Vacanze e pensioni a 4 zampe, i consigli dell’esperta

Con l’arrivo dell’estate si può finalmente pensare ad un periodo di relax in qualche posto lontano dalla solita routine, mare o montagna che sia. Ma se abbiamo uno o più cani? La cosa ideale sarebbe mettersi a cercare, molto tempo prima delle nostre vacanze, degli alberghi o villaggi petfriendly di modo da poter portare con noi il nostro amico e condividere con lui le vacanze, ma questo non è sempre possibile per una serie di motivi tra cui: cani che non riescono in alcun modo a sopportare viaggi in macchina, cani che hanno particolari manifestazioni aggressive verso conspecifici o persone, luoghi troppo caotici non adatti agli animali, e così via. Come ci si può muovere in questi casi?

Esistono delle pensioni per cani in cui i nostri amici possono trascorrere un periodo in nostra assenza, ma la scelta di queste ultime è tutt’altro che semplice. Una struttura che ospita cani deve possedere molti requisiti per potersi definire idonea, vediamo cosa sapere (e cosa poter chiedere) prima di affidare il nostro cane a qualcuno, scongiurando il rischio di lasciarlo in mani non abili:

  1. Tranquillità: Una struttura autorizzata deve essere abbastanza distante dalla città così che in periodi sensibili (Natale, Capodanno, varie festività) i cani non vengano spaventati e disturbati da fuochi d’artificio, botti, sirene, traffico automobilistico.
  2. Rispetto delle norme sanitarie per il benessere animale e igiene quotidiana: se andate in una struttura che ha il tipico forte odore di canile o in cui vi accorgete che i cani ospiti sono sporchi, o/e i corridoio e i box, diffidate! Le pensioni devono essere sanificate più volte al giorno, non ci sono scuse: se così non è vuol dire che non c’è cura del posto e quindi neanche del vostro cane.
  3. I box: devono essere grandi di modo che i cani possano muoversi liberamente; è preferibile che si abbia una zona notte una zona giorno, devono essere costruiti con materiali a norma che preservino la salute del cane e che inoltre mantengano fresco d’estate e caldo d’inverno; fate caso anche e soprattutto alla pulizia di questi ultimi, che devono essere sempre impeccabili; è preferibile che vi sia acqua corrente, sempre fresca e a disposizione.
  4. Le aree recintate: guardate se sono presenti le così dette aree di “sgambamento”: i vostri cani devono aver modo di uscire più volte al giorno per espletare i propri bisogni, come farebbero normalmente, e avere modo di fare due passi: evitate sempre le strutture che non possiedono questa caratteristica, vorrà dire che i vostri cani per un periodo non usciranno mai dal box e questo non può essere possibile in una pensione a norma.
  5. Sicurezza e legalità: per poter esercitare, una pensione per cani ha bisogno del rilascio di un parere favorevole da parte dei veterinari dell’Asl, per cui sarà obbligatorio che il vostro cane abbia libretto sanitario, microchip, richiamo annuale del vaccino e trattamento antiparassitario. Inoltre, bisogna informare (con un documento ufficiale da parte del vostro veterinario) se il cane ha patologie di qualsiasi tipo e prende farmaci. Questo è un punto di vitale importanza perché, assieme ai canoni igienici sopracitati, ciò farà sì che il vostro cane tornerà dal soggiorno sano e pulito così come vi è entrato: pensiamo alle malattie infettive trasmesse da altri cani o da pulci e zecche.
  6. Il lato umano: ovviamente staff cordiale e competente: persone maleducate e impreparate sul proprio lavoro molto difficilmente saranno in grado di badare bene a cani altrui.

Con un semplice giretto quindi, si ha modo di evitare situazioni di disagio per i nostri cani; in questo discorso è inclusa anche la parte psicologica, importante quanto ogni cosa appena elencata. Come facciamo a far vivere bene una situazione così nuova al nostro cane? Lo staff deve avere una buona conoscenza del cane, dei suoi bisogni e del lato comportamentale, così potrà essere possibile approcciarsi adeguatamente a cani “timidi”, e in generale a tutti. Oltre questo, è indispensabile che il cane faccia almeno una giornata di prova in cui inizi a conoscere il luogo e possa interagire con le persone con cui avrà a che fare. Ricordiamo che ogni cane è un soggetto con peculiarità diverse dagli altri, per mix di razze, vissuto e carattere ma un comune denominatore è la difficoltà nell’affrontare cambiamenti repentini. La parola chiave è: gradualità. L’imprevedibilità, infatti, è bella solo in contesti come il gioco, per tutto il resto, bisogna far sì che il cane “marchi positivamente” ogni nuova cosa. Ciò che unisce uomo e cane, dal principio della domesticazione, è la fiducia, c’è bisogno di tenersela stretta e di rispettare il nostro cane, sempre.

Articolo pubblicato su Il Quotidiano del Sud – L’Altravoce dei ventenni