Ad un passo dalla finale Federica Di Lieto lascia la cucina di Masterchef 10

I complimenti degli chef, i piatti killer, il record di esterne vinte e l’odio sui social

La decima edizione di Masterchef Italia è stata un susseguirsi di colpi di scena e di rivelazioni. Puntata dopo puntata gli chef si sono dati battaglia alternando strategie ad autentici gesti di amicizia. Cervello e cuore, tecnica ed emozioni, sono stati protagonisti di ogni puntata e presenti in ogni piatto presentato ai giudici.

Ciò ha permesso di conoscere gli aspiranti chef con i loro pregi e difetti e con i loro punti di forza e di debolezza. C’è chi infatti nel Pressure Test ha dimostrato di avere nervi saldi e attenzione ma nel Invention Test non brillava di creatività e c’è chi, al contrario, nella prima prova ha stupito e convinto all’unanimità i giudici per poi nella prova successiva essere addirittura eliminato. Ad un passo dalla finale, Federica Di Lieto, la concorrente cosentina è stata eliminata. In ogni prova si è distinta per tenacia, competitività e spirito di squadra. L’ho intervistata dopo la sua eliminazione per conoscere la sua esperienza e le sue impressioni

Ti ritieni un’aspirante chef di testa o di cuore? E nei tuoi piatti hai preferito utilizzare le emozioni o la tecnica?
Nei miei piatti sicuramente ho usato molto il cervello e anche tantissima fantasia, ma il cuore è il condimento più che necessario per fare un piatto sia bello che buono. Quindi direi entrambi, ma mai la strategia. Ho sempre fatto piatti azzardati e non ho mai giocato sul sicuro.

Tra tutti i concorrenti sei l’unica che detiene il record di esterne vinte. Eppure non è affatto semplice mettere insieme le idee di tanti chef e il loro temperamento che durante le sfide può diventare addirittura più infuocato dei fornelli delle cucine. Quale componente ha giocato in tuo favore permettendoti di vincere tante esterne e quindi evitare il tanto temuto Pressure Test?

L’esterna rappresenta la cucina vera in cui si cucina in brigata e probabilmente quello che ho avuto in più o comunque mi ha favorita è lo spirito di squadra. Gioco a pallavolo da vent’anni e so bene cosa voglia dire stare in gruppo, aiutare il gruppo e quando è necessario supplire quello che un compagno non riesce a fare o si accorge di non riuscire a fare. Una squadra e in questo caso una brigata, deve lavorare in sincronia ma anche in sinergia per cui dove non arriva uno arriva l’altro, ma senza farlo pesare o farlo presente generando polemiche inutili, perché alla fine si lotta per raggiungere tutti lo stesso risultato.

Ora capisco perché ti sceglievano sempre per prima…

Sì [ride], il primo era sempre Antonio e subito dopo io. L’esterna l’aspettavo sempre con voglia di fare, voglia di dimostrare e con grande grinta. Il momento più bello in esterna senza ombra di dubbio è stato quando sono stata finalmente capitano di brigata. Ammetto che ho sognato questo ruolo dal primo momento che ho messo piede a Masterchef e, fortunatamente, il momento è arrivato. È stato bellissimo soprattutto perché sono stata capitana di brigata in una puntata dove c’erano i giudici e in una cucina professionale di un hotel. E lì credo di aver gestito e supportato la squadra in tutto, stando sempre al servizio che poi è quello che un capitando di brigata deve fare. Chiaramente deve anche tirare le redini e assicurarsi che ci sia ordine e unità. Avere la responsabilità dell’intera squadra è un compito molto complicato ma per me è stupendo, e sono contenta di aver avuto questa opportunità e che sia andata anche molto bene.

L’edizione di Masterchef 10 ha ospitato tanti chef italiani e internazionali, alcuni già ospiti delle edizioni precedenti, quali Terry Giacomello, Iginio Massari e Jeremy Chan. Tra i loro piatti quale ti ha dato più filo da torcere nella realizzazione?

Il piatto che al 100% mi ha dato più filo da torcere è stato sicuramente quello che ho dovuto comporre con gli ingredienti di Terry Giacomello. Un’insalata marziana che ha creato non pochi problemi a quelli che l’hanno ricevuta. Ho tentato di dare una chiave di lettura completamente diversa facendo diventare la pianta grassa la protagonista del piatto, quasi equiparandola ad una proteina. Ahimè la quantità di pianta grassa era troppo esigua e alla fine il piatto è venuto fuori veramente “minimal”. Però l’idea di trasformare una pianta grassa che ha impatto zero in una simil proteina è una cosa che voglio perseguire e portare avanti. Sarebbe una versione vegana e ad impatto 0 della carne.

Alla fine nessun male viene per nuocere…

Assolutamente sì, anche da un’insalata marziana può nascere qualcosa di interessante.

A proposito di difficoltà, si può dire che il tuo percorso a Masterchef è stato sofferto fin dall’inizio per la conquista del grembiule bianco e in ogni prova queste difficoltà si sono ingrandite, scontrandosi con il giudizio dei temuti giudici. Da loro hai avuto molte conferme e grandi complimenti, ma anche aspre critiche. C’è un complimento che porterai sempre con te? E invece quale critica ti è dispiaciuto ricevere e non hai digerito?

Sicuramente il complimento e le parole più belle che porterò sempre nel cuore sono legate alle due vittorie delle Mistery Box. La prima in cui lo chef Cannavacciuolo mi disse “Federica il piatto è da brividi” ed io negli occhi dello chef leggevo esattamente questo. Poi le parole di Barbieri con il piatto “Feijoia che joia” che mi disse “ questo piatto ha un equilibrio pazzesco ed hai centrato tutto”, aggiungendo che voleva terminare il piatto e voleva continuare ad innamorarsi della mia cucina.  Queste parole, insieme ad un’affermazione dello chef Locatelli, che sul mio spezzatino di agnello e miele di fichi disse che era una bomba, non le dimenticherò mai. Invece la critica che mi ha fatto più male è legata al primo livello dello Skill Test, cioè la reinvenzione dei grandi classici italiani, il primo dei quali era la mozzarella. In quel piatto avevo cercato di mostrare un lato di Federica che fino a quel momento era stato celato cercando di spiegare il significato degli elementi e raccontare qualcosa di me, questo però non è stato capito e probabilmente anche le mie lacrime sono state fraintese. Non ero dispiaciuta per le critiche ricevute sul piatto perché quelle sono sacrosante, ma mi è dispiaciuto che loro non avessero capito quello che volevo dimostrare e volevo tirar fuori. Quindi quando mi hanno detto “tu hai sempre delle giustificazioni e hai ragione tu” mi è dispiaciuto molto.

Il fatto di non essere stata capita si è riflettuto anche all’esterno e il carattere forte che hai dimostrato in più occasioni e la tua determinazione hanno attirato molte antipatie. Ci sono stati anche molti haters che ti hanno attaccato sui social. Cosa pensi non abbiano capito di te e del tuo carattere o che hanno male interpretato?

Io ho un carattere molto forte e anche un senso autocritico spaventoso. Quindi molto spesso appaio dura ma sono dura in primis con me stessa. Sono estremamente esigente con me stessa e quindi talvolta alcune espressioni e alcuni miei gesti, sono stati interpretati come mie mancanze nei confronti dei giudici, ma in realtà questo non è mai accaduto. Quando Cannavacciuolo mi disse: “Federica non alzare gli occhi al cielo” come a dire “non mi interessa quello che mi state dicendo”, in realtà in quel momento io alzavo gli occhi al cielo pensando agli errori che avevo fatto e arrabbiandomi per averli commessi. Ma questi gesti o esternazioni non erano mai contro i giudici il cui giudizio è insindacabile, e tutte le critiche da loro ricevute sono state importanti e costruttive e mi hanno aiutato a crescere e migliorare. Sul web mi hanno contestato di essere stata irrispettosa e di aver parlato male dei miei compagni di avventura. In realtà riascoltando le mie parole -e invito proprio chi mi ha attaccato a riascoltarle- non ho mai mancato di rispetto a nessuno. Sono una persona molto schietta e sincera che non si nasconde mai e affronta tutto a viso aperto cercando di dire quello che pensa nel miglior modo possibile. Purtroppo non si può piacere a tutti e ognuno ha la sua opinione, però mi è dispiaciuto essere stata percepita per quello che non sono. Ho avuto un bel rapporto con tutti i concorrenti anche se in maniera diversa, e non ho mai pensato male di qualcuno. Sinceramente questo odio sul web non me lo spiego. Oltre al mio carattere forte, anche la mia competitività è stata male interpretata. Bisogna ricordarsi che Masterchef prima di tutto è una gara che può cambiarti la vita e permette di realizzare i tuoi sogni. Quindi se i giudici ti danno lo strumento per mettere qualcuno in difficoltà, sfiderei chiunque a non farlo. La strategia è fine alla gara e soprattutto non attacca mai la persona.

Comunque sei arrivata tra i primi 6 ed è un grande traguardo. Hai potuto destreggiarti nella cucina più importante d’Italia mettendoti alla prova in ogni modo. Ti ritieni pronta dopo questa esperienza a lavorare nella cucina di un grande ristorante, magari capo di una brigata?

Vorrei dirti sì, ma devo ammettere di non essere pronta. Io arrivo dalla cucina di casa e aver vissuto questa esperienza a Masterchef non mi dà le capacità di gestire una brigata in una cucina vera perché è un mondo che io non conosco. Sarebbe arrogante dire “si, sono pronta”. Ho ancora tanto da imparare e non vedo l’ora di avere la possibilità di entrare in una cucina professionale e in una brigata di un ristorante e piano piano imparare e vedere se c’è un po’ di strada anche per me.

Giovedì 4 marzo ci sarà la finale che vede sfidarsi 4 chef completamente diversi tra loro. Chi pensi abbia tutte le carte in regola per vincere e chi ti auguri vinca?

Le risposte coincidono. Tifo spudoratamente per Antonio che stimo tantissimo come aspirante chef. Ha le carte in regola per vincere perché tecnicamente è impeccabile, nell’impiattamento ha una delicatezza e una finezza invidiabili ed ha inoltre una grande conoscenza della materia prima. Poi siamo amici e quindi sono veramente di parte e mi auguro vinca Masterchef 10.