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Informazione o infodemia? Pillole di sopravvivenza alle news

Come lettori, curiosi, utenti dei social network o addetti ai lavori, siamo circondati da una quantità di notizie senza precedenti, che ci attira a sé come il canto di una sirena che, in presa diretta, sussurra – o strilla – notizie di prima mano, quasi sempre provvisorie, spesso addirittura sbagliate. Gli avvenimenti degli ultimi giorni, tanto spaventosi quanto concitati, sono stati accompagnati da un, seppur prevedibile, overload di informazioni: come orientarci, allora, e proteggerci dalle breaking news?

La prima cosa da tenere a mente è che, spesso, gli organi d’informazione sbagliano, soprattutto nei minuti o nelle ore che seguono a un grande evento. Al mattino successivo, per esempio, potrebbero essere diffusi dati più accurati oppure l’attenzione potrebbe concentrarsi su dettagli diversi rispetto al giorno prima. Nell’ascoltare una notizia, prestiamo inoltre attenzione al linguaggio utilizzato, che rivela l’affidabilità delle notizie stesse.  Il secondo aspetto su cui concentrarsi, forse il più importante, è quello delle fonti: può essere utile confrontare quanto viene affermato da più network, testate o siti, in modo da “triangolare” l’informazione stessa arrivando a un’unica verità. È importante anche prestare attenzione ai media che citano altri media senza indicare fonti comprovate, poiché c’è il rischio che si presti un’attenzione minore e che le notizie non siano state accuratamente verificate. Ricordiamo poi che la responsabilità ricade anche sui lettori: una cittadinanza consapevole, oggi, passa dalla capacità di valutare l’affidabilità delle informazioni in cui ci imbattiamo, di evitare di amplificare informazioni sbagliate, soprattutto sui social network, e di limitare l’esposizione alle informazioni qualora il disagio fosse maggiore rispetto al bisogno e alla voglia di rimanere informati. Lo sforzo dev’essere perciò comune: gli addetti ai lavori hanno il dovere di inquadrare al meglio le notizie, mentre i destinatari delle stesse devono compiere lo sforzo di seguire una vera e propria alfabetizzazione continua.


Articolo pubblicato su Il Quotidiano del Sud – L’Altravoce dei ventenni