Il racconto di Valerio Gallo campione del mondo di Gran Turismo

Il mondo degli Esport, in Italia, è in continua espansione. Attualmente, il suo valore è stimato attorno ai 47 milioni di euro, ma i numeri sono destinati a salire. Valerio Gallo si avvicina al mondo degli Esport nel 2018, la sua storia fatta di tanti sacrifici sfata alla perfezione i preconcetti che ruotano ancora su questi atleti e su questo settore. Allenamenti, sudore, intensità e disciplina sono solo alcune delle caratteristiche che appartengono ai giocatori coinvolti nei maggiori campionati. Valerio Gallo nel 2021 riesce a ottenere un importante premio, conquista il titolo FIA GT Championships 2021 Nations Cup di Gran Turismo. 

Come ti sei avvicinato al mondo degli esport?

Sono venuto a conoscenza degli esport nel tardo 2018 dove i campionati FIA erano appena iniziati. Non ho preso parte alla prima stagione dei campionati, tuttavia ho recuperato iniziando con le qualificazioni ai world tour. Mi sono qualificato ai world tour di Tokyo, alle finali mondiali di Monaco e ai world tour di Sidney. Tra le cose l’ultimo evento pre-covid. A causa della pandemia ci siamo arrangiati, realizzando le corse online da casa. Da qui è iniziata tutta la mia carriera, anche se avevo già un’esperienza dei vecchi Gran Turismo dove correvo soltanto amichevolmente

Il traguardo che hai ottenuto all’ultimo torneo è impressionante, come hai fatto a prepararti alla competizione, quanto è stata dura diventare campione del mondo di Gran Turismo?

È una domanda che penso si sia già risposta da sola, perché avete visto quanta passione ed emozioni ho tirato fuori. L’adrenalina credo sia la migliore benzina per poter affrontare un evento. Oltre a questo, ovviamente, l’allenamento costante. Tenersi sempre allenati sulle piste, sulle traiettorie, sulle staccate, sul comportamento della macchina, è fondamentale. Tutto questo sempre con la giusta moderazione in quanto allenarsi troppo può essere anche controproducente. Cerco di allenarmi il giusto per poter anche trovare bello della guida. Mi diverto quando lo faccio, penso sia la cosa più importante.

Come vedi il mondo degli esport in futuro? L’Italia ha ancora molto da imparare rispetto agli altri paesi?

Credo che si debba valorizzazione meglio il settore degli esports. Ci sono tantissimi ragazzi che si stanno appassionando agli esport e hanno voglia di cimentarsi in questa avventura. Tra il lavoro e la scuola ritagliarsi del tempo per gli esport è veramente un grosso sacrificio. Inoltre, investire del tempo per qualcosa che non è riconosciuto pienamente non è facile. Spesso ti trovi in quel bivio in cui non sai se continuare, oppure ritirarti e focalizzarti sulla tua vita personale. Se pensiamo agli Stati Uniti dove, ad esempio, le università istituiscono proprio i team esport capisci che qui c’è ancora tanta strada da fare.

Articolo pubblicato su Il Quotidiano del Sud – L’Altravoce dei ventenni

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