Negli Stati Uniti, sferzati dalla pandemia, che, ad oggi, ha provocato quasi 500.000 morti ed ancora scossi dalle vicende di Capitol Hill, si tenta un progressivo ritorno alla normalità. La riacquisizione delle consuetudini passa anche attraverso il mantenimento delle tradizioni. Fra queste, in ambito non solo sportivo, vi è sicuramente il Super Bowl, andato in scena domenica 7 febbraio, nello stadio Raymond James di Tampa, in Florida.
Cos’è il Super Bowl e cosa comporta
Si tratta della finale del campionato di football americano, identificato come NFL, National Football League. Nello scenario sportivo e culturale europeo questo sport non ha attecchito, quindi può risultare difficile comprendere l’importanza di questo evento per gli americani. Basti, però, pensare che attorno ad esso ruotano svariati milioni di dollari.
Quest’anno uno spot pubblicitario della durata di venti secondi durante il Super Bowl è costato circa 5,6 milioni. Lo share televisivo realizzato dal Big Game è stato pari al 52,7%, con 96,4 milioni di spettatori, cui è però doveroso aggiungere i 5,7 milioni di utenti che hanno visto la partita in streaming. La finale, quest’anno, è stata visibile anche in Italia su Rai 2 e Rai Play, oltre che sulla piattaforma DAZN, a partire dalle 00:15 fino alle 5 del mattino di lunedì 8. Una durata quasi interminabile, se consideriamo che una partita di football dura 60 minuti, divisi in quattro tempi da 15, con un intervallo di venti minuti a metà della gara.
Il Super Bowl è show
Lo spettacolo del Super Bowl, dunque, non è solo sportivo. Durante l’half time si esibiscono, a titolo gratuito, svariate star internazionali. Quest’anno è stata la volta di Miley Cirus, del cantante canadese The Weeknd, ad oggi l’artista più ascoltato su Spotify, e di Amanda Gorman celebre poetessa 22enne. Questi artisti hanno raccolto il testimone lasciato negli anni, ad esempio, da Michael Jackson, Madonna, Shakira o Jennifer Lopez.
Il Super Bowl 2021
L’edizione di quest’anno ha visto una ridotta partecipazione di pubblico sugli spalti. I posti a sedere occupati, circa 25.000, sono pari solo ad un terzo della capienza dello stadio. Di questi circa 7.500 sono stati riservati a medici ed infermieri.
La gara si è disputata tra le squadre vincitrici delle due confederazioni che compongono la NFL, ovvero AFC e NFC, rispettivamente i Kansas City Chiefs ed i Tampa Bay Buccaneers. I primi arrivavano da favoriti alla finale, in quanto campioni uscenti e con il 25enne Patrick Mahones, astro nascente del football, giocatore più pagato della NFL, pronto a vincere il suo primo titolo. I Buccaneers, al loro secondo Super Bowl nella storia, affidavano le loro speranze al veterano quarterback Tom Brady, approdato a Tampa Bay all’età di 42 anni ed arrivato al decimo Super Bowl in carriera. L’esito, apparentemente scontato, è stato in realtà ribaltato con un 31-9 in favore dei Bucks che non lascia spazio a recriminazioni. Superlativa la prova di Tom Brady che ha vinto così il settimo Big Game, più di qualsiasi franchigia NFL. La sua storia sportiva, quindi, non coincide solo con quella dei New England Patriots con i quali ha vinto le precedenti sei edizioni. Brady è il football, capace di vincere anche in altri contesti.
Questa sfida ha ricordato un po’ la battaglia tennistica tra Borg e McEnroe a Wimbledon del 1980, conclusasi con la vittoria dello svedese.
Secondo gli intenditori, il futuro del football è Mahones, ma molti hanno visto nel trionfo del 43enne Brady la voglia di ritornare a quella normalità che ormai manca da quasi un anno anche in ambito sportivo. La speranza è in primis e per tutti quella di un ritorno agli stadi pieni.
Articolo pubblicato su Il Quotidiano del Sud – L’Altravoce dei ventenni
E' un commercialista cosentino. Appassionato di sport, qualunque esso sia, amante del calcio, adora tutto ciò che ha a che fare con i numeri. Ama la politica. Poco sportivo, molto tifoso, quasi estremista. In quello che fa ci mette tutto sé stesso.