Rocca Imperiale, il primo e unico comune Bandiera Lilla di Calabria

Esempio virtuoso di accessibilità turistica, ospitalità e semplificazione dei bisogni 

Famosa per i suoi limoni, prodotto agroalimentare IGP, Rocca Imperiale, comune dell’Alto Jonio, resta al momento il primo e unico Comune Lilla della Regione Calabria. Ad un anno dal conferito riconoscimento, l’amministrazione comunale, guidata dall’Avv. Giuseppe Ranù, si definisce soddisfatta. Il progetto “Bandiera Lilla”  riconosce e premia, infatti, quei comuni che, presentando un’importante vocazione turistica, si sono particolarmente distinti nel promuovere un’accessibilità turistica sviluppata all’insegna dell’ospitalità e della semplificazione dei più svariati bisogni; parliamo quindi di un ente che, nelle attività di intervento intraprese, si è impegnato nel rendere agevolmente accessibili siti e luoghi che altrimenti sarebbero rimasti invalicabili, come le aree del borgo antico e quelle costiere, ma che  inevitabilmente si ritrova a fronteggiare l’irremovibilità dei limiti architettonici propri dell’urbanistica antica e premoderna.  Fare “turismo accessibile” significa rendere gli spazi, i territori e le varie strutture ricettive fruibili per tutti, contribuendo nella creazione di un valore economico e benessere sociale diffusi.  Il turismo accessibile è un turismo attento, ancor prima che alle disabilità, alle esigenze delle persone over 65, persone con particolari necessità mediche (pazienti oncologici), famiglie con bambini molto piccoli, persone che presentano disabilità sensoriali (ipovedenti ed ipoudenti), cognitivo comportamentali (autismo) e motorie.

Antonio Favoino, assessore al Turismo del comune di Rocca Imperiale, dichiara «Dal conferimento della bandiera ad oggi, stiamo riscontrando un apprezzamento diffuso per le opere finora realizzate. Ne siamo felici. Tuttavia, crediamo che queste attenzioni debbano rientrare nei bisogni ordinari di civiltà. Il miglioramento delle condizioni di vita passa attraverso l’ascolto dei bisogni di tutti: dalla madre impegnata nell’uso del passeggino alle esigenze più disparate della persona che vive in carrozzina. Il Comune, che è l’istituzione più vicina al singolo, dovrebbe promuovere le necessità primarie di autonomia e benessere che rendono degna di riguardo la qualità di vita di ciascuno. A sostenere il nostro operato sono state le sollecitazioni di quanti, come la signora Maruzza che oggi ritira in autonomia il suo giornale, hanno continuato a riporre in noi molta fiducia: è così che i diritti diventano sinonimo di libertà. Ad ogni modo, la valorizzazione delle esigenze specifiche di disabilità contribuisce a sostenere lo sviluppo di un target turistico la cui presenza svolge, inevitabilmente di riflesso, effetti positivi sulla sensibilità collettiva tutta. Una società civile educata al rispetto del prossimo e dell’accoglienza è tenuta a fuggire da sentimenti compassionevoli. È chiamata piuttosto ad affermare con determinazione il riconoscimento dei diritti che, spettando a tutti, sono cosa ben diversa dai privilegi. Ciò in cui speriamo è che l’eccezione diventi presto la normalità propria di molte realtà».

L’osservazione mossa dall’assessore è avallata da un contributo elaborato nell’ambito di un progetto di ricerca condotto nel 2021 presso l’Università degli studi “Mediterranea” di Reggio Calabria, in collaborazione con ANMIC (Associazione nazionale mutilati e invalidi civili), secondo il quale “Il tema della disabilità ha cessato di essere tema relativo all’assistenza, da connettere alla presunta ed auspicata solidarietà, per divenire questione di diritti umani, di partecipazione e cittadinanza. L’accoglimento del modello sociale segna una prospettiva socioculturale innovativa che incoraggia e favorisce una partecipazione attiva nell’ambito della vita associata in risonanza ai valori dell’uguaglianza e del diritto alle pari opportunità”. La legittima pretesa antidiscriminatoria diviene quindi strumento di attuazione dei diritti umani ancora purtroppo non del tutto garantiti. 

Aggiunge Sabrina Favale, assessore alla Cultura «La barriera su cui lavorare è anche culturale: è un lavoro di squadra che coinvolge attori sia pubblici che privati, ma siamo contenti dell’interesse e dei riscontri. Tempo fa, con molto stupore, abbiamo ricevuto una lettera di ringraziamenti da parte di una coppia di turisti provenienti dal nord Italia che aveva scelto il nostro borgo come meta per le proprie vacanze. È stato un feedback importante che sicuramente ci incoraggia a continuare valorizzando quei beni culturali e paesaggistici che tutti meritano di poter visitare. Da parte delle nuove generazioni riscontriamo un interessamento nuovo. Ci auguriamo che questa curiosità contribuisca ad incentivare il turismo di prossimità». 

Articolo pubblicato su Il Quotidiano del Sud – L’Altravoce dei ventenni