La prima associazione mentale che faccio pensando all’estate è il viaggio.
Viaggiare per scoprire nuovi luoghi, per rilassarsi e divertirsi dopo mesi di studio e lavoro.
Ma pensando al viaggio in relazione ai miei programmi per l’estate e alla luce dei recenti avvenimenti di cronaca, mi sono ritrovata a fare altri tipi di associazioni, e le parole che finiscono per intrecciarsi nella mia testa sono tre: viaggi, genitori, figli. Considerando, poi, tre tipi differenti di viaggio.
Il viaggio per vacanza
Che i genitori si preoccupino dei propri figli è la cosa più normale del mondo e, soprattutto, tutti noi figli abbiamo sperimentato l’apprensione che ci riservano. Se da un lato sappiamo che sono mossi da affetto, dall’altro, però, spesso avvertiamo il loro atteggiamento come opprimente.
Nonostante, appena diciottenne, sia stata lasciata libera di trasferirmi in un’altra città, a mille chilometri di distanza, le preoccupazioni dei miei genitori quando parto per qualche viaggio, anche per mete italiane, sono sempre lì, pronte ad aspettarmi.
La scorsa settimana papà mi ha accompagnato in stazione per prendere il treno che mi avrebbe portato a Roma e, tra le sue raccomandazioni, resto sempre sorpresa di sentirmi dire, anche a 23 anni: “Mi raccomando, stai attenta, soprattutto quando scendi a Napoli! Fai attenzione alla borsa!”.
Ma anche mia nonna, poco prima di uscire di casa, come ogni volta, mi ha detto: “ Mi raccomando, non fidarti di nessuno!”
Mia mamma poi è un caso a parte. Dico solo che quando a marzo sono andata per qualche giorno a Londra, ha dovuto per forza farmi registrare sul sito “dove siamo nel mondo” della Farnesina (come se stessi andando in Siria!)… Quindi potete immaginare cos’è accaduto quando a maggio le avevo annunciato la mia decisione di allora di andare in Grecia (poi saltata anche per ovvi motivi)… Tra attentati dell’Isis, sbarchi di profughi e crisi economiche non potrebbero palesarsi scenari peggiori nella sua mente, preoccupata per noi figli in viaggio.
Il viaggio per speranza
Ma il viaggio, purtroppo, non si affronta solo per andare in vacanza.
Il trinomio viaggi – genitori – figli mi porta a riflettere su un altro aspetto, quello dei viaggi tra deserto e mare, per attraversare il Mediterraneo e trovare una speranza in Europa. E la preoccupazione dei genitori è, così, enorme, inimmaginabile e ampiamente giustificata.
Risale a pochi giorni fa il caso di Raghad, la bambina siriana di 11 anni malata di diabete, morta tra le braccia dei genitori mentre affrontava il viaggio dall’Africa verso l’Italia, dopo che scafisti senza scrupoli hanno gettato in mare, senza alcun motivo, per puro sfregio, lo zainetto contenente l’insulina.
Ed è impossibile restare impassibili leggendo la testimonianza del papà di Raghad, che ha dovuto poi gettare in mare il corpicino senza vita della figlia.
Il viaggio per imposizione
Viaggio è anche quando i genitori vedono i propri figli allontanarsi per andare in guerra o per fare il servizio militare obbligatorio.
Per fortuna nel nostro paese la nostra generazione non ha dovuto avere a che fare con questo obbligo, ma mi è capitato a volte di ascoltare i racconti dei miei nonni o dei miei zii, quando a dover affrontare il servizio militare era la generazione di mio padre o quella dei miei cugini, in fondo, di poco più grandi di me. Ma la leva obbligatoria è ancora presente in molti Stati, e in Lituania da settembre sarà reintrodotta, dopo l’abolizione del 2008. La leva è stata imposta in reazione alla crescente aggressività della Russia nei confronti dell’Ucraina, e riguarderà, circa 37.000 ragazzi, tra i 18 e i 27 anni.
Proprio a riguardo, la fotografa Neringa Rekasiute e l’attrice Beata Tiskevic-Hasanova hanno intervistato e ritratto 14 ragazzi lituani, annotando i loro pensieri e mostrandoli in procinto di piangere.
E altro viaggio imposto è quello per cercare lavoro, in altre città d’Italia o all’estero, in cui il distacco dalla famiglia è avvertito dai genitori in maniera ancora più forte.
Proprio recente è il rapporto “Migrantes” che ha sottolineato come il numero degli emigrati italiani è il doppio rispetto a quello degli stranieri che giungono nel nostro paese.
Per fortuna, in questo mese di luglio, per molti noi ventenni italiani il viaggio che possiamo sperimentare è quello per piacere e per vacanza. Ma sono sicura che nonostante le riflessioni sugli altri tipi di viaggio e i pensieri dei nostri genitori, continueremo (io continuerò di sicuro) a lamentarci per le loro continue telefonate e i messaggi, preoccupati di sapere dove siamo e cosa stiamo facendo, in qualsiasi parte del mondo saremo quest’estate.
Ma prima di partire per un viaggio e mandare in pausa anche il nostro blog, noi di Venti siamo pronti con nuovi articoli.
Non perdetevi l’intervista del nostro Alessandro all’ideatore del blog di successo Italian Kingdom, e quella di Danilo a chi ha già approfittato del nuovo lancio in Italia di Megabus (non si sa mai che possa esservi utile per vacanze last minute!).
Invece, per saperne di più sul mondo e su cosa sta accadendo in questi giorni ci hanno pensato Fabio e Marinella, con i loro approfondimenti sulla situazione Greca e la bolla speculativa in Cina. Altri approfondimenti su sharing economy, innovazioni tecnologiche, sport e molto altro vi aspettano poi tra le varie sezioni del blog, e per chi vuole rilassarsi in spiaggia sotto il sole abbiamo anche consigliato una serie di brani da ascoltare e canzoni da ballare e cantare a squarciagola, con la nostra nuova playlist su Spotify. Non perdetela e, anzi, diteci qual è secondo voi la canzone che almeno una volta nella vita, o per lo meno quest’estate, non possiamo non ascoltare!
Buone vacanze da tutti noi di Venti!
Commercialista e revisore, appassionata di scrittura e digitale. Sempre immersa in qualche progetto sfidante, cerca spesso novità per rivoluzionare il (suo) mondo. Nel 2014 ha creato questo contenitore di storie, pensieri, idee e (tante belle) persone.