A tu per tu con Aurora D’Amico

Aurora D’Amico è una giovane cantautrice e musicista palermitana dalla voce incantevole. Il 5 novembre è uscito il suo nuovo singolo “You are on my mind” – “una storia che parla di fuggire via dal pensiero di potersi innamorare” – prodotto dall’800ARecords, guidata da Fabio Rizzo, adesso disponibile sulle piattaforme digitali.

Ciao Aurora, raccontaci di te. Quando hai iniziato ad appassionarti alla musica? 
Sono sempre stata circondata dalla musica, a casa abbiamo sempre avuto strumenti a disposizione: ricordo che da piccola mi mettevo al pianoforte a giocare, fino a quando mia mamma ha iniziato a chiedermi se fossi interessata a prendere lezioni; in questi anni la musica è stata per me un rifugio, e anche se in alcuni momenti l’ho messa in secondo piano per dare priorità alla scuola, la musica ritornava sempre;a18 anni quando frequentavo l’ultimo anno di liceo classico mi sono iscritta al conservatorio – perché il mio sogno all’inizio era quello di diventare compositrice di colonne sonore – come John Williams, Ennio Morricone; avevo riconosciuto la passione per la musica ma non avevo ancora individuato il percorso giusto per me, quindi studiavo e nel frattempo continuavo a comporre canzoni. Poi ho scoperto i corsi di diploma online del “Berklee Music College”, senza la difficoltà di dovermi spostare a Boston: era più sul “songwriting” – avevo quindi trovato questa realtà che da noi ancora non esisteva – e nel 2014 non c’era nessuno che facesse corsi simili, con musica in inglese, quindi ho capitoche l’associazione di musica e testo poteva essere un vero e proprio percorso di studio, finché ho messo insieme le mie canzoni e sono andata a registrarle da un amico in Inghilterra, e lì è nato il primo EP “Barefoot”. Poi c’è stata la conoscenza con Fabio Rizzo di 800ARecords, quindi è stata una sorta di biglietto da visita per il mio lavoro successivo che è stato “So many things” prodotto appunto da Fabio.

Quali sono i temi principali delle tue canzoni?

Ho iniziato a scrivere da adolescente, ed essendo canzoni che si basano sulle esperienze personali della mia vita, il tema ricorrente è quello che riguarda le relazioni, d’amicizia, d’amore e il mio rapporto con la Sicilia. Io vedo la scrittura come una sorta di rifugio, come un luogo in cui posso sfogarmi, e riverso lì tutto ciò che vivo, le riflessioni, e ciò mi aiuta a rielaborare e ad essere poi una persona più “leggera” durante la giornata.

Dove trovi l’ispirazione? 

L’ispirazione esiste, ma quando questo diventa il tuo lavoro non puoi stare lì ad aspettare che arrivi, perché sennò potresti stare fermo per anni, quindi fare affidamento solo sull’ispirazione è sbagliato. A volte arriva come un flusso creativo, magari sono stata ferma per mesi e poi in mezz’ora ho scritto una canzone, altre volte invece arriva quando lavoro per giorni, perché l’ispirazione è anche il risultato del duro lavoro.

Raccontaci del tuo nuovo singolo “You are on my mind”.

Per anni mi sono presentata come la cantautrice chitarra acustica e voce – un’immagine di me che non sto mettendo via o rinnegandoperò c’è anche un altro aspetto del mio carattere che è quasi “prepotente”, più sicuro, che ho tirato fuori con “You are on my mind”, con un arrangiamento diverso, con suoni elettronici nuovi: ci sono delle giornate in cui esci e fai qualcosa di più movimentato – ed io ho scritto questo pezzo più “pop”- diverso dal mio stile malinconico, e sento che mi rappresenta. Per quanto riguarda la storia a me piace raccontarla così: a volte quando ci innamoriamo non sempre è il momento giusto, sia per noi, che per l’altra persona, e quindi rifiutiamo il sentimento, che diventa quasi un ossessione. E’ una storia in cui il protagonista vuole allontanare il pensiero di innamorarsi ma non ci riesce perché è un pensiero insistente che torna alla mente: è un lavoro abbastanza forte quello di voler respingere un sentimento, però è tutto molto ironico, più spensierato, questo testo, questa “crisi” , viene associata ad una musica che è un beat su cui si può ballare. E’ quasi un voler scappare ma sai che non hai scelta, che non vinci tu, ma l’amore.

Quanta forza e determinazione ci vuole a perseguire i propri sogni?

Di forza e determinazione ce ne vuole veramente tanta. Tutti gli esseri umani hanno sogni e immaginazione, ma bisogna impegnarsi per portare questi sogni nella realtà: voglio circondarmi di persone che credano che ciò che sogno e immagino sia possibile, che lavorino insieme a me affinché io possa raggiungere i miei obiettivi, ed è molto importante perché nel momento in cui sei circondato da persone negative allora è difficile avere forza. E’ qualcosa che viene da dentro, ma è anche importante averla attorno. Penso che in questo periodo più che mai ho considerato la forza del lavoro di squadra; sì, io ho la mia determinazione personale tuttavia sono convinta sia fondamentale trovare la persona giusta che ti sostenga, perché ad un certo punto hai bisogno di qualcuno, sia per un supporto emotivo ma anche per andare oltre i tuoi stessi limiti, che sia un insegnante di pianoforte, un produttore. Infatti tante volte mi sono rivolta a Fabio Rizzo e sono veramente grata alle persone che mi circondano.

Che suggerimenti daresti ad altri cantautori?

Il mio primo suggerimento è sempre quello di studiare: ognuno di noi ha il suo talento naturale, ma è fondamentale ricercare, fare esperienza sul campo, essere una persona umile e disposta ad ascoltare chi ha fatto quel percorso prima di te; ciascuno ha la sua opinione, ma l’opinione personale è sempre in evoluzione. Un altro suggerimento è di non lanciarsi subito al pubblico, sui social, penso sia fondamentale prendersi del tempo per lavorare su sé stessi, perché poi più in là quando ti migliorerai potrai pentirtene, e ritorna qui il discorso dell’opinione che uno ha: non si può pensare di avere sempre la stessa opinione, devi darti del tempo per capire chi sei, cosa vuoi, io ho cambiato il mio percorso tante volte prima di capire che volevo lavorare come musicista.

Che progetti hai per il futuro?

Nel 2021 uscirà un nuovo singolo, e poi arriverà anche il disco per intero: ad oggi sono usciti due singoli, “A sentimental war” a gennaio e “You are on my mind” il 5 novembre; quindi i progetti sono le registrazioni in studio e quando ci sarà la possibilità la prima cosa che voglio fare è sicuramente un bel viaggio, e se c’è anche la musica in mezzo, ancora meglio!

La pandemia purtroppo ha condizionato molto il panorama musicale e la vita degli artisti, bloccando molti concerti ed occasioni d’incontro dal vivo. Come stai affrontando le difficoltà legate a questo momento?

Durante il primo lockdown ho staccato la spina con i social media, vedevo i miei colleghi musicisti organizzare dirette, workshop, interventi, interviste, tutto da casa, io invece ho preferito stare un po’ “in silenzio” e la prima fase l’ho affrontata leggendo, dipingendo e suonando; questa seconda fase invece, mi ha dato comunque uno spiraglio di libertà, la possibilità di lavorare in studio; adesso sono tornata a lavorare su di me, studio pianoforte, leggo, ascolto dischi nuovi. Ci tengo a mantenere il contatto con chi mi segue, ad esempio su Instagram, a sentire come stanno le persone, e a fare qualcosa per farci sentire uniti. Su Spotify ho creato una playlist collaborativa e ognuno ha inserito delle canzoni che rientrassero nel tema “On my mind” quindi nella mia mente, e vedere questa playlist con tanti nomi è stato un bel modo per scoprire musica nuova e collegarci l’un l’altro. Ho anche pensato di fare delle dirette in cui suono su richiesta, perché se posso aiutare qualcuno che si sente solo, soprattutto in questo difficile momento, lo faccio con piacere.

Come possiamo aiutare il mondo della musica?

Bisognerebbe informarsi su come vanno avanti gli artisti, perché molto del nostro guadagno proviene dai live, e nei live non solo acquisti il biglietto ma anche il cd, la maglietta, la borsa. Alcune band che seguo hanno fatto dei live stream a pagamento: quindi acquistando il biglietto sai che tutto il ricavato arriva a loro; dal punto di vista dei fan questo è il momento in cui bisogna cercare di capire ogni artista che seguiamo come ci sta chiedendo di aiutarlo, e magari concentrarci un po’ di più sugli artisti emergenti.