Negli ultimi due anni la mia vita è cambiata radicalmente, io sono cambiata. Il merito è stato di una bellissima disciplina che arriva dall’India, e che oggi è il mio stile di vita.
Mi chiamo Marina, ho 24 anni, vivo tra l’Irlanda e l’Italia, ho una laurea in giurisprudenza, mi sto specializzando in diritto internazionale, ed ho un diploma da insegnante di yoga.
Mi sono approcciata allo yoga con tanta curiosità; non so se sia stata io a trovare lo yoga o lo yoga a trovare me. Sono stata colpita dalla sua semplicità, dall’essere di buon umore a piedi nudi.
Ho iniziato la pratica presso il Kutir di Bologna nel 2016. Ho raggiunto risultati che mai avrei creduto di poter raggiungere. Numerosi studi dimostrano come la pratica costante sia antidepressiva e serva a combattere, se non del tutto eliminare, gli stati ansiosi: posso confermare e condividere il mio punto di vista. Ho imparato a concentrarmi sul mio respiro e così a praticare la mindfulness, ovvero la consapevolezza nell’attimo presente, l’unico che esiste, a controllare i miei pensieri, ad accettare il mio corpo con i suoi limiti ed i suoi tempi, e, come mi piace spesso dire, ho imparato a respirare.
Il respiro è, infatti, uno dei pilastri dello yoga e gioca un ruolo fondamentale quando ci si pone un obiettivo da raggiungere con una posa particolarmente difficile. E’ l’àncora che tiene in equilibrio quando si pensa di non potercela fare, quando si ha paura di sbagliare o di mostrarsi non all’altezza; è l’unico strumento che consente di migliorare o di andare in profondità nella posa.
Ho imparato che il “tappetino” è uno specchio. Che tutto ciò che si ha dentro in quel momento, si rende visibile e si può trasmettere. Ho capito che non c’è una gara o un primo o ultimo posto, non esiste competizione perchè ognuno ha la propria forma fisica: c’è chi è flessibile, chi è forte, chi è concentrato, chi pratica con gli occhi chiusi. Ho imparato che l’equilibrio non può essere forzato ma che arriva da sè, quando è il momento, e che è solo questione di tempo… basta essere pazienti.
Ho imparato che ogni volta che si pratica è un’esperienza a sè. Sono molto grata ai miei insegnanti per ciò che mi hanno trasmesso.
Per questa ragione, al termine dei miei studi giuridici, ho deciso di approfondire le mie conoscenze dello yoga con un teacher training di 200 ore presso l’ashram Green Yoga International a Mallorca, un posto incantevole immerso nella natura e lontano dall’ordinarietà della vita. Cosa io abbia trovato lì a Mallorca è molto complesso da spiegare. Ho avuto modo di ascoltarmi.
Mi sono concentrata su me stessa e sulla persona che voglio essere, sugli obiettivi che voglio raggiungere, su come voglio approcciarmi agli altri. Ho capito a fondo che non si finisce mai di essere studenti, di imparare, di migliorarsi, di conoscersi, e che ogni giorno è una pagina bianca da riempire con ciò che mi rende me stessa; che lo yoga non è una mera attività fisica. E’ una connessione profonda con se stessi, è un mezzo per controllare i propri stati d’animo, per non esserne sopraffatti. La pratica, l’esercizio fisico, è soltanto una delle sue sfaccettuature. Ho compreso quali siano i valori che voglio trovare e trasmettere nel mio cammino.
Il teacher training è stato una delle esperienze più forti che io abbia mai vissuto, porto con me le vibrazioni positive ogni giorno. Essere insegnante significa avere gli strumenti per diffondere ciò che si ha dentro, ciò che si conosce, arrivare agli altri con semplicità, condividere.
A chi mi chiede come faccia a conciliare il diritto e lo yoga, che sembrano due mondi tanto distanti, rispondo che lo yoga ed i diritti umani sono le mie più grandi passioni, e che l’uno non esclude l’altro.