e il dottorato nazionale in biodiversity. È il perfetto compendio allo sforzo dei quasi 2000 ricercatori. Come naturale risultato di ciò, i giovani che si formeranno con il dottorato saranno i veri protagonisti dell’integrazione della biodiversità nelle politiche decisionali nazionali e internazionali».

Articolo pubblicato su Il Quotidiano del Sud – L’Altravoce dei ventenni