Gennaio, il mese della ripartenza. Adesso si formulano i “i buoni propositi” e le “buone abitudini” che si vuole portare avanti per tutto il corso dell’anno. Quante volte ci siamo detti, da quest’anno andrò in palestra almeno tre volte a settimana, leggerò almeno un libro al mese, cambierò dieta, etc. Propositi formulati sull’emozione del momento. L’adrenalina legata al nuovo inizio, ci spinge a porci obiettivi spesso difficilmente realizzabili nell’immediato (come vorremmo). Tornare in forma? Si, è possibile, ma forse sarà necessaria più costanza per vedere i primi risultati. Leggere più libri? Si, è possibile, ma difficilmente diventeremo lettori voraci dall’oggi al domani.
Gennaio è inoltre il periodo ideale per “disintossicarsi” dagli eccessi delle feste. Basti pensare all’invenzione del “Dry January”, locuzione creata dall’azienda no-profit “Alcohol Change UK” nel 2013. L’idea è quella di astenersi dal consumo di alcool per l’intero mese di Gennaio, per un totale di 31 giorni. Ill pubblico ha accolto con grande favore questa challenge, trasformando “Dry January” in un marchio esportato in vari paesi Europei come, Francia, Svizzera e Germania. Il sito web di Alcohol Change UK recita: “it’s about taking a break, living better, feeling better. Starting your new year, in the right way”. Come si nota, l’enfasi è posta sulla “magia dei nuovi inizi”, perché non iniziare il nuovo anno con il piede giusto, rinunciando per un periodo di tempo ad un alimento dannoso per la salute?
Questa iniziativa non è la sola che vuole coniugare i nuovi inizi ed uno stile di vita più salutare. Sappiamo che il sovrappopolamento ed il conseguente sfruttamento delle risorse stanno mettendo a dura prova la tenuta del nostro ecosistema. Sui giornali ed i social si cerca di sensibilizzare il pubblico ad un consumo più responsabile ricordando che anche piccoli gesti possono fare la differenza e dato che la sostenibilità parte anche dalla cucina, perché non sfruttare il mese di Gennaio per sperimentare una nuova dieta? Nasce così l’idea di “Veganuary”, una parola composta da “Vegan” (Vegano) e “January” (Gennaio) che, similmente al Dry January, invita a modificare le proprie abitudini spingendo il pubblico ad eliminare il consumo di carne e prodotti di derivazione animale per i primi 31 giorni dell’anno.
In Italia, tra i sostenitori della dieta vegana, ci sono la blogger Carlotta Perego (@cucinabotanica) ed Alessia ed Eric (@elefanteveg) che aiutano ad orientarsi tra gli scaffali dei supermercati. Il fenomeno “Veganuary”, come “Dry January”, nasce in Inghilterra. Si trovano molte informazioni sul loro sito internet dove è possibile scaricare ricette e leggere consigli su come impostare la nuova dieta senza rinunciare al piacere della tavola. In Italia, la realtà che si occupa di promuovere la sfida di “Veganuary” è “Essere Animali”, ente del terzo settore con sede a Bologna. Per partecipare alla challenge, è sufficiente iscriversi alla newsletter per ricevere un’e-mail al giorno, per 31 giorni, con ricette per gustose preparazioni vegetali, consigli su come sostituire carne e latticini senza rinunciare agli elementi nutritivi, idee per uno stile di vita più sostenibile.
Questa sfida, coinvolgendo i consumatori è in grado di generare degli importati cambiamenti che si riflettono sia sullo stile di vita delle persone che sul mercato. In UK, “Veganuary” ha convinto moltissime imprese ad incrementare la propria offerta di prodotti con il “vegan”. Sul loro sito si legge che sono nati oltre 1500 nuovi prodotti e proposte di menù per soddisfare la domanda dei consumatori. La campagna del 2022 ha contato oltre 629.000 partecipanti, e di questi il 98% si ritiene soddisfatto e consiglierebbe l’esperienza di “Veganuary”. Tra i sostenitori troviamo tantissimi personaggi famosi tra cui, l’attore Joaquin Phoenix ed il musicista Paul McCartney. Persino il sindaco di New York, Eric Adams, sostiene questa tendenza, incoraggiando anche chi si approccia a questo tipo di dieta per la prima volta. Per riassumere, Gennaio sembrerebbe il momento giusto per sperimentare nuove abitudini, proviamo anche noi?
Articolo pubblicato su Il Quotidiano del Sud – L’Altravoce dei ventenni