KiNESIS, il Living Lab che porta il progetto Erasmus nelle aree interne

Il programma di mobilità studentesca Erasmus, nato nel 1987, è uno dei progetti più longevi finanziato dall’Unione Europea e consente agli studenti universitari di intraprendere un periodo di studio in un ateneo di altri Paesi membri dell’UE oppure di Paesi extra-europei partner del programma.

Dal prossimo novembre, nell’ambito del programma Erasmus, prenderà vita il progetto KiNESIS (Knowledge alliance for Social Innovation in Shrinking Villages) nella Valle dell’Ufita, a Frigento: si tratta di un vero e proprio Living Lab diffuso, il cui scopo è mettere in atto buone pratiche contro l’abbandono e lo spopolamento e creare una rete di territori accomunati dalle medesime complessità. Il percorso è partito dall’intuizione della professoressa Johanna Monti, coordinatrice del progetto presso l’I-Land Centro di Ricerca Interuniversitario dell’Orientale di Napoli – diretto dal professor Giuseppe Balirano – e dal confronto proficuo con la professoressa Jacomien Kooiker che presso lo Stichting Group for European Development si occupava dell’attivazione di tirocini in diversi Paesi. Si è così pensato a un progetto simile, che coinvolgesse i comuni delle Terre dell’Ufita, con lo scopo di portare nel cuore dell’Irpinia giovani studenti in grado di contribuire allo sviluppo delle aree interne.

Il percorso che ha portato alla realizzazione di KiNESIS è iniziato ben tre anni fa con una prima richiesta di finanziamento all’Erasmus+ Knowledge Alliance, ente che raggruppa università, imprese, istituzioni e attori della società civile interessati a collaborare su un tema specifico come la salvaguardia dei luoghi interni. Un primo esperimento che ha coinvolto una studentessa dell’Università olandese di Wageningen, Daniela Chavarria, si è svolto proprio a Frigento: è qui che ha svolto proprio lì un tirocinio semestrale tra ricerche e laboratori.
Finanziato con uno stanziamento da un milione di euro, KiNESIS vedrà la partecipazione di diversi partner: l’Università di Napoli L’Orientale, il Comune di Frigento, l’Unione dei Comuni delle Terre dell’Ufita, IISS Grottaminarda, Stichting Group for European Development, Instituto Cultura y Sociedad, University of Navarra (ES), University of Tallin, Fondazione Ampioraggio (IT), ), Stichting Werken en Leren, Hochschule Harz – University of Applied Sciences, Hanze University of Applied Sciences Groningen (NL), Consorzio Glossa (IT),  ATI Biotech (IT) e Colli Frigentini s.c.a.r.l. (IT). A supportare il progetto sono intervenuti anche l’UNPLI Avellino, la Pubblica Assistenza di Frigento, la Pro Loco Frigentina, Confindustria Avellino, la Kennisnetwerk Krimp Noord-Nederland, l’Observatorio de la Realidad Social, de Planificación y de Evaluación de las Políticas Sociales della Navarra e l’I-LanD Research Centre.
Ognuno di questi contribuirà alla realizzazione del Living Lab: studenti stranieri arriveranno nella Valle dell’Utria e studenti campani vivranno un’esperienza di studio in un altro Paese, ma non vi sarà un solo luogo fisico in cui stare. Le conoscenze saranno infatti distribuite tra tutti gli attori coinvolti e arricchiranno non solo gli studenti, ma i territori tutti.

Un vero e proprio Erasmus in Irpinia, insomma, secondo due direttrici fondamentali: la co-partecipazione e la co-creazione, volte a instaurare un dialogo attivo tra studenti e imprese per la formazione e l’attivazione di idee concrete e progetti da svolgere consapevolmente sul territorio. Viceversa, dall’Irpinia si andrà alla scoperta delle azioni messe in campo in altri Paesi d’Europa in risposta a bisogni e desideri delle popolazioni locali. I temi su cui concentrarsi riguarderanno l’ecoturismo, la valorizzazione e conservazione dei beni culturali, la creazione di start-up, la co-creazione di imprese e attività (anche online), la gestione di risorse idriche ed energetiche per la comunità, l’agricoltura e l’industria, lo studio e la valorizzazione delle culture e delle tradizioni dei luoghi.

La scelta dell’Irpinia non è stata casuale: è qui che vive – pur non essendo irpina – la professoressa Johanna Monti, il cui sguardo ha individuato proprio in questi territori il luogo ideale per un progetto di Terza Missione in termini di internazionalizzazione, cultura e sviluppo sociale come KiNESIS.
Le aree interne d’Italia e quelle del resto d’Europa condividono i problemi dello spopolamento, della disoccupazione, del divario digitale. Le nuove generazioni faticano così a formarsi, a trovare e a creare lavoro e vi è scarso slancio imprenditoriale. Diverse però sono le possibilità di sviluppo e KiNESIS punta a rispondere a ciascuno dei problemi dei territori, fornendo contribuiti innovativi e sostenibili affinché questi possano essere superati. Il progetto sembra poi arrivare al momento giusto: l’emergenza sanitaria e il lockdown ci hanno messo di fronte all’impellente necessità di riequilibrare il rapporto tra le aree interne e i contesti urbani, intervenendo proprio sulle differenze territoriali. I modelli che rappresentavano, fino a poco tempo fa il progresso, oggi si avviano alla decrescita e, al tempo stesso, il vuoto creatosi nelle aree interne rappresenta una perdita collettiva in termini ambientali, sociali e culturali. Ricominciare ad abitare i piccoli paesi e decongestionare le città, com’è emerso nella fase del lockdown, potrebbe essere una soluzione vincente anche in termini di recupero del patrimonio materiale e immateriale.

KiNESIS rappresenta un punto di partenza importantissimo, ma avrà bisogno di una rete di supporto nazionale e internazionale per far venire allo scoperto ogni borgo. Iniziative come le case a 1 euro oppure le vacanze a cifre irrisorie non basteranno più: saranno necessari investimenti in infrastrutture, digitalizzazione, formazione e valorizzazione delle intelligenze del nostro e degli altri Paesi affinché si lavori – finalmente – in comunità alla ricerca di soluzioni per la gestione e risoluzione delle criticità e il miglioramento della qualità della vita.

Già pubblicato su Quotidiano del Sud – L’ALtravoce dei Ventenni 14/09/2020