Settembre, il mese più celebrato tra ripartenze, aspettative disattese e canzonette

Settembre, ci piaccia oppure no, è uno dei mesi più celebrati. Saranno le giornate che si accorciano, le ferie che diventano ricordi, il ritorno alle scrivanie oppure dietro ai banchi. Il mese appena iniziato rappresenta quasi una condizione esistenziale, uno stato d’animo malinconico. Tutti luoghi comuni, sia ben chiaro, eppure il suo fascino rimane proprio perché porta con sé quello che aneliamo davvero: nuovi inizi. Ancor più di gennaio, è questo il momento dedicato ai famosi “buoni propositi”: dai progetti personali al cambio del guardaroba, passando per l’iscrizione in palestra e quelle telefonate che rimandiamo da settimane. Con l’aria del mattino che si fa più frizzante emergono tutti i desideri e i bisogni solitamente sopiti che, dopo le vacanze, fanno finalmente capolino reclamando spazio e attenzione. Il carico di energia rinnovato che avvertiamo in questi giorni è dovuto proprio alle vacanze appena trascorse, all’abbassamento nella produzione di adrenalina, noradrenalina e cortisolo – il cosiddetto ormone dello stress – e nell’aumento delle endorfine e della serotonina – anche note come ormoni della felicità. Ingredienti, questi, che accendono la motivazione e hanno risvolti positivi anche a livello chimico-fisico. Consapevoli che la maggior parte dei nostri progetti finiranno presto accantonati e che riusciremo a disattendere le nostre stesse aspettative in favore di obiettivi realizzabili, ci prepariamo ad affrontare le prossime giornate con l’entusiasmo genuino che provano i bambini di fronte alle vetrine delle cartolerie piene zeppe di nuovi accessori, penne coloratissime, quaderni dalle copertine improbabili dettate dalle mode del momento.

Non è un caso, perciò, che un momento così struggente eppure costruttivo sia il più celebrato da cantanti e musicisti, quasi come se nella frenesia del mutamento fosse possibile scorgere la vera essenza delle cose. C’è chi avrà già ricominciato ad ascoltare – e a condividere sui social – il grande classico dei Green Day “Wake me up when september ends”, già nostalgico dell’autunno e proiettato verso atmosfere cupe, mentre i padri di molti di noi avranno tirato fuori dal cassetto l’intramontabile vinile della PFM con “Impressioni di settembre”, che compie esattamente cinquant’anni, seguendo quasi copioni prestabiliti che si ripetono di anno in anno.

Questo mese, tuttavia, merita uno sforzo in più, anzi una playlist dedicata alla luce più satura, alle spiagge vuote e alle cose che ricominciano.

Se volete uscire dal loop delle canzoni già sentite, non potete non rivalutare la hit del 2006 “Sole di settembre”: per noi Millennials nostalgici i Finley sono sempre stati sinonimo di energia, spensieratezza e carisma, proprio quello di cui abbiamo bisogno in questo mese.

“Settembre, tu mi hai lasciato con un messaggio / e io non ti ho detto niente /, le cose giuste / non hanno un gran bisogno di parole” canta Cesare Cremonini in “Maggese” e, a pensarci bene, quante storie d’amore sono già finite e quanto bisogno abbiamo di prepararci alla ripartenza? Maggese è, infatti la condizione di un campo lasciato incolto affinché possa rimineralizzarsi e questa condizione può, anzi deve, essere estesa anche all’uomo. Dalla malinconia riflessiva allo sguardo speranzoso ed entusiasta verso il futuro, il cantautore bolognese adopera sapientemente una metafora contadina per ricordare un momento di vita.

“È tempo di imparare a guardare / è tempo di ripulire il pensiero / è tempo di dominare il fuoco / è tempo di ascoltare davvero”: “Settembre” di Cristina Donà, contenuta nell’album “La quinta stagione”, sposa la tradizione orientale e sottolinea come la tarda estate – settembrina, appunto – sia il momento ideale per abbandonarsi al vero cambiamento e alle magnifiche trasformazioni della vita.

Di malinconia struggente si tinge il settembre di Gazzelle, che non esita a definirlo “un mese di merda per ricominciare”. Rifuggendo facili romanticismi e manierismi, il cantautore ci invita a sdrammatizzare, guardando oltre l’amore, l’odio e l’indifferenza, per tornare tutti a guardare nella stessa direzione.

Per chi non riesce proprio a digerire questo mese, arrivano in soccorso i milanesi Fine before you came: “È una vita che provo a capire settembre, ma non fa per me / è più forte di me”. Contenuta nell’album del 2011 “Ormai”, “Capire settembre” è, senza troppi giri di parole, un brano che sottolinea l’innata capacità empatica di una band che cattura istantanee in testi fenomenali.

Ci piaccia oppure no, settembre ormai è tra noi insieme a tutte le cose che avevamo rinviato. Se questo proprio non ci va giù, possiamo sempre rimandare tutto a gennaio.


Articolo pubblicato su Il Quotidiano del Sud – L’Altravoce dei ventenni