Esodo natalizio dei fuori sede, tra caro affitti e smart studying

Nelle prossime settimane si ripeterà come ogni anno in molte città un rito ormai consuetudinario nell’imminenza delle festività natalizie: il complesso esodo degli studenti universitari fuori sede di ritorno verso le città di origine. Sui principali social saranno pubblicati video di stazioni stracolme di ragazzi in attesa di imbarcarsi e fotografie di biglietti con costi esorbitanti. Per molti, soprattutto nelle grandi metropoli della penisola, inizierà infatti una traumatica traversata verso le agognate vacanze. Per tanti tra questi studenti si conclude inoltre in questi stessi giorni il semestre autunnale dell’anno accademico. Per le matricole termina così a breve il primo semestre di frequenza in assoluto, una fase spesso di grande incertezza, dopo la quale si apre un momento delicato e importante di riflessioni, in cui compiere un primo bilancio della scelta di percorso compiuta e porsi le prime domande sulle prospettive future. All’orizzonte, per tutti, si affacciano inoltre le prime sessioni d’esame che segneranno l’ingresso nella difficile fase della valutazione.

Questi eventi sollecitano qualche riflessione sul tema dell’esperienza universitaria in questa particolare fase storica. Si può infatti rilevare come sia cambiata sotto tanti profili in epoca recente la vita degli universitari. I dati sembrano anzitutto dimostrare come, dopo la pandemia da COVID – 19, si stia registrato un maggior numero di iscrizioni agli atenei telematici, evidenziando così come molti studenti preferiscano continuare a vivere (o ritornare) nelle proprie città di origine e frequentare mediante le moderne strumentazioni tecnologiche corsi erogati in modalità digitale. D’altronde negli ultimi anni si è sviluppata una cultura sempre più diffusa e progredita dello smart-working, sicché non dovrebbe sorprendere la nascita di una correlata sullo smart-studying, unite dalle stesse riflessioni di fondo (contingentamento dei costi, efficienza degli strumenti digitali, comodità di accesso). Su questo tema, il dibattito è ancora aperto, fermo che l’erogazione tradizionale comunque si associa di norma a una esperienza più ricca e complessa, soprattutto dal punto di vista umano e formativo. Restano comunque moltissimi gli studenti che decidono di frequentare in presenza i corsi e di vivere così l’esperienza universitaria in tutta la sua complessità, affacciandosi contestualmente molto spesso per la prima volta alla vita lontano da casa e intraprendendo i primi esperimenti di gestione autonoma della quotidianità. Sicuramente la migrazione degli studenti, in particolare dai piccoli centri verso le grandi città, caratterizza da sempre la storia del nostro paese ma è in questa fase storica ancor più complessa del passato da un generalizzato innalzamento esponenziale dei costi del mercato immobiliare che ha reso particolarmente difficile poter trovare soluzioni abitative a condizioni accettabili dal punto di vista economico. Ovviamente tale incremento di costo dipende dalla congestione dalla domanda, ma in alcune realtà anche dalla necessità di interventi strutturati di supporto da parte delle istituzioni. Su questa specifica questione si attende da tempo un intervento risolutivo da parte dei soggetti pubblici che possa consentire, pur nel rispetto della libera negoziabilità delle condizioni degli affitti, comunque agli studenti di poter accedere in modo agevole a soluzioni abitative a prezzi congrui. A latere di questo tema, si rileva come sempre più studenti stiano optando per la frequenza dei corsi prediligendo il pendolarismo, quindi viaggiando per ciascuna lezione ogni volta dalle proprie città anche se distanti dalle sedi accademiche. Si tratta di una soluzione che comporta sicuramente dei costi in termini di benessere dello studente e di qualità dell’apprendimento, considerato che si arriva a lezione già particolarmente provati dal viaggio e che non si ha la libertà di frequentare i luoghi dell’università con la stessa elasticità temporale dei colleghi stanziati di zona e ci si vede quindi in sostanza privati di una parte dell’esperienza. Un altro tema che si lega a quelli anzidetti è sicuramente quello dei costi dei trasporti, sia all’interno delle città, sia per questa fase di “ritorno a casa”, in cui la congestione della domanda porta i biglietti a prezzi in alcuni casi abnormi. Altro tema su cui si attende, da tempo, una qualche forma di intervento, sperata e sino ad ora mai giunta.

Articolo pubblicato su Il Quotidiano del Sud – L’Altravoce dei ventenni