Lantivirus un anno dopo. Storie di legami e di fantasia.

È stato bello ritrovarsi ancora, un anno dopo.

Questo il messaggio che si leggeva negli occhi dei partecipanti, lo scorso martedì 22 giugno presso la magnifica cornice del chiostro di San Domenico di Cosenza. Nell’ambito della settima edizione di Corti Cosenza, il festival di cortometraggi e scrittura creativa voluto da Teatro in Note con la direzione artistica di Vera Segreti, si è ripetuto l’appuntamento con Pino Sassano, Silverio Curti, Carlo Pagliusi e gran parte degli autori del libro “Lantivirus. Antologia di racconti brevi”. Incerta fino agli ultimi momenti, la possibilità di realizzare il festival e con sé tutti gli appuntamenti del nutrito cartellone, viste le restrizioni dettate dall’emergenza sanitaria. Da anni la manifestazione festeggia la creatività dei giovani ragazzi delle scuole dando sfogo alla creatività. Da questo presupposto l’occasione di richiamare l’attenzione sull’antologia dei racconti l’antivirus, uno strumento per l’esercizio della fantasia. Non si era certi di rivedersi, neppure ci si aspettava che un libro fosse stato capace di assumere un ruolo quasi salvifico per le menti di coloro che l’hanno partorito.

Ci eravamo lasciati un anno fa speranzosi in una rinascita ma pur sempre ancorati ai sentimenti di angoscia ed incertezza per il futuro e per le sfide che sarebbero sopraggiunte. L’auspicio e l’accorato augurio di quei tempi, è stato il pioniere della ripartenza che ha guidato questo anno. Tante cose sono accadute dopo Lantivirus. C’è chi ha vissuto sulla propria pelle la perdita di persone care, la sofferenza inflitta dal covid-19, un minuscolo registra delle nostre vite. Chi ancora è stato capace di non arrendersi difronte l’inatteso ed ha trovato il coraggio di mettersi in gioco riprogrammando il proprio futuro.

Storie di tutti i giorni, quelle testimoniate dagli autori un anno dopo, che si abbracciano indissolubilmente intorno al libro ed alla libreria Mondadori di Cosenza divenuti gli aggregatori sociali, nonché i riferimenti fisici tangibili capaci di creare legami indissolubili che hanno superato le restrizioni imposte a suon di DPCM. L’idea geniale del concorso che ha dato la luce a Lantivirus, ha rappresentato per molti tra gli autori un trampolino di lancio in un momento di paradossale staticità. Mettere in gioco la fantasia attraverso la stesura di un racconto breve, ha permesso di scoprirsi non più come soli appassionati lettori, ma soprattutto come amici di penna.

La letteratura, la scrittura e tutte le arti di ogni cultura, che maggiormente hanno avvertito il peso degli stop forzati a causa della pandemia, non hanno però mai cessato di esistere proprio in virtù della loro natura libera.

Dunque, si potrebbe pensare che il virus abbia determinato occasioni positive. Per una volta è stato concesso del tempo, nella frenesia della quotidianità, che, come hanno asserito i giovani autori, hanno potuto investire nella ricerca di sé stessi. Gli stessi riconoscono il valore della scrittura e l’opportunità che il concorso ha rappresentato per le loro carriere di studenti e scrittori emergenti. Di fatto l’obiettivo degli ideatori del progetto Lantivirus era stato quello di creare un antidoto alla pandemia, un alleato fedele quale solo la creatività può essere. Rileggendo l’intera antologia si coglie oggi questo filo invisibile che ha unito tutti: la mano esperta e la lettura sentita di un brano che raccoglie frasi tratte dagli ottanta racconti ha fatto risaltare questa presenza ed ha emozionato e accarezzato i cuori a conclusione della serata, con la speranza che l’immaginazione sia sempre il più forte antidoto contro ogni difficoltà.


Articolo pubblicato su Il Quotidiano del Sud – L’Altravoce dei ventenni