Quant’è bella l’allegria

Tormentoni sotto l’ombrellone

Estate: tempo di vacanze, relax, viaggi lunghissimi e musica in sottofondo. Già dalla primavera è un fiorire di nuovi singoli, melodie suadenti, ma soprattutto collaborazioni, alla conquista dell’ambito titolo di tormentone dell’anno. Se negli anni Ottanta e Novanta gli artisti gareggiavano per lo più in solitaria, gli anni Duemila ci hanno abituati a duetti, terzetti e unioni – anzi, sarebbe più corretto chiamarli featuring – che durano un’estate, come amori effimeri da lasciare sulla spiaggia o in collina prima del rientro. Tra vecchie conoscenze della bella stagione e new entry, scopriamo le hit di questa afosa estate di ripartenza.

“Mama, liberata dal karma, Calipso fai l’alta marea”: quella di Madame non è la classica canzone estiva, è molto di più. La cantante vicentina, rivelazione dell’ultima edizione di Sanremo ma già nota nel panorama urban, canta un sogno erotico, un amore libero da paure che esplode, ma da lasciare nella fantasia. Marea è una canzone che, in fondo, va bene per tutte le stagioni.

“I wanna be your slave, I wanna be your master, I wanna make your heart beat run like rollercoasters”: freschi di vittoria a Sanremo e all’Eurovision Song Contest, i Måneskin ne combinano un’altra delle loro e sganciano la collaborazione con Iggy Pop come una bomba inaspettata. Mentre in Italia ci si interroga ancora se loro siano sufficientemente rock, il padrino del punk ci guarda dall’alto in basso e benedice la band dando un senso nuovo, forse anche completezza, a un testo basato sulla ricerca della redenzione. Una collaborazione che è un simbolo, un punto di partenza e arrivo al tempo stesso.

“Forse non sarà una canzone a cambiar le regole del gioco, ma voglio viverla così quest’avventura, senza frontiere e con il cuore in gola”: a volte ritornano, insomma. Un’estate italiana, nota ai più come Notti magiche, scritta da Giorgio Moroder, intitolata inizialmente To be number one e poi riscritta da Gianna Nannini e Edoardo Bennato, torna dai Mondiali ’90 come una profezia per l’estate 2021 per accompagnarci nelle notti degli Europei come metafora calcistica e non solo.

“E mentre il sole sale, sale, sale, sale su e a chi ci vuole male male male una makumba”: c’è chi ha letto cantando e chi mente. Tra rap e cantautorato, Noemi e Carl Brave regalano una hit scanzonata, leggera, a tratti cantilenante, incalzante e soprattutto efficace.

“Far l’amore è come ballare, sotto un cielo spettacolare”: squadra che vince non si cambia e allora riecco la premiata ditta Takagi e Ketra in compagnia di Giusy Ferreri con Shimmy shimmy. Passati i tempi delle favelas e dell’Africa sahariana, presentano una formula collaudata fatta di melodia accattivante, un tocco di tabla e voce graffiante. L’unico problema? A lungo andare, questa ricetta potrebbe stancare anche gli ascoltatori più affezionati.

“Quant’è bella l’allegria, devo ricordarmelo, ho bisogno di allegria, non dimenticarmelo”: composta da Jovanotti, prodotta nientepopodimeno che Rick Rubin, L’allegria è un brano arabeggiante e al tempo stesso carico di atmosfere sixties, che confonde e, paradossalmente, funziona. Quanto meno in radio. Gran parte del merito va, probabilmente, a una parola magica contenuta nel testo: ripartire.

“Sai che non m’importa di stare solo? Voglio dividere la notte con te e quando pensi di andare a dormire ricominciamo a saltare”: Cinema di Samuel e Francesca Michielin è la luce in fondo al tunnel post pandemia. L’ascoltatore viene catapultato in un universo di riferimenti a icone pop e opere cinematografiche, da Tinto Brass a Truffaut, miscelate come un cocktail perfetto per il ritorno alla tanto agognata normalità.

“Labbra rosso Coca-Cola, dimmi un segreto all’orecchio stasera”: chissà qual è stata la molla che ha portato Orietta Berti, Achille Lauro e Fedez insieme in studio? Mille mette insieme twist, anni ’60 e guizzi di trap, con la voce di Orietta nazionale che sembra riportarci indietro nel tempo e rimettere tutto a fuoco. La canzone o lo spot dell’estate?

“Andate via, ma come vi è venuto in mente? È tardi tardi tardi tardi tardi, per me sirena tra la gente”: in Toy boy Ornella Vanoni, come una novella Gloria Swanson, è alle prese con la “fissa” di Colapesce e Dimartino, tra amor fou, isole Eolie e atmosfere tropicali. Può una canzone nata per gioco diventare una hit divertente, leggera e raffinata con quel tocco di je-ne-sais-quoi? A quanto pare, sì. E ce n’è abbastanza, insomma, per soddisfare qualunque palato. Buona estate italiana!


Già pubblicato su L’Altravoce dei Ventenni-Quotidiano del Sud 09/08/2021