Unico proposito per l’anno nuovo: basta ricominciare

Resta poco di questo 2021 e ci sentiamo propensi a imbandire un resoconto che è una via di mezzo tra la letterina di Natale, un bilancio per archiviare in modo netto i mesi trascorsi e una lista di speranzosi propositi per l’anno nuovo. 

Oggi i ricordi sono più facili da rivedere. I social, di fatto, ci mostrano ciclicamente dove eravamo, cosa facevamo 365 giorni prima quasi a tenere in ordine l’affollamento che investe le nostre menti. Una sorta di sentinella, che nel nostro mondo tecnologico chiameremo “alert”. Forse, questo ultimo termine si presta anche meglio per aiutarci a comprendere quali scelte dovremmo intraprendere nei nostri comportamenti futuri: fare ammenda a ciò che abbiamo attraversato per riviverlo ancora oppure no. 

Facendo ammenda agli ultimi anni, non è strano avvertire sentimenti discordanti che a volte lasciano riemergere un vuoto incolmabile che ha inciso sulle nostre esistenze. Sappiamo bene quanto la pandemia abbia intralciato la continuità dei piani che ci eravamo prefissati e la ripartenza, tanto desiderata, ancora adesso stenta a realizzarsi. Come un foglio bianco siamo stati raccontati dalla penna dello scrittore più inaspettato e improvvisato di tutti: Sars-Cov 2.

Negli ultimi 365 giorni l’avvento del vaccino ha rilanciato le nostre vite, abbiamo superato un paio di lockdown e dimenticato di vivere nell’ombra e nel terrore. Abbiamo pianto e riso, ci siamo ritrovati uniti insieme a un sacco di persone nello stesso posto come se fosse una cosa normale. Abbiamo preso treni, aerei, ci siamo sottoposti a tamponi e, con un pizzico di ansia, abbiamo ricominciato a essere noi. Alert però perché tutto un attimo prima che questo diventasse nuovamente il ricordo di una sensazione di leggerezza lontanissima che non vediamo l’ora di tornare a provare. 

A ripensarci in questo anno siamo stati anche un po’ incoscienti a recriminare il diritto per il quale il vaccino potesse magicamente far svanire tutto. E i nostri atteggiamenti, comportamenti? Rimasti sempre uguali. Abbiamo perseverato nella convinzione che ci appartiene come esseri umani, che un capro espiatorio avrebbe risolto tutto. È colpa nostra: siamo duri a imparare dai ricordi passati. 

Soffermiamoci su ogni giorno di questi 365 del 2021 e mostriamoci con il desiderio di apprendere la cura per il nuovo anno dagli errori che abbiamo commesso in quello passato. Smettiamo di coltivare la cultura del “ricominciare da zero” e divertiamoci a intraprendere un flusso caotico attraverso il mondo, che ci porti a generare l’inatteso. Il 2022 sarà migliore solo se abbracciamo l’idea di rinnovarci ed esplorare con umiltà. Un “nuovo” continuativo che è il risultato di un intimo processo di trasformazione, cambiamento e accettazione che solo ciascuno di noi deve essere disposto a fare. 

Ripercorriamo i momenti di forzata disunione che ci hanno allontanati e desideriamo uno spirito collaborativo, di vera fiducia nell’altro. E se fossimo stati proprio noi gli attori di separazione, discordia? Scendiamo in campo, fomentiamo le tribune e mostriamoci con atteggiamento positivo. Domandiamoci sempre quale piccola azione abbiamo compiuto per portare del nuovo nelle nostre vite. Non facendo ciò corriamo il rischio di ricadere nel “circolo del ricominciare” e in un contesto di omologazione che a lungo tempo erode la nostra anima creativa. Abbandoniamo l’atteggiamento di chiusura che ci rende soli e tristi e ritroviamoci nei valori di interdipendenza e solidarietà.

Se c’è una cosa positiva che abbiamo appreso con il Covid è la capacità di apprezzare e sfruttare ogni piccolo momento, occasione concetto che abbiamo dimenticato non appena ci siamo sentiti liberi dalle sbarre dell’appartamento. La routine è ritornata a sommergere le vite. Ricordiamoci allora delle ore passate dietro le finestre a guardare i tramonti, delle serate spese a profanare qualche ricetta con la speranza di scoprire una dote nascosta, la cura verso i microambienti dei nostri balconi. Ritroviamoci unite nelle semplici cose che furono. 

E allora l’augurio per tutti noi, amiche e amici, è quello di poter accogliere il nuovo anno con un desiderio continuativo e profondo di positività. Mettiamo anche l’amore per se stessi al primo posto solo nel modo e momento in cui non prescinda dal bene di chi ci è attorno e, non per ultimo, del pianeta in cui abitiamo. Facciamo ammenda ai valori importanti: la famiglia, le relazioni, la gentilezza e la gratitudine di regalare sorrisi. 

Già pubblicato su L’Altravoce dei Ventenni-Quotidiano del Sud 27/12/2021

Maria Francesca Astorino
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Classe ‘96, laureata in Biologia all’UniCAL, è rappresentante di dipartimento. Sognatrice dalla vena poetica, racconta il mondo con fotografie e testi. Ama perdersi nei tramonti, cieli immensi: lì dove è lecito allontanarsi dalla realtà.