Taormina: una terrazza sul mare

I luoghi e le impressioni di un viaggio indimenticabile

Una terrazza sul mare: ecco le mie parole per definire Taormina, città storica siciliana situata sul monte Tauro a circa 200 metri di altezza sul livello del mare.

Due sono le porte di ingresso di Taormina: Porta Catania e Porta Messina. La prima, comunemente conosciuta come porta del Tocco, in quanto un passato si tenevano le riunioni pubbliche e l’ora del tocco indicava la prima ora dopo mezzogiorno, delimita la parte Sud del corso centrale la cui costruzione risale alla prima metà del 1400. La seconda, invece, rappresenta l’ingresso nord della città e risale ai primi anni del 1800.

A metà strada tra le due porte ve ne è un’altra: la Porta di Mezzo, anche nota come la Torre dell’orologio che si trova a metà strada tra le due porte di ingresso e che consente l’ingresso nella piazza più suggestiva ed affascinante di tutta la città: Piazza IX Aprile.

Appena entrati in Piazza IX Aprile verrete travolti dalla natura che si staglia nella sua bellezza davanti ai vostri occhi. Una lunga balconata apre lo sguardo da un lato all’Etna con le sue punte innevate e dall’altro ai ruderi del teatro antico di Taormina, passando per la baia di Naxos, una distesa di mare che si confonde con il cielo.

Il nome della piazza deriva da una falsa notizia circolata nel lontano 1860, durante il quale si sparse la voce che Garibaldi fosse sbarcato a Marsala per iniziare la liberazione dai Borboni proprio dalla Sicilia. Nonostante la falsità di tale informazione, il nome di questa piazza magica non è più stato modificato.

Le sensazioni che si provano ed i colori che si ammirano affacciandosi da quella balconata sono difficili da dimenticare. Quando il cielo è sereno ed il mare calmo, il sole accecante permette di cogliere le sfumature del mare e di ammirare la punta estrema dell’Etna con la sua vetta innevata: un contrasto tra la montagna che si impone in tutta la sua grandezza e maestosità ed il mare nella sua apparente quiete, due luoghi naturali contrapposti che si legano perfettamente l’uno con l’altro.

Quando il cielo è grigio, le nuvole all’orizzonte coprono la punta del vulcano, mozzandolo alla vista ed il mare si incupisce, ma la perfetta sintonia della natura persiste.

Ed è proprio da questa piazza che è partito il mio viaggio per Taormina, fatto di amiche, di mare, di improbabili scalate sull’Etna senza l’abbigliamento adeguato, di brioche e granite al Bam Bar, di arancini e vino bevuto in spiaggia, di albe ammirate in riva al mare.

Il mare della Sicilia che attira turisti da ogni parte del mondo, reso ancora più magico dall’Isola Bella che la bassa marea permette di raggiungere a piedi attraverso un piccolo lembo di terra sul quale stendersi e perdersi tra la visuale di Taormina arroccata sul monte e questa piccola isola rigogliosa di verde. Un paesaggio che già si pregusta nel tragitto tra Taormina e Isola Bella, tramite una funivia che scende nel mare attraversando il monte e raggiungendo lentamente il suo livello. 

Si crea un incantesimo tra i visitatori e la città, coronato da un paesaggio mozzafiato di bellezze naturali, ma anche artistiche e storiche come il Teatro greco di Taormina, il monumento antico più importante e meglio conservato della città. Anche il Teatro, come la città che lo ospita, è situato in un punto panoramico dal quale è possibile ancora una volta ammirare il legame inscindibile tra l’Etna ed il mare che caratterizza la città. Nonostante la sua costruzione dovrebbe risalire secondo alcuni storici al lontano III secolo a.c., tutt’oggi il Teatro rappresenta la cornice perfetta per alcuni eventi culturali e premi di livello internazionale. 

E se la sola visita di Taormina non bastasse, in un’oretta è possibile raggiungere l’Etna e tentarne la scalata, tra terriccio scivoloso per chi, come me, pretendeva di utilizzare delle semplici Adidas, temperatura pungente in qualsiasi mese dell’anno e piccoli crateri dai quali fuoriesce ancora fumo. 

A Taormina è tutto magico: il panorama, le vie del centro storico piene di colori e di vasi antichi dipinti a mano, brioche e granite a colazione aspettando l’apertura del Bam Bar (uno dei posti più famosi della città in cui vi consiglio di andare a prima mattina per evitare lunghe code), i musicisti di strada che allietano i turisti con musiche dolci e romantiche, Isola Bella con il suo mare cristallino, i siciliani con i loro modi gentili ed affabili che ti accolgono come uno di famiglia e ti fanno sentire a casa in un posto in cui è immediato sentirsi a proprio agio. 

Una città ricca di storia, di paesaggi naturalistici, di romanticismo. Una città semplicemente ricca di bellezza. 

Se dovessi descrivere quella che per me è una terrazza sul mare, userei senza ombra di dubbio le parole di Guy de Maupassant: “Se qualcuno dovesse passare un solo giorno in Sicilia e chiedesse: “Cosa bisogna vedere?” risponderei senza esitazione: “Taormina”. È soltanto un paesaggio, ma un paesaggio in cui si trova tutto ciò che sembra creato sulla terra per sedurre gli occhi, la mente e la fantasia. 

Dove sono mai i popoli che saprebbero fare, oggi, cose simili?

Dove sono gli uomini capaci di costruire, per il piacere delle folle, opere come queste?

Quegli uomini, quelli di una volta, avevano anima e occhi diversi dai nostri; nelle loro vene, con il sangue, scorreva qualcosa di scomparso: l’amore e il culto per la Bellezza”.

Mi viene difficile dissociarmi da una sola delle parole utilizzate per descrivere questa città, perché a me Taormina è rimasta letteralmente nel cuore. Sarà stato anche merito della compagnia invidiabile con cui ho trascorso quei giorni, ma non credo possibile che qualsiasi turista, dopo aver visitato Taormina, possa dimenticarla per un solo istante. 

In un anno come questo 2020 che ha colpito così duramente la nostra bella penisola, basta guardare alle meraviglie che ci circondano, come Taormina, per capire che finché siamo circondati dalla bellezza, è possibile rialzarsi ed andare avanti. 

Già pubblicato lunedì 24 agosto sul Quotidiano del Sud- “L’altra voce dei ventenni”

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Marialuisa Inchingolo
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Del ‘93, laureata LUISS in giurisprudenza, pugliese di nascita ma romana di adozione. Condivide con suo padre due passioni: il diritto e la lettura. Ama viaggiare e scrive racconti brevi: scrivere è l’unico mezzo per placare la sua inquietudine interiore.