“Tenerezza, la rivoluzione del potere gentile” di Isabella Guanzini

 Titolo         Tenerezza, la rivoluzione del potere gentile
 Autore         Isabella Guanzini 
 Prezzo         € 14
 Anno           2017 
 Pagine         192
 Editore        Ponte alle Grazie

“Tenerezza, la rivoluzione del potere gentile” di Isabella Guanzini è un libro che potrebbe essere definito un saggio filosofico, ma in realtà non si colloca in una categoria ben precisa. E’, innanzitutto e soprattutto, un libro che fa riflettere.
In un mondo sempre più violento e meno solidale, ciò che manca è la tenerezza, un sentimento attivo ed efficace che può cambiare il mondo. Detta così, sembrerebbe una teoria ingenua e poco realista, eppure leggendo il libro si comprende come questo “potere gentile” abbia una grande forza, così grande da poter essere definita rivoluzionaria.

La Guanzini descrive l’uomo che vive nella metropoli (‘homme blasé’), dove ci sono indubbiamente più stimoli rispetto alla provincia, come un essere che si perde nella moltitudine. Tutti si toccano senza conoscersi ed essere “freddi” verso gli altri è considerato il giusto comportamento. Viene descritto, poi, lo scenario catastrofico di un mondo senza tenerezza e che l’uomo ha già vissuto: ad Auschwitz. Gli uomini sono stati ridotti a “cose” e una freddezza estrema, dopo anni di educazione alla durezza e all’insensibilità, ha portato alla perdita dell’umanità.

Nel libro viene affrontato anche il tema della gioventù d’oggi in modo chiaro e articolato (e non superficiale, come siamo fin troppo abituati a constatare abitualmente). La Guanzini afferma che stiamo diventando sempre più intelligenti, sempre più informati, ma via via stiamo semplificando il vocabolario delle tonalità affettive, di quella lingua cioè capace di nominare i sogni, di raccontare i fallimenti, di elaborare i conflitti.
Non manca di affrontare, anche, il tema delle aggressioni degli uomini alle donne e lo argomenta sostenendo che i maschi hanno grande difficoltà a venire a capo della loro tenerezza.
Soltanto alla fine del libro, il suo ruolo di teologa prende il posto di quello di filosofa e affronta il tema dal punto di vista cristiano.