Centri Storici Italiani: Luoghi Da Vivere o Da Affittare?

Hotel o appartamento?“: è questa una delle domande più comuni che in questo periodo dell’anno milioni di persone si pongono una volta deciso di mettersi in viaggio. La lotta tra questi due tipi di vacanza instauratasi negli ultimi anni non si limita più alla discussione sulla colazione inclusa o sulla presenza di un parcheggio custodito a meno di 500 metri dalla struttura. E’ ben più profonda, e si intreccia con la quotidianità di migliaia di persone che vivono, spintonano tra la calca, difendono i loro territori dall’incuria ambientale, o che sono state pian piano allontanate dai centri storici di città d’arte e luoghi turistici, troppo costosi per i comuni mortali. In alcuni casi il prezzo è ancora più alto, come quello pagato da Gaia, 24enne investita da un suv l’8 Luglio in pieno giorno a Porto Cervo mentre andava a lavorare come baby sitter.

Lotta profonda ma anche diffusa, a tal punto che il 15 giugno in tutta Europa si sono concretizzate manifestazioni di protesta coordinate (dell’associazione Southern Europe Network Against Touristification) contro il fenomeno dell’overtourism.

Barcellona, Venezia, Palma di Maiorca, Genova, Lisbona, i residenti sono scensi in strada per chiedere una presenza turistica meno predatoria e monopolizzante dei loro luoghi di vita. Persino un popolo devoto al dovere e al servizio come quello nipponico “sta valutando di aumentare di dieci volte la tassa di soggiorno a Kyoto, mentre la tassa per scalare il Monte Fuji è già raddoppiata a 4000 yen”. Questa è solo una parte degli esempi citati dalla stampa nazionale ed estera di recente; anche altre città come Londra stanno vivendo lo stesso sentimento: è di inizio giugno la notizia che i residenti del famoso quartiere di Notting Hill, stufi del flusso di visitatori alla ricerca di un selfie nel neighbourhood, per renderlo meno pittoresco ed arginare il fenomeno hanno dipinto le facciate delle loro case vittoriane di nero.

Il filo conduttore che lega queste città con diverse latitudini, lingue, culture e tradizioni è il flusso turistico che negli ultimi 10 anni è incrementato in modo non sostenibile favorendo lo smembramento delle comunità, punto stesso di forza di questi luoghi densi di storia e tradizioni. E la reazione delle comunità, con diverse latitudini, lingue, culture e tradizioni, si è dimostrata anch’essa comune: cittadini con cartelli urlanti “Your holidays, my misery” e “Mass tourism kills the city” hanno sparigliato per qualche ora gli scenari da cartolina più instagrammati al mondo.

(Photo credit: Kampus Production)

In Italia la città di gran lunga più oggetto del fenomeno – ben prima della nascita delle piattaforme di prenotazione online – è sicuramente Venezia. Non a caso l’imprenditore miliardario statunitense Jeff Bezos ha deciso di riservare per tre giorni la città per il suo matrimonio donando 3 milioni di euro per il disturbo. Disturbo che è stato mal sopportato sia dai critici del menù della cerimonia (che non comprendono la connessione tra piatti prettamente campani con il territorio lagunare che ha ospitato l’evento), sia dalle numerose associazioni e collettivi autonomi di residenti che non più sono disposti a lasciare che la loro città diventi una mangiatoia per turisti mentre affonda in un mare di selfie – e non solo.

(Photo credit: Deeana Arts PR)

Sul web i centri studi turistici delle grandi città propongono analisi complete sia dello stato attuale sia dell’evoluzione del fenomeno, che si va ad incastonare in un quadro generale di sempre più progressiva interconnessione territoriale cui abbiamo assistito negli ultimi 15 anni, soprattutto nei confini continentali europei.

Evoluzione e allargamento dell’utenza dei siti di interesse italiani che ha evidentemente colto di sorpresa i vertici della gestione del patrimonio artistico e culturale centrale e locale, dal momento che i giornali nazionali titolavano a fine a Novembre 2024 che il murales di Maradona nel centro storico di Napoli è stato il luogo più visitato d’Italia del 2023, secondo solo al Colosseo. In una Nazione che secondo l’UNESCO “detiene il maggior numero di siti inclusi nella lista dei patrimoni dell’umanità” (60) è legittimo aspettarsi qualcosa di più. Ma se si incrocia questo dato con quelli dell’analfabetismo funzionale galoppante e la difficoltà da parte di molti a leggere almeno un libro l’anno, i risultati non dovrebbero soprendere più di tanto il lettore.

Ma il problema “risiede” solo nei B&B, e in una struttura carente di marketing turistico?

(Photo credit: Deadbird)

Purtroppo la narrativa che i piccoli e medi imprenditori degli affitti brevi della seconda casa siano parte cruciale della disgregazione delle comunità dei centri storici rappresenta solo una parte della questione. Infatti, tutte le associazioni per la casa sparse per il territorio nazionale indicano gli edifici dismessi o non adeguatamente utilizzati appartenenti al patrimonio pubblico come soluzione quantomeno parziale al problema, senza dover compromettere la crescita economica di territori altrimenti dimenticati dalle istituzioni in periodi di bassa stagione.

La lotta al recupero dei beni pubblici ha caratteristiche così peculiari legate ai territori che riassumerle tutte in un solo articolo di blog sarebbe impossibile. Si può parlare però a livello aggregato di quanto sia grande la fetta destinata ad housing sociale dei 194 miliardi di Euro ricevuti dall’Italia per il PNRR, il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. La Commissione Europea, al momento della crisi Covid destinò quasi il 70% delle risorse raccolte nel Continente all’Italia non solo per la ripresa dalla mazzata inflitta dal Covid, ma anche per portare a standard europei dei territori sempre più dimenticati nel corso del tempo (anche su Venti ne abbiamo parlato – disponibile solo in inglese).

La fine del periodo del programma di aiuti della Commissione è prevista per la fine del 2026, e i dati sul social housing non sono molti. A tal riguardo, la fondazione Openpolis sul suo sito OpenPNRR monitora l’andamento dei progetti legati alla ripresa; i numeri sul tema edilizia pubblica a prezzi calmierati principali sono due: dei 194 miliardi totali spettati all’Italia, solo 2 ne sono stati destinati a questo problema, e che a marzo 2025 poco più del 18% delle somme erano state effettivamente spese a livello nazionale.

Tutte le comunità di residenti così come tutti i suoi turisti (scostumati mordi&fuggi inclusi), si augurano che le città d’arte e luoghi di interesse culturale e paesaggistico riescano a far coesistere residenti che vivano i propri luoghi di origine senza esserne esclusi per scarsa redditività, e persone che da tutti gli angoli del mondo sono disposte a viaggiare per ore pur di immergersi in un Paese che da più di 2000 anni è riconosciuto come riferimento di cultura ed estetica da tutto il mondo.

Ma adesso è tempo di vacanza e dobbiamo accogliere nuovi ospiti, se ne riparla a Settembre.

(foto in copertina: Leeloo The First)

Avatar
+ posts

Lavora con i numeri ma ama le parole. Le sue radici affondano nella Magna Grecia, ma dopo aver vissuto in 5 Nazioni su 2 continenti ha molti posti che può chiamare casa. Storyteller wannabe