La lavanda tra usi e costumi e imprese ecosostenibili

Non c’è dubbio che la lavanda, anzi le distese di campi di lavanda, sono dei posti incantevoli da fotografare o dove essere fotografati. E questo è il periodo perfetto in cui scattare foto “instagrammabili” di noi sorridenti che probabilmente guarderemo con un po’ di nostalgia in autunno. Gli appassionati di fotografia potranno aggiornare il loro portfolio e i modelli/e fare incetta di like sui social, conoscendo qualcosa in più sulle proprietà e i mille usi (e costumi) di questa pianta. Dopo mesi costretti a casa guardando il mondo da una finestra – o da un oblò, come la famosa canzone di Gianni Togni -, immergersi nella natura, nei colori viola e nel profumo della lavanda è un toccasana per lo spirito e per la mente.

Sapevate infatti che la lavanda ha un potere calmante?! Questa proprietà consente grazie agli infusi o alle tisane a base di lavanda di rilassarsi e favorire l’addormentamento ma può essere utilizzata anche come calmante in situazioni stressanti della vita quotidiana. E anche lo stesso colore viola, apprezzabile in tutte le sue tonalità che sfumano al grigio-blu esplicano tale funzione. La lavanda con questo odore caratteristico, quasi inebriante, ci fa pensare ai paesaggi della Provenza e alla Francia dove si trovano campi a perdita d’occhio. In realtà questa pianta cresce spontaneamente a diverse altitudini in tutta l’area del Mediterraneo ed era infatti ben nota agli antichi Romani che la impiegavano nell’acqua dei bagni termali e come base per raffinati profumi. Andando ancora più indietro nel tempo, scopriamo che gli Egizi facevano uso dell’olio di lavanda per cospargere i defunti nella pratica dell’imbalsamazione. Si narra che nella tomba di Tutankhamon furono trovati residui di fiori di lavanda tra le varie erbe utilizzate per profumare il faraone. Nella notte di San Giovanni in cui ricade il solstizio d’estate, veniva raccolta dai preti per curare i bisognosi. La lavanda è infatti un antisettico e antibiotico naturale utile per curare infiammazioni del cavo respiratorio (raffreddore, tosse, sinusite) e per infezioni genito-urinarie come la cistite.

Generalmente conosciuta per l’uso cosmetico e casalingo (viene infatti utilizzata per profumare l’ambiente o negli armadi per allontanare le tarme), sotto forma di olio puro o diluito si presta per tantissime indicazioni. Come analgesico per alleviare dolori muscolari, cicatrizzante per piccoli tagli, abrasioni e problematiche della pelle come smagliature e cellulite, antisettico per la cura dell’acne. E, proprio in estate, la lavanda può essere un ottimo alleato contro due nemici della pelle: le scottature solari e le zanzare, agendo sia come lenitivo che come repellente. Si racconta che il chimico francese Gattèfosse inventore dell’aromaterapia rimase gravemente ustionato ad una mano durante i suoi esperimenti. Sapendo che in medicina la lavanda veniva utilizzata per le scottature e l’infiammazione, immerse la mano in un recipiente contenente olio di lavanda  che si trovava sul banco di lavoro. Rimase così sbalordito dai risultati che iniziò a studiare le piante officinali e le loro proprietà terapeutiche.

La “Loricanda” di Morano Calabro (CS)

Tutte queste caratteristiche e proprietà hanno reso la lavanda una pianta molto nota e negli ultimi anni sono moltiplicate le coltivazioni. In tutta Italia, da nord a sud, è possibile passeggiare tra le profumate vie della lavanda stando attenti, tra una foto e l’altra, a non disturbare le api, attirate anche loro da questi fiori incantevoli. Tuttavia i proprietari del parco della lavanda a Morano Calabro, in provincia di Cosenza, in occasione della nostra gita associativa, ci hanno riferito dell’inoffensività delle api, le quali volando di fiore in fiore per cibarsi del nettare, non si curano poi tanto dei visitatori. Le arnie poste strategicamente in prossimità del campo permettono la produzione del miele di lavanda che, come l’oleolito prodotto dai fiori, ha proprietà curative. Può essere usato infatti come distensivo e rilassante del sistema nervoso, per placare il mal di testa, per calmare la tosse e anche per curare spasmi e dolori a livello del tratto gastro-intestinale.

Due fotografi in cerca dello scatto perfetto…

La visita guidata nel parco di Morano, mi ha permesso di scoprire il mondo viola della lavanda con le sue varietà di piante, circa 50 tipi. La passione e la cura dei proprietari è visibile in tutti i particolari dell’azienda dalla manifattura alla realizzazione dei prodotti finiti. Questa di Morano è una bellissima realtà che permette di godere dei paesaggi della Provenza a pochi passi da casa ed è anche un ottimo esempio di economia ecosostenibile. Avviare una coltivazione di lavanda può essere da spunto per rilanciare un’azienda agricola esistente diversificando la produzione, e può diventare una fonte di reddito per chi è in cerca di un lavoro autonomo ed ha la passione per l’agricoltura e i cosmetici naturali. Sarebbe quindi possibile avere tanti piccoli angoli di Provenza dove passeggiare, rilassarsi e fare delle foto incredibili acquistando prodotti a km 0.

Un tramonto viola di Lavanda Angustifolia