È il mese di agosto del 1888, Vincent scrive una lettera entusiastica a suo fratello Theo. È rinvigorito dal clima di Arles e dall’arrivo imminente del suo amico Paul Gauguin, pittore anche lui, che Vincent stima moltissimo. Proprio Gauguin gli dà l’imput per dipingere i girasoli.
Vincent li immagina perfetti per decorare la parete dello studio pittorico che avrebbe voluto aprire con Paul. Pensa che questi fiori siano azzeccati per rallegrare la stanza dove avrebbe dormito, rendendo più accogliente la casa nel periodo della loro convivenza.
Un simbolo perfetto di positività e gioia.
Così li inizia a dipingere senza sosta, con pennellate dure e vigorose, sovrapponendo i colori strato su strato senza aspettare che si asciughino. Il risultato di queste piccole tele è stupefacente: i girasoli sembrano vivi, come dei cuori pulsanti, con colori vividi e forti. Il giallo intenso dei girasoli si contrappone al viola e al blu dello sfondo. Il blu e il viola sono i colori complementari del giallo, si completano a vicenda, come i caratteri così diversi di Paul e Vincent.
I girasoli diventano rapidamente un’ossessione per Vincent, che li dipinge in vari modi: appassiti o fioriti, piantati a terra o recisi per adornare un vaso. Sono passati pochi mesi dalla lettera e Paul non abita più con Vincent. L’amicizia tra i due si è bruscamente interrotta, recisa anch’essa come i girasoli del vaso. Paul è interessato ai girasoli che Vincent ha incessantemente e ripetutamente dipinto in una serie di tele chiamate “ripetizioni”. Ogni tela però è originale e unica, come lo sono i girasoli dipinti, e Paul lo sa bene.
Prima del loro ultimo e tragico litigio, Paul e Vincent si erano scambiati dei quadri, e Paul aveva già due tele dei girasoli. Ma a questa nuova proposta di scambio, Vincent non accetta, e anzi rivuole i suoi due dipinti in cambio del quadro della Martinica che Paul gli aveva donato. L’amicizia era appassita come i girasoli dei quadri, e le tinte accese di giallo che rallegravano l’animo turbolento di Vincent e calmavano la sua mente inquieta e folle, non gli procuravano più la gioia e l’ottimismo di prima. Il giallo della positività dei girasoli ha lasciato il posto al giallo della tristezza, della solitudine di infiniti campi di grano delle campagne di Auvers, contrapposto al nero dei corvi che li sorvolano.
È il mese di marzo del 1987, ed è passato un secolo da quando Vincent dipinse i primi girasoli a Parigi. A quel tempo, neanche con la più fervida immaginazione, poteva pensare che uno dei suoi girasoli gli avrebbe valso la sua fama e popolarità in tutto il mondo. Mai avrebbe potuto immaginare che divenisse uno dei quadri più considerati, valutati e pagati della storia, lui che di quadri ne aveva venduto solo uno nella sua vita.
Il 30 marzo 1987, giorno che celebra la nascita del pittore, in soli 4 minuti e in un’atmosfera di grande tensione, il dipinto dei girasoli di Vincent Van Gogh è stato venduto alla cifra record di 40 milioni di dollari, il prezzo più alto mai pagato prima. Il dipinto del vaso con i 12 girasoli, venduto ad un compratore rimasto anonimo ed esposto nella sua bellezza e vivacità nella pinacoteca del museo di Monaco di Baviera è complementare al quadro della National Gallery di Londra.
Il giallo della positività dei girasoli si è trasformato infine nel giallo dell’oro e della gloria, consacrando Vincent Van Gogh nell’albo dei pittori simbolisti più influenti e importanti del mondo.