Giovanissimi, aumentano le incertezze sul futuro

I dati dell’Osservatorio Europeo sulla Sicurezza dipingono uno scenario a tinte fosche

Disincantati dalla politica, ansiosi e più vulnerabili, alle prese con un futuro incerto e prospettive di vita peggiori rispetto alle generazioni precedenti: sono gli adolescenti di oggi, fotografati dalla quindicesima edizione dell’Osservatorio Europeo sulla Sicurezza, progetto nato su iniziativa di Fondazione Unipolis con il supporto di Demos&Pi. Lo scopo delle indagini condotte dall’Osservatorio è analizzare l’andamento nel tempo delle fonti di insicurezza dei cittadini europei e l’ultima edizione è stata dedicata ai più giovani e alle insicurezze legate all’adolescenza. La ricerca è stata effettuata su un campione di 4.000 cittadine e cittadini e i timori dei più giovani sono stati tratteggiati a partire dalla prospettiva degli adulti attraverso cinque dimensioni: la sfera individuale, la sfera relazionale, la sfera scolastica e lavorativa, la sfera sociopolitica e quella mediale.

Gli adolescenti europei si mostrano negativi, in maniera unanime, sulle prospettive future in termini di posizione economica e sociale e appena il 14% degli intervistati ritiene che il loro futuro sarà migliore rispetto a quello dei genitori. Solo in Finlandia si registra una maggioranza relativa, pari al 43%, di giovani che delineano un quadro di stabilità in cui prevedono di vivere condizioni “più o meno uguali” a quelle della generazione precedente. Il 51% degli intervistati ritiene che lo status socioeconomico sia destinato a peggiorare. Ben il 65% degli italiani ritiene che avranno un futuro “peggiore rispetto a quello dei genitori”, mentre solo per il 6% il futuro sarà “migliore”.

L’Italia emerge quale Paese più insoddisfatto anche in termini di prospettive lavorative, sebbene questo sia segnalato al quinto posto tra i problemi che destano maggiore preoccupazione. Negli altri Paesi le preoccupazioni lavorative sono collocate fra i primi tre problemi per i giovani dal 13% degli intervistati in Francia, dal 12% in Germania e dal 9% in Finlandia. A dominare, poi, l’ideale agenda di governo suggerita dai cittadini europei sono temi lavorativi: la disoccupazione, il lavoro e l’inflazione. In particolare, in Italia il 39% degli intervistati segnala un tema economico quale emergenza prioritaria. Solo il 30% è soddisfatto dell’attuale andamento economico generale, contro il 35% di media UE.

Cresce il peso specifico del benessere economico nelle vite degli adolescenti, per i quali la ricerca del successo e della ricchezza sono aspetti che influenzano la prospettiva futura più di quanto avvenisse in passato, soprattutto in Italia.

Per quanto riguarda la politica, il contesto italiano presenta un forte disincanto. Il ricambio generazionale vede un indebolimento della politica quale elemento di partecipazione identitaria nelle forme tradizionali e per il 61% degli italiani – contro il 43% di media UE – gli adolescenti pensano che la politica non li riguardi. L’indebolimento dell’impegno politico rispetto alle generazioni precedenti non corrisponde per forza a un interesse totale: temi quali la spinta pacifista, la lotta alle discriminazioni, la sensibilità ambientale e l’apertura verso i fenomeni migratori sono solo alcuni degli aspetti che le nuove generazioni abbracciano e ritengono rilevanti.

Tra gli otto problemi che, secondo i cittadini europei, caratterizzano l’adolescenza il primo riguarda l’uso di sostanze quali farmaci, droghe o alcol. Il livello d’allarme più forte si registra proprio in Italia, dove a condividere questa preoccupazione è il 40% degli intervistati. Segue poi la dipendenza da dispositivi digitali, sebbene i timori maggiori per l’influenza delle nuove tecnologie si registrino in Germania e Finlandia.

Per quanto riguarda il benessere psicologico, la pressione della società sui più giovani è divenuta così forte che il 18% del campione generale e il 76% di quello italiano indicano depressione e ansia quali rischi cui i giovanissimi sono maggiormente esposti rispetto alle generazioni precedenti. Seguono le preoccupazioni per il carico di studio eccessivo, la solitudine e le problematiche legate al rapporto con il corpo.

Sebbene in diminuzione rispetto alla rilevazione precedente, a destare maggiore apprensione è infine l’insicurezza globale per il 71% dei cittadini.

L’Italia e l’Europa in generale non sono visti come Paesi per giovani, i cui timori per il presente e il futuro sono in aumento. L’auspicio è che le istituzioni ascoltino le esigenze delle generazioni future e si facciano finalmente carico di risposte concrete.

Articolo pubblicato su Il Quotidiano del Sud – L’Altravoce dei ventenni