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Giornata Internazionale della Pace. Il futuro ci vuole uniti.

La Giornata Internazionale della Pace si celebra, ogni anno, il 21 settembre ed è stata istituita, dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite il 30 novembre del 1981, con l’intento di promuovere un giorno di pace mondiale lontano dalla violenza. Nella risoluzione, le Nazioni Unite propongono a tutti i Paesi di impegnarsi nella cessazione delle ostilità e di promuovere azioni educative col fine di riflettere sul tema della pace. Azioni concrete sono svolte attraverso l’osservazione di 24 ore di cessate il fuoco e di non violenza.

Nello scorso mese di marzo, il nono segretario generale delle Nazioni Unite António Guterres, ha sottolineato l’importanza della istruzione come chiave per sconfiggere le disparità mondiali. L’attacco subito dal nemico comune, Covid-19, ha portato alla più grande interruzione della istruzione. I governi si sono mossi nel massimo impegno ad erogare la didattica a distanza, proprio perché l’istruzione è il motore delle società tolleranti, sblocca opportunità e restringe le disuguaglianze.

Nonostante la dedizione di insegnanti e degli studenti coinvolti a distanza, la separazione fisica ha aggiunto ulteriori disparità alle già marcate differenti condizioni di vita, data la differente possibilità di accedere ai servizi didattici telematici. Una crisi dell’apprendimento che spiega bene la necessità di una cooperazione di pace tra i Paesi per consentire eguali diritti a tutti e ridurre i danni a catena che ne conseguono.  

Nel messaggio inviato dal segretario Guterres si invitano le nazioni in conflitto a concentrarsi sulla sola battaglia contro questa pandemia globale senza precedenti, abbracciando i potenti mezzi di solidarietà e cooperazione, tralasciando ogni frontiera fisica, sociale e generazionale.

Ogni anno, nel corso della Giornata Internazionale della Pace, viene scelto un tema differente che permette di far luce sulle guerre che affliggono il nostro mondo. Porre consapevolezza sul fatto che i conflitti generano ingiustizia e ostilità, è un primo passo che può portare alla scelta di riporre le armi.  Fare la guerra vuol dire privare ogni popolo della propria dignità, annientare le famiglie e gli affetti, rubare i sogni e le aspirazioni di numerosi bambini.

Quest’anno le Nazioni Unite hanno scelto il tema “Shaping Peace Together”, tradotto in “Creiamo la pace insieme”. Lo slogan rispecchia la necessità del 2020: l’unione dei popoli per combattere l’unico nemico, SARS-CoV-2. La profonda emergenza in atto nel nostro pianeta rappresenta la giusta opportunità per trasformare le divisioni e le distanze esistenti, in future e reali azioni atte alla cooperazione e miglioramento della società mondiale.

L’emergenza Covid-19 richiede, a più voci, collaborazione e intesa tra gli Stati del mondo. La corsa al vaccino sembra quasi una gara all’affermazione del potere piuttosto che la necessità di fare fronte comune alla risoluzione di un grave problema mondiale che non coinvolge l’uomo soltanto nella privazione della vita ma anche sotto gli aspetti economici e sociali.

Occorre perciò celebrare la giornata diffondendo compassione, gentilezza e speranza verso la pandemia che ha introdotto l’allontanamento fisico. Rimanere insieme con il dialogo e le idee, contrastando l’insorgenza di fenomeni di discriminazione e odio prodotti dal virus.

La nostra epoca sta attraversando la grande prova degli scontri razziali e di genere. Dopo anni di rivolte e proteste per rivendicare i diritti di ogni cittadino, ancora oggi, nel 2020, si sente parlare di violenza. Lo scorso maggio l’uccisione dell’afroamericano George Floyd  ha segnato l’avvio di numerosi eventi e notizie riguardo a comportamenti disumani adottati dalla polizia degli USA. Il caso Willy Monteiro proprio qui in Italia. Atti di prevaricazione, odio e supremazia che non si avvicinano al concetto di pace.

Sarà il nostro futuro segnato dalla unione tra i popoli?

Promuovere le giornate internazionali è il primo passo verso una più ampia intesa globale. Sono un potente strumento di difesa e di educazione per ogni uomo che si affaccia con interesse a dibattiti politici e sociali che celebrano e rafforzano le conquiste dell’umanità.

Ogni giornata viene progettata in collaborazione con diversi attori. Le Nazioni Unite richiedono l’intervento di governi, società civile, settori pubblici e privati, scuole ed università.

Il 21 settembre durante la giornata internazionale della pace, in tutto il mondo si svolgeranno diverse manifestazioni. Sulla pagina https://internationaldayofpeace.org/ sono indicate, per ogni nazione, le iniziative a cui ogni cittadino è invitato a prendere parte, in modo particolare i giovani.

Tra le attività promosse ci sono concorsi letterali; cerimonie con le bandiere di tutto il mondo; dialoghi interculturali e interreligiosi; workshop sul tema della pace; promozioni di servizi verso i più bisognosi; festival, concerti, meditazione e preghiera; gare sportive; coinvolgere i giovani in attività di pacificazione.

L’impegno nella Giornata della Pace può svolgersi privatamente, come parte di un gruppo e / o come partecipante a un evento. L’opportunità offerta è quella di intraprendere dibattiti e riflessioni facendo dei giovani i protagonisti. È però importante guidarli ed affiancarli nelle strade impervie della diversità globale.

Nel mondo di oggi, che è interconnesso, le nuove esperienze cosmopolite sono facilitate. Eppure, appare sempre più semplice come le brillanti menti, restino ammaliate dalle forze dell’estremismo. Occorre seguire i giovani nei loro percorsi perché sono soggetti vulnerabili, ma al contempo bisogna riporre in loro fiducia ed affidargli le sorti delle società del futuro.

Tutti devono collaborare affinché si progetti con creatività, passione e rispetto altrui. Farsi promotori di pace non è solo un dovere di ogni singolo cittadino ma piuttosto un diritto. Ecco perché ogni giorno ci si adopera come mediatori di giustizia, di rispetto dei diritti umani e di armonia tra le nazioni.

Maria Francesca Astorino
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Classe ‘96, laureata in Biologia all’UniCAL, è rappresentante di dipartimento. Sognatrice dalla vena poetica, racconta il mondo con fotografie e testi. Ama perdersi nei tramonti, cieli immensi: lì dove è lecito allontanarsi dalla realtà.