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Come il Covid ha cambiato il modo di vivere le relazioni

Sembra che ormai ne stiamo uscendo o forse un po’ tutti ci speriamo e non vediamo l’ora che qualcosa cambi. Siamo stanchi, non ce la facciamo più a guardare l’altro e a provare a capire come sta oltre quella mascherina. Ci siamo adattati, abbiamo imparato a guardarci negli occhi e a capire se questi erano tristi, felici, spaventati, arrabbiati, disgustati. Abbiamo imparato a dover stare distanti dall’altro, a non poterlo toccare, a provare a consolarlo, senza poterlo abbracciare.

Quanta fatica abbiamo fatto e continuiamo a fare. Se la fanno gli adulti, pensiamo un po’ a quanta ne fanno i ragazzi, soprattutto adolescenti, in cui lo stare a contatto continuo è qualcosa di importante, quel sentirsi pelle contro pelle, mano nella mano, stretti l’uno nell’altro per gioire o per consolarsi. Pensiamo un po’ a quanto il dover comunicare tramite uno schermo, del telefono, del computer, li abbia portati ad essere ancora più schivi e soli. Si chiede loro perché stanno sempre col telefono in mano, perché non socializzano, perché non hanno amici e così via.

Ma forse l’unica domanda da fare sarebbe “Hai paura?”.

Se li guardiamo bene negli occhi, percepiremo tanto timore, tanta insicurezza, tanta voglia di aprirsi che però si traduce in un chiudersi in se stessi.
E’ come se avessero perso la bellezza dello stare con gli altri ed essendo stati per troppo tempo chiusi in casa, ora è come se dovessero imparare di nuovo come si fa. Eppure se ci si pensa è così facile, così naturale stare di fronte a qualcuno e comunicare, anche solo con un sorriso.
Lo era forse, ma ora soprattutto i ragazzi, è come se temessero di fare o dire la cosa sbagliata, di non piacere all’altro e quindi spesso evitano anche solo di guardarsi. E’ triste questo, siamo degli “animali sociali” e se pensiamo a qualche momento in cui eravamo felici, molto probabilmente ricorderemo che c’era qualcuno con noi, un amico, un partner, un familiare.

Chissà quanti giovani stasera saranno felici con una ragazza o un ragazzo, chissà quanti invece per timore, non avranno chiesto a quel tipo o a quella tipa che piace, di uscire. Probabilmente saranno molti di più i secondi che come ogni anno scriveranno sui social “Anche quest’anno San Valentino lo festeggio l’anno prossimo”.

Ragazzi, aprite gli occhi, aprite di nuovo i vostri cuori! Buttate la paura al di là della vostra mascherina, lanciatevi nelle cose, ri-bellatevi (ri-diventate belli), urlate di felicità. Non bloccatevi di fronte all’altro, magari parlando scoprirete che anche lui o lei, ha le stesse vostre paure, che è insicuro e pensa di essere sciocco. Insieme potrete imparare come si sta bene, di nuovo, di quanto è bello essere amici, innamorarsi.

Ditela quella parola, ditela quella frase, anche se vi sembra sciocca, magari l’altro non aspetta altro. Voi sconfiggerete ogni paura, ogni bruttezza del nostro mondo. Voi siete bellezza! Tornerete presto ad abbracciarvi, ma intanto sognate e tenetevi accanto chi vorreste abbracciare.

Il Covid sarà un brutto ricordo, ma voi pensate a crearne di belli, oggi e sempre!

Erika Broccoli
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1995. Ciociara di origini, vive a Reggio Calabria. Le piacerebbe lavorare come psicologa pediatrica. Il suo motto è "Pensa con la mente di un adulto ma guarda con gli occhi di un bambino". Cerca di essere "L'arcobaleno nella nuvola di qualcun'altro".