Gli ideali scout nella carriera politica di David Sassoli

Buona strada

È la frase conclusiva che ho sentito più volte ai telegiornali per salutare il Presidente della commissione Europea, David Sassoli.

Ricordo bene queste due parole; non esiste alcuna persona che sia stata negli scout per tanto o poco tempo che non l’abbia udite almeno una volta. È un saluto universale che suggerisce, nel momento preciso in cui le strade stanno per dividersi, che uno scout continui a percorrere il proprio cammino nel migliore dei modi.

Agli scout si cammina parecchio. Ricordo perfettamente il “buen camino” (buona strada) che rivolgevo a perfetti sconosciuti lungo il cammino di Santiago. Lo stesso augurio lo ricevetti di riflesso negli interminabili km percorsi a piedi con zaino in spalla prima di raggiungere la cattedrale di Santiago. Buona strada è anche il saluto quando si prende la “partenza”, quando si conclude il cammino negli scout. Ma non è un addio: è solo un arrivederci. Nonostante le strade stanno per dividersi ci sarà sempre un legame tra chi prende la partenza e chi invece rimane, una sorta di filo invisibile che non verrà mai reciso anche a distanza di molti anni. Infatti come dice un famoso detto latino semel scout, semper scout (scout una volta, scout per sempre).

David Sassoli era quindi uno scout, anzi un capo scout come testimoniano alcune foto dell’epoca. Il capo scout non identifica un ruolo di potere o di autorità ma rappresenta per tutti i novizi una guida e per i più grandi un punto di riferimento. Chi diventa capo si assume molte responsabilità, si preoccupa di organizzare ogni uscita di gruppo per pochi o tanti giorni, ma soprattutto si preoccupa che ognuno rispetti l’altro e che ci si aiuti nelle piccole difficoltà. Il ruolo del capo scout è in primis un esempio e in secondo luogo un garante.

L’idea che mi sono fatta in questi giorni dell’ex presidente della commissione è di una persona autorevole spinta da ideali di democrazia e di europeismo a svolgere il suo incarico con passione ed ambizione. I suoi valori saldi e inscalfibili sono stati messi a servizio dello Stato per costruire un Europa migliore e come dice Paden Powell, il fondatore degli scout per lasciare il mondo un po’ migliore di com’è stato trovato.


Articolo pubblicato su Il Quotidiano del Sud – L’Altravoce dei ventenni