Matteo Terzi: vivere Soltanto di musica e viaggi

 

Di Elvira Scarnati

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Matteo Terzi, in arte Soltanto, è un ragazzo di 29 anni che quattro anni fa ha lasciato tutto, casa, lavoro, famiglia, per mettersi in gioco e puntare sulle sue passioni: la musica e il viaggio.
Noi l’abbiamo incontrato in una calda serata di inizio aprile, a Milano, su un Corso Vittorio Emanuele affollato di gente che si fermava ad ascoltare le sue canzoni e le sue note.
La sua voce colpisce proprio tutti, non si può restare indifferenti al suono ed alla melodia, ed intorno a Matteo si crea sempre un fitto gruppo di gente che lo guarda e lo ascolta cantare.
Davanti a lui è presente la custodia aperta della sua chitarra, che lui chiama Cristina. Nella custodia Matteo raccoglie le offerte, che sono libere anche per l’acquisto dei suoi dischi: la maggior parte sono cover ma, tra i vari cd, c’è anche il suo primo album, “Le chiavi di casa mia”, uscito ad aprile 2013 e già in ristampa nel mese di dicembre.

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Abbiamo parlato con Matteo alla fine della sua esibizione. Durante l’intervista, tra una parola, un sorriso, uno starnuto e qualche risata, ci ha mostrato tutto l’entusiasmo, la semplicità e la passione che mette in ciò che fa. Soprattutto quando, ad un tratto, i nostri discorsi sono stati accompagnati dalle note de “I migliori anni della nostra vita”di Renato Zero, suonate da un altro musicista di strada, che hanno spinto Matteo a cantare.

Matteo, una volta hai detto “la vita è osare”, e tu, in effetti, hai osato molto, hai rischiato per le tue passioni. Cosa consiglieresti ai giovani?

<< Considerando, soprattutto, questo momento storico, io credo che noi giovani dobbiamo assolutamente investire sulle nostre passioni. Oggi le possibilità di riuscire attraverso le cosiddette strade tradizionali direi che sono ormai, quasi in tutti i campi, veramente bloccate. Per cui, piuttosto che fare, magari, 2 o 3 anni di stage non retribuiti dopo la laurea, o qualcosa di simile, credo che assolutamente abbia più senso prendere in mano le proprie passioni e investire la propria vita su queste. Male che vada, almeno rimane il fatto che si ha in mano ciò che piace fare. Dopo di che, ci tengo a sottolineare che io non sono necessariamente dell’idea che tutti devono mollare tutto, devono partire, fare e disfare…ognuno ha semplicemente la propria strada da ricercare.>>

Tu hai cercato la tua strada in un modo particolare: a 25 anni hai lasciato tutto e sei partito per sei mesi in giro per l’Europa, con in mano solo la tua chitarra e la passione per la musica. Cosa ti ha spinto?

<< Innanzitutto, finito il mio “percorso classico” – ho fatto il liceo Beccaria, qui a Milano, e poi mi sono iscritto alla facoltà di scienze politiche in Statale – quando ho terminato gli studi universitari e sono arrivato alla laurea, mi sono sentito un po’ smarrito. E siccome erano un po’ di anni che, in realtà, non riuscivo a trovare il mio percorso, ho cercato di andarlo a trovare proprio partendo da quelle che erano le mie passioni: da quando sono piccolo, da quando ho memoria, le cose che mi fanno stare bene sono solo due, suonare e viaggiare. Quindi, sono partito proprio da qui, da ciò che mi piace fare, per andare a trovare quella che è “la mia casa”. >>

La musica e il viaggio, quindi, possiamo considerarle “le chiavi di casa tua”, parafrasando il titolo del tuo album. Ma hai avuto paura in quei sei mesi?

<< Tantissime volte ho avuto paura, anche fisica, ma soprattutto ho avuto paura di stare lì a perdere del tempo, di perdere di vista la mia strada. Però, a ripensarci oggi, è assolutamente normale avere paura di cose di questo tipo. Anzi è giusto aver paura! La paura è una cosa sana. Aver paura di aver paura, quello è sbagliato. E’ giusto aver paura di certe situazioni, l’importante però è riuscire ad avere coraggio in misura maggiore. Soprattutto quando è giusto correre quel rischio, perché la posta in gioco è troppo alta: se si pensa che abbiamo una sola vita, una sola giovinezza e la si sta sprecando in qualcosa che non piace, beh, credo che ci vuole molto più coraggio ad accettare una situazione simile, piuttosto che farsi sei mesi in giro e cercare la propria strada. Che poi, ripeto, io non dico – e infatti non l’ho fatto – di dover vagabondare tutta la vita, ma semplicemente che ci sono dei periodi e dei momenti che è giusto prendersi, per capire cosa può far star bene e cosa può dare una svolta alla nostra vita.>>

Hai consigli da dare ai giovani che volessero intraprendere il tuo stesso percorso, il tuo stesso lavoro – perché di questo si tratta ?

<< Voglio fare una premessa: io non ho cominciato questo tipo di vita con l’obiettivo di diventare un musicista professionista. La “chiamata” che ho avuto – passatemi il termine un po’ spirituale – non è stata una “chiamata” nel senso che sentivo l’urgenza di dover raccontare le mie canzoni, come la può sentire un cantautore. Tutto questo è venuto dopo. Io ho cominciato con la strada semplicemente perché sentivo che era la mia ancora di salvezza in quel momento, poi in qualche modo è diventata la mia strada.
Per suonare in strada ci vogliono permessi e basta semplicemente informarsi al comune sulle disposizioni di occupazioni del suolo pubblico. >>

A marzo hai avuto un’ulteriore conferma per il tuo talento, la tua storia e la tua esperienza: sei stato chiamato a partecipare all’evento Rnext di Repubblica – rassegna di storie di innovazione e progresso in Italia – per fare l’accompagnamento musicale durante l’intervento di Umberto Galimberti…

<< E’ stato Fantastico! Un’esperienza indimenticabile. Io quello che diceva però l’ho realizzato solo dopo, perché lì per lì ero veramente in un altro mondo. Poi, per me veramente Umberto Galimberti è un punto di riferimento, e il suo discorso è stato incredibile.>>

E qual è il tuo rapporto con la tecnologia, internet ed i social network?

<<Per me internet è il modo migliore di proseguire le emozioni che nascono in strada. I connettori sociali, come sono appunto i social network o i siti internet, sono utilissimi da questo punto di vista: ci si mette in gioco in strada, si conoscono persone, scaturiscono delle emozioni straordinarie – straordinarie proprio nel senso di fuori dall’ordinario – per cui usare internet e i social network è dare proprio una continuità a quelle emozioni e poterle prolungare nel tempo. >>

Internet è stato anche un modo per “aprire la custodia della tua chitarra online”, come dici tu..

<<Esatto, per me internet è stato un mezzo importantissimo, mi ha permesso di fare crowdfunding, mi ha dato la possibilità di proporre il mio progetto e metterlo online, chiedendo, in qualche modo, la partecipazione al pubblico, quanto meno per le spese di partenza. Il primo sito con cui ho iniziato questo sistema si chiamava Kick Start, che vuol dire proprio “calcio d’inizio”.
Per cui, insomma, quando sono nate nel tempo le mie canzoni ed ho sentito che era arrivato il momento di provare a metterle in un disco e registrare un album, ho ritenuto che la maniera più giusta, più coerente e più verosimile per farlo era quella di collaborare insieme alle persone conosciute lungo il mio percorso. Quindi è nata questa campagna di raccolta fondi, che è andata benissimo! In sessanta giorni abbiamo raccolto poco più di 10 mila euro.>>

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Un ottimo risultato! Quali emozioni hai provato quando hai iniziato a registrare e quando, poi, hai preso tra le mani il tuo disco?

<< Quando sono entrato in studio di registrazione il primo giorno e mi sono sentito contornato da grandissimi musicisti, fonici, professionisti, non sono riuscito a cantare, ero troppo emozionato. Ho cominciato a registrare il giorno dopo>>.

Come continuerà il viaggio di Soltanto?

<< Mi piacerebbe fare una nuova esperienza in Europa. Ne ho già fatta una piccola in Germania, la prossima tappa sarà la Francia (e infatti proprio in questi giorni Soltanto si trova a Lione, dove, come possiamo vedere dalle foto sulla sua pagina Facebook, continua ad emozionare e a catturare l’attenzione di molte persone, ndr), poi spero la Spagna e la Danimarca.>>

Noi allora aspettiamo di vederti presto con un nuovo tour per l’Italia e con un nuovo album!

<<Certo, stiamo già cominciando a pensare al prossimo album!>>

Allora in bocca al lupo!!

<<Crepi e tanti auguri, Venti! Bella!>>

Elvira Scarnati
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Commercialista e revisore, appassionata di scrittura e digitale. Sempre immersa in qualche progetto sfidante, cerca spesso novità per rivoluzionare il (suo) mondo. Nel 2014 ha creato questo contenitore di storie, pensieri, idee e (tante belle) persone.