Descrivere lo Sleep No More non è facile, essendo un’esperienza più che uno spettacolo, quindi di per sé non adatta ad essere raccontata a parole. Inoltre, gran parte dell’emozione e della sorpresa deriva dall’alone di mistero che lo precede, per cui mi limiterò giusto ad accennarvi di che si tratta.
A Manhattan, nel cuore di New York, tra la ventisettesima e la decima si trova il McKittrick Hotel, dove periodicamente viene messo in scena uno spettacolo interattivo senza eguali nel mondo, interpretato dalla compagnia teatrale inglese Punchdrunk.
Si acquistano i biglietti online al prezzo di circa 100$ (ben spesi!), senza avere la minima idea di cosa esattamente si andrà ad assistere.
Arrivati all’hotel, gli spettatori devono depositare giacche, borse e quant’altro possa disturbare il loro movimento durante la performance, e ad ognuno di essi viene data una carta da gioco, personalissimo biglietto d’ingresso; vengono accompagnati al Manderley Bar, dove, intrattenuti da cantanti in stile anni ’30, possono godersi qualche drink in attesa di essere chiamati ad entrare.
Infatti, una per una, ad intervalli costanti, vengono annunciate al microfono le varie carte di cui gli spettatori sono in possesso, e così questi, a gruppi, si avviano verso l’interno per mezzo di un ascensore. Prima però, vengono forniti di una maschera bianca; queste le regole: non possono mai togliere la maschera, né parlare tra di loro.
Gli unici a non indossare la maschera, e quindi riconoscibili per questo, sono proprio gli attori.
Da questo momento gli spettatori sono liberi di vagare su e giù per quattro piani, alla scoperta delle innumerevoli stanze dell’hotel, dove luci soffuse, musica di suspense, e scenografie ad hoc, li condurranno nelle ambientazioni più diverse: potrete trovare vecchi cimiteri, studi abbandonati, cripte, stanze da letto, sale d’ospedale, fienili, club con piccoli tavolini tondi o squallidi bar con tanto di bancone ed alcolici.
Vi sembrerà di essere in un film dell’horror, quando l’attimo prima appare tutto regolare e tranquillo, e l’attimo dopo accade qualcosa di molto inquietante. Seguendo le altre “maschere bianche”, vi ritroverete nella grande foresta con gli alberi alti, e la rappresentazione ha inizio.
Gli attori sembrano partecipare ad un ricevimento, alcuni impegnati in un ballo, altri a conversare, ma ad un certo punto le loro strade si separano: ognuno prende una direzione diversa ed è lo spettatore che sceglie a quale storia assistere, seguendo (anzi direi più correttamente inseguendo, non per nulla tra le istruzioni c’è scritto anche di indossare scarpe comode!) l’attore che preferisce.
Durante lo spettacolo, che complessivamente dura circa tre ore, gli spettatori possono anche prendere una pausa e tornare al Bar, soprattutto perché alcune scene possono risultare emotivamente molto sconvolgenti.
La storia è una sola, ma ogni spettatore ne conosce solo alcuni spezzoni, osservandola dal punto di vista dell’attore, o degli attori, che ha rincorso. Il finale, che si tiene nuovamente nella stanza-foresta iniziale, vede tutti gli attori nuovamente insieme in un banchetto e…in una drammatica conclusione.
Invito chiunque voglia andare ad assistervi a non informarsi ulteriormente sulle caratteristiche dello spettacolo, né tantomeno sulla trama di fondo, ispirata ad una famosa opera di Shakespeare. Inoltre rassicuro chi dubitasse delle proprie capacità di comprensione in inglese: lo spettacolo non è parlato! Solo musiche, gesti, balli, passionalità.
Ultima nota per gli appassionati di telefilm: lo Sleep No More ha ispirato una puntata di Gossip Girl (5.07: The Big Sleep No More); questa è una delle scene girate proprio durante lo svolgimento dello spettacolo.
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Concludo con ciò che mi ha detto un amico quando ha saputo che andavo ad assistere a questo incredibile spettacolo: “Non importa con chi vai allo Sleep No More, tanto dentro ti ritroverai da solo.”
Nata nel 1991 a Palermo, dal 2009 vive a Milano; ha trascorso l’ultimo anno in giro per il mondo, spostando il suo domicilio da New York a Vienna. Laureata in Economia Aziendale all’Università Bocconi, sta per terminare un percorso di laurea specialistica in Management presso lo stesso ateneo. Curiosa e frenetica, si descriverebbe con il famoso detto “Chi si ferma è perduto”. Ama viaggiare, non vivrebbe nello stesso posto per più di sei mesi consecutivi. Costantemente in equilibrio tra l’ossessione di pianificare ogni singolo istante della sua vita, e la continua ricerca di libertà e avventura che la contraddistingue.