Ne parliamo con l’esperto Roberto Bettuzzi
Come per le persone, la nutrizione degli animali gioca un ruolo fondamentale nella loro vita: tramite una sana alimentazione, infatti, possiamo prevenire e curare obesità, diabete e una serie di altre problematiche. Roberto Bettuzzi, laureato in Scienze e Tecnologie delle Produzioni Animali presso la Facoltà di Medicina Veterinaria di Udine, si occupa proprio di consulenze nutrizionali per la gestione del prodotto commerciale (crocchetta e/o prodotto umido) e l’alimentazione casalinga incentrandosi sull’Alimentazione e la Nutrizione dei Piccoli Animali al fine di garantire loro una vita lunga e in salute.
Cos’è l’Educazione alla Nutrizione nei Piccoli Animali e come ti sei avvicinato a questa professione?
«Sin da quando studiavo all’università ho sempre pensato che l’alimentazione e la nutrizione animale fossero importanti per mantenere un buon livello di benessere e salute dei nostri amici a quattro zampe. Per questo motivo, ho deciso di occuparmi professionalmente di consulenze nutrizionali su cani, gatti e conigli nani. Collaboro con diverse Cliniche Veterinarie della provincia di Udine, con Medici Veterinari presenti in diverse regioni d’ Italia e con alcuni educatori cinofili occupandomi dell’educazione nutrizionale di base per proprietari di cuccioli inseriti nelle cosiddette Puppy Class».
Secondo la tua esperienza, ci sono razze più propense a problemi che riguardano l’alimentazione rispetto ad altre?
«Tutte le razze nelle quali vi è stata una selezione genetica molto spinta negli ultimi 50 anni risentono di una condizione generale non sempre ottimale. Nella mia esperienza professionale, infatti, riscontro un aumento delle situazioni di Reazioni Avverse al Cibo (RAC) così come il malassorbimento. In questi casi, va fatto un lavoro di squadra tra proprietario, consulente nutrizionale e medico veterinario. Quando si lavora in collaborazione si ottengono sempre i migliori risultati».
Pensi che negli ultimi anni queste complicazioni siano aumentate e, se sì, perché?
«Come dicevo, la iper-selezione genetica ha prodotto sicuramente maggiori problematiche rispetto ad un tempo. Una collega diceva: “fino a qualche decennio fa, in un testo di patologia generale le problematiche dermatologiche erano presenti nei capitoli finali dei testi, oggi invece li troviamo già nei primi capitoli”. Le problematiche dermatologiche sono legate spesso a quelle alimentari: per questo motivo, ricordo che va sempre fatto un iter diagnostico preciso rivolgendosi a un medico veterinario esperto in dermatologia. Questo perché ad esempio una dermatite può avere molte cause, non solo alimentari. Ecco perché è fondamentale la collaborazione tra professionisti».
Quali sono, secondo te, gli errori che le persone compiono quando si trovano di fronte ad una problematica che riguardi questo ambito?
«Uno dei maggiori problemi è la ricerca su internet. Gli unici a poter fare diagnosi sono i medici veterinari. Si parte da una diagnosi medica e poi, da questa, si metteranno in atto tutte le accortezze necessarie a risolvere il caso».
E quali sono, dunque, i consigli che daresti?
«Il consiglio è di somministrare una alimentazione casalinga. In questi casi è fondamentale rivolgersi con fiducia a professionisti del settore perché una alimentazione casalinga bilanciata non ha nulla da invidiare a un prodotto commerciale bilanciato, ma una alimentazione casalinga fatta a “stile libero” dal proprietario può portare a squilibri nutrizionali. Tutti noi che ci occupiamo di Alimentazione e Nutrizione usciamo da un percorso universitario e facciamo un aggiornamento professionale continuo; perciò, in queste situazioni non chiedete mai consiglio a “vostro cugino”, ma rivolgetevi a chi ha deciso di dedicare la sua vita a questa professione».
Ci lasceresti con un aneddoto a te caro?
«Ci sarebbero molti aneddoti, ma la cosa bella della mia professione è che quando l’animale torna a stare bene e a scodinzolare o a fare le fusa, e sul volto del proprietario torna il sorriso, ecco questo è il migliore grazie che noi possiamo ricevere. Chi varca le porte delle Facoltà di Medicina Veterinaria ama gli animali, ovviamente, ma l’amore non basta. Bisogna impiegare moltissime ore di lavoro, studio, scambio di esperienze con colleghi e colleghe. E molto spesso tutto questo non viene lontanamente pensato dalle persone. Per fare bene il nostro lavoro dobbiamo spesso partire per aggiornarci in luoghi molto lontani rispetto alla nostra residenza, ma lo facciamo perché amiamo profondamente ciò che svolgiamo e tutti noi, non faremo mai altra professione se non quella che abbiamo scelto. E un grazie sentito qui va a tutte le persone a noi care che molto spesso ci vedono con il contagocce».
Articolo pubblicato su Il Quotidiano del Sud – L’Altravoce dei ventenni