Con la scomparsa dei Mecenate e la crisi delle gallerie d’arte, può diventare complicato scoprire nuovi talenti e approcciarsi all’arte contemporanea. Per questo motivo nascono realtà come Looking for Art.
Si tratta di una startup di giovani che si occupa di dare spazio ad artisti emergenti in una piattaforma online che possa rendere le loro opere fruibili al grande pubblico. In un’era sempre più orientata alla digitalizzazione, c’è bisogno di ponti, anzi finestre che rendano la cultura e l’arte, nelle forme più tradizionali, accessibili a chiunque, creando uno spazio in cui gli artisti possano ritrovarsi e confrontarsi per affinare il proprio stile, in un ambiente stimolante e creativo.
Come dice la loro pagina facebook: “Looking for Art nasce nel febbraio 2016 dall’idea di Franck Pascal e Matteo Occhipinti, le basi del progetto hanno lo scopo di portare l’arte fuori dai soliti luoghi istituzionali al fine di stimolare la crescita di creativi in erba proponendo loro percorsi di formazione e occasioni espositive.
Nei suoi 36 mesi di vita il progetto si è mostrato alla città di Milano con esibizioni ed eventi che hanno visto la partecipazione di oltre quattrocento artisti tra i 18 e i 30 anni e più di 140 performance sul territorio.”
Li abbiamo intervistati per farci raccontare del loro progetto.
Come nasce l’idea di creare una struttura/collettivo per artisti e creativi?
L’idea di creare un sistema di servizi dedicati unicamente a giovani artisti emergenti, che possa dare loro rilievo e visibilità, nasce dalla volontà di cambiare le cose e scuotere il sistema, utilizzando nuove tecnologie e nuove strade per mescolare le carte ma soprattutto nasce dal desiderio di dare una possibilità in più a una larga mole di creativi che ancora faticano a vedere soddisfatti i loro sforzi.
Non nascondiamo che il progetto è cresciuto in un panorama cittadino preciso, la stessa città di Milano ha direzionato, favorito e coltivato la nostra idea originale, rilanciando la voglia della cittadinanza di aprirsi a nuovi confini. Così, in seguito alla creazione di un ricco database che rappresenta parte della gioventù artistica, ci siamo posti l’obiettivo di aiutare i creativi attraverso una piattaforma ben organizzata, al fine di rendere facilmente accessibile e comprensibile la loro arte e divulgare la nostra mission primaria e ufficiale: riportare l’arte nelle mani degli artisti e del loro nuovo pubblico.
Negli anni com’è cambiato il rapporto tra gli artisti e il grande pubblico?
L’arte ha potuto aprirsi al grande pubblico diventando sempre più accessibile nella sua fruizione, lo stesso non si può dire sulle reali possibilità di acquisto di questa nuova e sempre più numerosa fascia di clienti.
Looking for Art si pone esattamente al centro della questione, tentando di ovviare alla distanza che esiste tra lo spettatore medio e la capacità degli addetti ai lavori di captarne l’effettiva intenzione a soddisfare un desiderio puramente estetico piuttosto che economico. Esiste, ancora oggi, un vuoto tra l’arte, per definizione universale, e la moltitudine di persone che cercano sempre più di soddisfare desideri estetici personali; ma nel 2019, sull’onda delle rivoluzioni digitali, dei movimenti sociali, della proliferazione delle immagini e della condivisione mediatica non è permessa più alcuna giustificazione. L’operazione socioculturale da mettere in atto, secondo la nostra visione, è quella di avvicinare le parti rendendo fruibile l’arte anche da parte del grande pubblico.
Qual è la sfida più grande per chi decide di occuparsi di arte, o di sostenerla?
Gli artisti, oggi più che mai, non mancano in numero, energie e qualità estetica così come, i clienti disposti a spendere modiche cifre per gusto personale, si contano sempre più numerosi. Sono tante le sfide che affrontiamo giorno per giorno ma gli ostacoli che incontriamo lungo il percorso li consideriamo come lavoro abitudinario: la ricerca degli artisti, l’osservanza dei servizi offerti e una comunicazione efficace verso i clienti.
La sfida più grande è raggiungere uno status prestigioso a livello istituzionale. Il nostro progetto si insinua in un mercato centenario ed estremamente strutturato, in cui diversi attori interagiscono per il raggiungimento di fini commerciali ed estetici. In questo scenario l’ingresso di un nuovo approccio, di un nuovo sistema o di nuovi attori viene accolto con sospetto o peggio ancora minato ciecamente alle sue fondamenta per un’istintiva paura nella novità.
Al momento il riconoscimento e l’appoggio istituzionale tra gli addetti del mercato dell’arte è la sfida più grande.
Il ruolo dell’artista è cambiato con l’avvento dei social network?
Se appena 15 anni fa un artista emergente doveva associarsi a galleristi, collezionisti, società o aziende pubblicitarie oggi può fare tutto da solo e gratuitamente.
L’artista del 2019 non ha più nulla a che vedere col cliché dell’artista squattrinato. Un tempo la diffusione era difficoltosa e soprattutto dispendiosa, i risultati erano scarsi e imprevedibili. Oggi il cliente è più vicino che mai all’artista: grazie a Internet e ai social network l’aumento della visibilità non può più essere considerato un problema irrisolvibile, laddove esiste tale problema è facilmente traducibile come una mancanza dello stesso artista.Questo nuovo sistema di esposizione mediatica pone però nuove sfide all’artista, che non può più essere lontano, timido o introverso ma è costretto ad imparare le regole base del “gioco” della comunicazione. È nata una qualità che fino a qualche anno fa non faceva parte delle aratteristiche a lui richieste: la capacità (così come la volontà) di sapersi vendere verbalmente, testualmente e graficamente.
L’arte e il mondo digitale come si rapportano? Possono coesistere?
L’arte è reinterpretazione del mondo. Se il progresso storico ha reso possibile la nascita di un nuovo media, l’arte lo assimilerà, lo studierà, lo modificherà, lo reinterpreterà e lo mostrerà sotto nuova luce. Nessun cambiamento immaginabile ad oggi potrà mai arrestare la necessità sociale dell’uomo di andare oltre ciò che appare, di studiare l’inconscio e modificare la realtà.
Qualsiasi nuova tecnologia, mezzo o comportamento rafforza l’arte e le rende possibile infinite evoluzioni, così come la macchina fotografica non ha occultato la pittura ma ne ha solo direzionato le correnti poetiche, il mondo digitale ha creato nuove ed infinite possibilità.
Quale consiglio potete dare ai giovani che decidono di intraprendere una carriera legata al mondo dell’arte?
Mettetevi in gioco!
Ci sarà sempre tempo per sostenere testardamente le vostre posizioni e idee, ma la gioventù è fatta per sperimentare. Le strade percorribili sono ancora infinite, in futuro potrete chiuderne deliberatamente alcune di queste, altre si chiuderanno da sole vostro malgrado ma all’inizio del viaggio sarebbe un grave errore ignorare anche la più piccola possibilità.
Alcuni degli artisti che si sono avvicinati alla nostra struttura negli anni erano disposti a mettersi in gioco seguendo esclusivamente le proprie regole. Se da una parte è ammirevole la determinazione a non uscire dal percorso immaginato, dall’altra parte chi fa più esperienze è colui che alla fine del percorso possiede più conoscenza.
Chi ha più conoscenza riuscirà a districarsi nelle infinite scelte che pone il percorso. Rifiutare a priori, per questioni di pensiero cieco o di visioni differenti, è l’errore più grande che si possa fare, segno anche di una pigrizia o, peggio, una paura nel mettersi in discussione. Infine non rinunciate ai vostri sogni. Stiamo entrando in anni affascinanti, anni di trasformazioni sociali radicali che destabilizzeranno tutti i settori ndando ad annientare alcuni lavori e facendone nascere di nuovi. Se si può indicare il dito verso una delle tante tendenze nel progresso caotico della nostra era è che le materie artistiche difficilmente saranno sostituite dalle macchine, invece avranno sempre più bisogno di addetti poiché la “fame” di immagini non accenna ad arrestarsi.
Siate positivi, non esistono anni migliori per provare a vivere di arte.
Nasce a Cosenza nel 1993. Laureata in Scienze Politiche, convive con una memoria straordinaria per fatti assolutamente irrilevanti. Da brava millennial, ha un account attivo su ogni social, ma il suo preferito rimane Twitter.