Come sono cambiate le vacanze dagli anni ’80 a oggi
“Stessa spiaggia, stesso mare” cantava un ritornello degli anni Sessanta e tanti di noi, anche nati dopo quegli anni, sono cresciuti con quel ritornello come stile di vita. Il mito delle autostrade con le macchine piene, il portabagagli pieno, si spostava la famiglia ma si spostava anche la casa… E oggi?
Oggi, diciamoci la verità, i giovani non sono quelli di 40 anni fa. Tanti quelli tornati migranti per lavoro, per i quali vacanza è anche tornare qualche giorno a casa. E anche il mondo non è più quello di 40 anni fa: internet e i voli low-cost lo hanno rimpicciolito. Se negli anni ’80 il massimo della vacanza all’estero poteva essere l’Interrail, oggi quanti si mettono a girar l’Europa in treno d’estate? Quanti oggi (vabbè facciamo ieri, che oggi i carburanti sono alle stelle) si mettono in macchina per girare l’Italia o l’Europa? Oggi che tutto ci è offerto a portata di app e che ci vantiamo (mea culpa) di riuscire a visitare nel tempo di un weekend mete che meriterebbero almeno il doppio dei giorni. È diventato un mordi e fuggi, ammettiamolo, anche con i viaggi. Questo mondo per fortuna diventato così piccolo, ma che ancora non ci basta il tempo per visitarlo.
Difficile, quindi, pensare di avere il tempo di tornare due volte o addirittura ogni anno nello stesso posto, quando così tanti altri posti aspettano di essere catturati dalla nostra memoria e dalle nostre foto. Mete che quarant’anni fa potevano essere relegate solo a destinazioni da viaggio di nozze sono oggi mete da fuga del weekend, magari fuori stagione (mentre per le lune di miele è quasi regola non scritta oggi andare dall’altra parte del mondo). Addio spedizioni in agenzie di viaggio, biglietterie di aeroporti e ferrovie (ma qualcuno di voi lo ha mai comprato un biglietto in aeroporto?!), quasi addio alle guide cartacee che ora ci sono i blog di viaggio online. Addio, per fortuna, al cambio moneta prima di viaggiare in (quasi tutta) Europa!
Tutto ciò almeno fino a un paio di anni fa, perché certo non possiamo tacere di come la pandemia abbia cambiato oggi anche il nostro rapporto con i viaggi. E con la lentezza del tempo. Ha riacquistato valore il tempo speso per le cose semplici e i rapporti familiari. Soprattutto coloro che lavorano e studiano lontano da casa, magari all’estero, trovano ora il modo di combinare le ferie con qualche tra i posti e le persone di sempre (ok, si ringrazia gentilmente per questo anche lo smart working). A riacquistar popolarità con la crisi degli ultimi due anni è stato anche il turismo da escursionismo, ché almeno quello ci ha fatto riguadagnare un po’ di lentezza nelle nostre vite. Sì è cominciato esplorando l’inesplorato sotto casa quando i confini erano chiusi: pian piano, giovani (e meno giovani) italiani si sono (ri-)scoperti appassionati camminatori. Complice anche una crescente sensibilità ambientale, le vacanze ad esplorare in lungo e in largo i tanti sentieri che il bel Paese offre hanno registrato negli ultimi due anni un aumento significativo. Ma anche l’escursionismo non è quello di 40 anni fa: la tecnologia ha offerto nuove possibilità di abbigliamento e accessori rendendo l’avventura più confortevole.
Sono cambiati anche i viaggi con i bambini…ma voi nati negli anni ’80-90 ricordate quando è stata la prima volta che avete preso un aereo? Oggi, sempre complice la rivoluzione dei viaggi in aereo, ci sono bimbi che hanno già messo piede oltreoceano (e io magari ancora no, ndr). Certo, esistono ancora le vacanze al mare o in montagna, magari con i nonni, ma i piccoli di oggi conoscono anche (contenti per loro!) la vacanza come viaggio. Ben vengano allora i musei e i monumenti con i percorsi dedicati ai bambini, le guide di viaggio dedicate.
Non rivivremo più forse quelle atmosfere da intere famiglie che si ridanno appuntamento ogni anno nella stessa località che si vedevano anche in film come “Chiamami con il tuo nome”, non rivivremo più forse le autostrade con le macchine cariche di intere famiglie in fila. Ma, come ogni epoca e ogni suo aspetto, anche questa reca delle cose positive. La bellezza di sfruttare le vacanze anche per ritrovare ex-colleghi e amici conosciuti in giro per l’Italia, l’Europa, il mondo; la facilità di scoprire posti nuovi, la consapevolezza che, in ogni caso, “stessa spiaggia, stesso mare” è ancora possibile se lo vogliamo.
Articolo pubblicato su Il Quotidiano del Sud – L’Altravoce dei ventenni