Scopri la prima parte QUI e la seconda QUI!
Se non sei di Roma, come detto prima, prendi un B&B là vicino e stai una meraviglia almeno per i giorni dei temi, perché sei vicino e ti svegli con calma. Ma, in realtà, non dormi. Se, sei di Roma o vivi a Roma, vai direttamente in Fiera la mattina stessa: sveglia alle 4:30/5:00. Ma comunque non dormi.
C’è qualcosa di immensamente romantico in quella sveglia, in quel caffè bevuto silenziosamente alla finestra mentre vedi l’alba sui tetti di Roma. Immagini che quel rapido passaggio dal buio pesto alla luce rappresenti il cambiamento della tua vita che ti stai apprestando a compiere già da quella mattina. L’alba dei sognatori, la chiamo io.
Questo romanticismo, però, lo capisci dopo, in quel momento, mentre inebetito e assonnato guardi un punto fisso fuori dalla finestra, in realtà sei concentrato solo su una cosa: evacuare, devo riuscire ad evacuare, altrimenti una giornata intera non la potrò mai reggere! Ma niente, tutto tace e quindi, con il tuo abbigliamento a cipolla e la busta trasparente con viveri per un reggimento, scendi per l’appuntamento con gli altri. Si parte con un ritardo fisiologico di almeno mezz’ora. In macchina nostra ognuno ha diritto a scegliere una canzone che lo gasa che vuole sentire. Io e R. poi pretendiamo di mettere Non mollare mai di Gigi d’Alessio [ognuno ha le sue, capiteci]. All’arrivo c’è il delirio: taxi, navette, macchine, genitori e accompagnatori vari, ragazzi che fanno volantinaggio, fila infinita per prendere un caffè al bar, i bagni chimici già praticamente fuori servizio. Flotte e flotte di persone arrivano da ogni dove e in ballo solo 350 posti: siamo maledettamente tanti. Quasi tutti con una forte motivazione. Quasi tutti preparati. Quasi tutti piangeremo.
Ad un certo punto, in quel girone dell’inferno, io, personalmente, mi annullo e leggo gli appunti che ho portato, perché SI!! APPARTENGO ALLA CATEGORIA DI QUELLI CHE VOGLIONO RIPETERE FINO ALL’ULTIMO MINUTO E, SE TI INNERVOSISCE CHE IO E LA MIA AMICA CI STIAMO CONSULTANDO, SPOSTATI, DI CERTO NON MI STO ZITTA PERCHE’ TU NON VUOI SENTIRE NIENTE PERCHE’ TI VIENE L’ANSIA E LO URLI A GRAN VOCE CON L’INTENTO DI FARMI CAPIRE CHE TI STAI RIFERENDO A ME!
Aprono i cancelli
Qualcosa in lontananza inizia a muoversi: i varchi sono aperti (rectius, hanno spostato la transenna). Qui le strade dei concorsisti si ramificano.
Ci sono quelli che entrano subito, ansiosi di andare a sedersi per primi, e quelli che aspettano le 11:00 circa per alzarsi dal marciapiede ed entrare in tutta calma, che tanto sul galateo c’è scritto che la traccia non può essere dettata prima delle 13:00, che pare brutto!
Una volta dentro, è il momento della rituale comunicazione a parenti/fidanzati/animali da compagnia che stai posando la borsa e il cellulare al deposito. Ti spogli dei tuoi averi in stile San Francesco d’Assisi, finanche a subire una –preannunciata ma comunque triste- confisca delle sigarette che meticolosamente avevi nascosto nel portafoglio e ti dirigi verso il padiglione che ti è stato assegnato in base al tuo cognome.
Buco nero
Leggende narrano che molti candidati non sono più usciti da quei padiglioni, risucchiati nel buco nero spazio-temporale che solo apparentemente è un capannone, dagli spifferi d’aria fredda in qualunque giorno dell’anno. Ingresso alle ore 9:00, traccia dettata intorno alle 13:00, per educazione (v. supra).
Mentre a casa i parenti alle ore 10:00 già sono attivi sul forum di Mininterno per chiedere se qualcuno abbia informazioni sulla traccia (ancora non) estratta, come fosse Scuolazoo agli esami di maturità, il concorsista si intrattiene come può.
Carramba che sorpresa incontra persone che non vedeva dal liceo e a cui ha il tempo di raccontare tutta la sua vita nei minimi dettagli; va in bagno almeno tre volte; passeggia intorno ai circa 2000 banchi alternando senso orario/antiorario; simpatizza con le persone sedute intorno a lui cercando di essere carino così magari qualcosa gliela suggeriranno (come no!), dorme un po’ e proprio quando stava proprio cominciando a divertirsi e dimenticarsi, quasi, sul perché si trovi lì, ecco che ai microfoni annunciano che a breve si comincia.
Formalità varie e dettatura della traccia
Entra la commissione, si dà lettura del regolamento, si invitano dei volontari ad estrarre la traccia e si aprono le buste. Così. A freddo.
La traccia estratta viene letta velocemente per una sola volta. State tranquilli che dopo la dettiamo lentamente e poi potete venire al banco della commissione a leggerla di persona. Dita incrociate, toccaferro, grattati il naso, prega il dio in cui credi – se ci credi. Eccolo.
Premessi cenni su [argomento fattibile] – inizia il bisbiglio…
esponga il candidato la problematica relativa a [argomento semi sconosciuto] – il bisbiglio aumenta…
con particolare riferimento ai profili de [questione mai studiata, mai sentita, mai immaginata] – intorno a te risate e tipiche espressioni di solidarietà concorsuale, gente che vorrebbe già alzarsi e andare via ma non può prima della quarta ora, quelli della Penitenziaria ridacchiano e tu che provi a scrivere la traccia sul tuo foglio timbrato.
Traccia non estratta numero 1: l’argomento della tua vita. Al corso dicono che devi attuare un’opera di prostituzione intellettuale (così proprio la chiamano) e non innamorarti di nessuna teoria. Ma quanto mi piace la teoria di quel tale lì riguardo a questo argomento, ma non poteva uscire questa?
Traccia non estratta numero 2: argomento discreto, ma che sapevi sicuramente meglio di quello che ti tocca.
È sempre così: la traccia non estratta è sempre più verde.
Ridettano la traccia, parola per parola.
Avete otto ore a partire da…adesso!
Mi piacerebbe – non dico domani ma – tra qualche anno ritrovarmi qui, a scrivere di avercela fatta, che i sacrifici sono stati ripagati tutti, che i miei genitori sono fieri di me, la loro figlia Magistrato della Repubblica Italiana.
Sento di poter essere un buon giudice, equo, senza deliri di onnipotenza, dura quanto basta per moderare una discussione sull’acquisizione al fascicolo per il dibattimento di un documento.
Ogni tanto perdo di vista l’obiettivo, mi abbatto e credo di essere troppo presuntuosa per ritenere di potercela fare. Ma poi penso che prima o poi arriverà il mio turno, ma solo se non mi arrendo. Nel frattempo, vado a migliorare la mia capacità di sintesi che, vogliate scusarmi, ancora non è il massimo.
Infine, lascio di seguito qualche consiglio pratico per chi si appresta a studiare per il concorso e per chi quest’anno andrà al concorso per la prima volta. Ci vediamo a Fiera di Roma!
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Per tutti gli altri, una piccola raccomandazione.
Ogni persona che incontrate potrebbe essere intenta nella preparazione di un concorso di cui non sapete nulla: siete gentili, sempre!
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emme
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