45 anni di emozioni in onde radio tra tormentoni, canzoni senza tempo e “pezzi da parcheggio”

Vi dice qualcosa il sondaggio I love my radio?
Se la risposta è un inequivocabile e secco “no”, probabilmente è passato troppo tempo! Forse potrei rinfrescarvi la memoria intonando una canzone e la fortuna, tutta vostra, vuole che io non sia molto esperta di tecnologia e non saprei aggiungere la nota audio!
Voglio però riportarvi a due mesi fa quando, in un afoso pomeriggio di fine luglio, durante il tragitto che vi portava in un piccolo pezzo di oasi con il mare vicino, mentre pigiavate continuamente il tasto avanti dell’autoradio per ricercare la stazione radio smarrita dalle frequenze, vi siete imbattuti nella canzone di Luca Carboni Mare, mare (neanche a farlo apposta) cantata da Elisa.

Questa era infatti la prima cover realizzata per celebrare i 45 anni di storia del sistema radiofonico italiano e il suo successo che aumenta di anno in anno. Un format lanciato e rimbalzato sulle frequenze delle principali emittenti radiofoniche italiane per ripercorrere 45 anni di musica che in radio è sempre protagonista ed eleggere la hit radiofonica preferita di tutti i tempi. Tra le varie canzoni, una per ogni anno dal 1975 al 2020, troviamo il tormentone estivo che abbiamo cantato nell’estate 2015 con Baby K e il featuring di Giusy Ferreri Roma Bangkok, ma anche il tormentone di un anno intero, di cui basta intonare l’accenno “sei la nazionale del duemilaseiii” per cantare a squarciagola come fossimo al Circo Massimo per l’ultimo concerto dei The Giornalisti.

Ogni ascoltatore ha potuto scegliere le 3 preferite tra le 45 canzoni che hanno fatto la colonna sonora di un’estate, che hanno segnato un decennio o addirittura un’epoca. Per quanto mi riguarda è stato difficile scegliere, ma da fervente sostenitrice e irriducibile nostalgica degli anni ‘90 non ho potuto non eleggere come mia canzone preferita Come mai degli 883, protagonista di qualsiasi karaoke che si rispetti dal 1993 a oggi.
Tuttavia, non sono potuta rimanere indifferente alla cover intensa di Marco Mengoni che ha interpretato Quando, Quando del compianto Pino Daniele e che mi ha portato a sceglierla come seconda canzone. La mia terza scelta è caduta su Caruso di Lucio Dalla, che rimane un capolavoro da tramandare alle generazioni a venire cui, dopo aver ascoltato la cover di Jovanotti con la band di cumbia contemporanea, sono sempre più convinta che nessuno dovrebbe più avvicinarsi.

Vi starete chiedendo quale abbia vinto tra le varie canzoni e le svariate cover…
Ebbene, almeno per il momento la canzone vincitrice non c’è, o meglio c’è, ma non è stata proclamata ufficialmente. La suspense durerà ancora per poco visto l’annuncio sulla pagina ufficiale “I Love My Radio” di un concerto evento che si terrà domenica 11 ottobre alle ore 21 in diretta multipiattaforma in radio, tv e streaming sui canali social di tutte le emittenti e vedrà la partecipazione di tutti gli artisti protagonisti con le loro canzoni o con le cover.

Aspettando il vincitore di #ilovemyradio2020, voglio far conoscere i risultati del sondaggio che abbiamo sottoposto ai nostri lettori e speriamo futuri ascoltatori dei podcast di “Radio Venti” (si, anche noi siamo stati ammaliati dal fascino senza tempo della radio!).
La partecipazione numerosa ha evidenziato preferenze e gusti musicali diversissimi suggerendo che le canzoni che possono provocare una grande emozione possono contemplare band di fama mondiale come i Queen con una canzone dalla struttura tanto complicata quanto assurda e toccante come Bohemian Rapsody, o i Black Sabbath con una canzone metal e impegnata politicamente come War Pigs, ad artisti italiani con brani decisamente più melodici e leggeri come Ligabue con Piccola stella senza cielo e Cesare Cremonini con La nuova stella di Brodway. Non c’è un target per suscitare un emozione che può derivare da un assolo alla chitarra di David Gilmor in Confortably Numb – non per niente decretato il migliore assolo di tutti i tempi da un team di esperti – e che ti impedisce di scendere dalla macchina anche se hai già parcheggiato e sei arrivato a destinazione. Questa canzone appartiene a quella categoria che Paola Maugeri, nota speaker di Virgin Radio, ha sapientemente nominato  “pezzo da parcheggio”; una canzone che anche se stai guidando e sei preso da altri pensieri, devi fermarti e ascoltare fino alla fine connettendoti al momento presente. E sì, anche io avrei scelto una canzone dei Pink Floyd come Wish you were here, ma devo ammettere che potrei ritrovarmi a cantare, ammettendo sempre di essere sola in macchina, L’amore è una cosa semplice di Tizianone nazionale. C’è chi non scenderebbe dalla macchina per finire di ascoltare il ritmo travolgente di Thoiry di Achille Lauro e chi invece preferisce una canzone dal tono certamente più confortante di Bruonori sas come Per due che come noi. C’è poi chi afferma <<non scendo mai se alla radio c’è musica Rock>> o chi si accontenta di <<una qualunque canzone di Fabrizio Moro>>.

Le emozioni suscitate da una certa canzone hanno la capacità di riportarci ad un momento preciso della nostra vita ai quali sono legati ricordi felici, tristi o anche aneddoti particolari. C’è chi fin dalla tenerà età è stata cresciuta con cantautori di un certo spessore e canzoni impegnate. Come chi ci riferisce:

<<Sono quasi certa che, indipendentemente dalla scelta del genere o dell’artista della giornata, si finiva sempre ad ascoltare De Andrè. La canzone del padre parla di emozioni contrastanti e profonde, rappresenta la dicotomia tra due mondi conviventi ma opposti, specchio di un periodo storico fatto di illusione e disillusione. Per questo motivo non mi spiego perché mio padre me la facesse sentire a 5 anni e mi chiedesse addirittura un’analisi ed una comprensione che sicuramente non avevo. Probabilmente ancora oggi non riesco a comprenderla totalmente, ma il ricordo di mio padre che l’ascoltava con me la rende ancora più speciale>>.

C’è chi tiene particolarmente a Song 2 dei Blur, perché il caso ha scelto che fosse la canzone che lo/la accompagnava in macchina nel tragitto per sostenere l’ultimo esame dell’università – e posso immaginare sia un ricordo particolarmente felice -.

La radio e la musica in generale sono le compagne perfette durante un viaggio in macchina e riportano a momenti spensierati <<mia madre ed io in viaggio. Un cd di brani anni ’60. Abbiamo cantato tutti i brani e la nostra preferenza era Il Mondo di Jimmy Fontana>>, o a momenti che inducono a riflettere e che provocano dubbi:

<<La sera dell’uscita del brano Per due che come noi mi trovavo in macchina con il mio ex fidanzato. Abbiamo atteso la mezzanotte in auto, con il canale YouTube pronto su “Riproduci”. Sin dai primi accordi ci siamo sentiti avvolgere, le parole poi hanno martellato le nostre menti mettendo in discussione i nostri sentimenti. Il brano sembrava essere scritto proprio per due che come noi>>.

C’è chi grazie alla radio si è sentita una talent scout perché

<<sono sempre andata ai concerti di Levante quando non la conosceva nessuno, e un giorno è passata la sua canzone con Max Gazzè alla radio e mi sono messa ad urlare di gioia. Quando poi tutti hanno cominciato a cantare quella canzone, ho rinfacciato per giorni ai miei amici il fatto che mi avevano sempre costretto a cambiare canzone quando piazzavo Levante in macchina. È stata la mia rivincita musicale>>.

C’è chi grazie alla radio ha avuto il suo momento di celebrità calandosi nei panni di uno speaker annunciando Anna e Marco di Lucio Dalla in diretta su Radio Capital, con tanto di dedica per una compagna di università, e da allora è germogliato il sogno di diventare speaker radiofonico.

Se siete arrivati fino a qui per leggere le risposte di questo insolito sondaggio vuol dire che anche voi non potete fare a meno della radio e della musica, sebbene a volte tocca sopportare canzoni che diventano dei tormentoni che ci martellano ad ogni ora del giorno e della notte, specialmente in estate. Alcuni di questi sono stati amati e capita, ascoltando distrattamente due note del pezzo passato in radio, di indovinare la canzone, un po’ come l’uomo gatto di Sarabanda. Tra i tormentoni amati sono stati eletti Salirò di Daniele Silvestri, Estate dei Negramaro, Riccione dei The Giornalisti, What is love degli Haddaway. Tra quelli più odiati quasi tutti i tormentoni estivi e, considerando che il 2020 è stato un anno prolifico in questo senso, bisognerebbe aggiornare la lista! Per fortuna l’estate è appena finita e possiamo stare tranquilli per un po’. Semmai, poiché mancano solo – si fa per dire – 85 giorni a Natale, possiamo prendere spunto da uno dei nostri partecipanti che si prepara già dall’estate ai tormentoni natalizi, rimanendo in macchina ad ascoltare, e probabilmente a cantare a squarciagola, All i want for Christmas is you di Mariah Carrey.

Concludo questo omaggio alla radio e soprattutto alla musica citando il mio amato Gazzè: “una musica può fare cantare, ma a volte può salvarti sull’orlo del precipizio” e lasciandovi una playlist con le canzoni citate prima, che non ha la pretesa di salvarvi la vita, ma almeno dalla noia del weekend.