La fase 2 della cultura, a seguito dell’emergenza sanitaria dovuta alla diffusione del coronavirus, ha preso il via lo scorso 18 maggio, in concomitanza con la Giornata Internazionale dei musei promossa dal 1977 dall’ICOM (International Council of Museums). La riapertura dei musei è stata parziale, poiché sulla base delle disposizioni previste dal DPCM 17 maggio 2020 solo 14 erano i luoghi della cultura statale accessibili, come il Parco Archeologico di Venosa e la Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea di Roma. Alcuni giorni in più sono invece serviti per i musei di Lombardia, Toscana, Piemonte e Veneto, che hanno riaperto le porte ai visitatori alla fine di maggio, per i Musei Vaticani e per la tanto attesa mostra “Raffaello “1520-1483” allestita presso le Scuderie del Quirinale.
Per offrire un quadro di riferimento entro cui operare, la Direzione Generale Musei del MiBACT ha inaugurato una pagina web dedicata all’emergenza. Oltre alle “Linee guida per la riapertura dei musei e dei luoghi della cultura statali” previsti dagli artt. 42 e 43 del Decreto legislativo 169/2019 (Circolare n.26 anno 2020), sono state inoltre pubblicate le “Indicazioni del Comitato tecnico scientifico per la riapertura dei musei e degli altri luoghi della cultura” e la “Dichiarazione congiunta” sulla riapertura degli Istituti e luoghi della cultura in attuazione del Protocollo di accordo per la prevenzione e la sicurezza dei dipendenti pubblici per l’emergenza sanitaria COVID-19. Le modalità di applicazione di alcune di queste norme variano a seconda della tipologia degli spazi, delle dimensioni e della concentrazione dei flussi dei visitatori, mentre le altre sono estese a ogni sito culturale.
Le misure previste riguardano la predisposizione di una adeguata segnaletica sulle norme da seguire all’interno degli spazi e di dispenser di soluzioni igienizzanti in più punti, la definizione di un piano d’accesso specifico con ingressi contingentati per fasce orarie, l’implementazione dei sistemi di prenotazione online, l’uso di segnaletiche e barriere fisiche per favorire la distanza fisica, la disinfezione giornaliera, l’uso delle mascherine e la misurazione della temperatura corporea (con il divieto di accesso in caso di temperatura superiore ai 37,5°).
In occasione della Giornata Internazionale dei Musei, ICOM e UNESCO hanno confermato i dati allarmanti che riguardano il settore museale: il 13% dei musei di tutto il mondo potrebbe non essere in grado di riaprire a causa dei mancati incassi dei mesi di lockdown. Le perdite, secondo uno studio condotto da NEMO (Network of European Museum Organisations), ammonterebbero infatti a circa 20mila euro a settimana per tre musei su cinque.
Per far fronte a questa emergenza, con il Decreto Rilancio sono state approvate due misure con dotazione finanziaria di 100 milioni di euro: la prima a sostegno dei musei statati colpiti dai mancati introiti; la seconda destinata alla promozione di investimenti a favore del patrimonio culturale attraverso la partecipazione di attori privati.
Il ritorno dei visitatori nei luoghi della cultura non sarà solo influenzato dalle misure di contingentamento, ma anche da come il pubblico stesso affronterà il ritorno alla normalità. Non possiamo aspettarci i numeri record degli anni passati, come dimostra lo studio “La cultura dove ci porterà” condotto nei mesi di lockdown su un campione di 2000 partecipanti: solo il 52% degli intervistati, che prima frequentava i luoghi della cultura (musei, teatri, cinema) è disposto a tornarvi immediatamente dopo la fine dell’emergenza; il resto attenderà ancora un paio di mesi e il 10% ne aspetterà addirittura sei. Questo è un dato da tenere in considerazione: per la prima volta l’umanità si è fermata e i luoghi della socialità si sono spopolati per il timore del contagio. Siamo chiamati a ridisegnare gli spazi e ai luoghi della cultura si chiede di diventare strumenti chiave per fornire nuovi immaginari del mondo che viviamo.
In questo quadro si è sviluppata l’iniziativa FAI #ItaliaMiPiaci. Dal 1975, il Fondo Ambiente è vicino all’Italia e contribuisce a tutelare la fragilità della bellezza del nostro Paese e anche in occasione dell’emergenza prima e della ripartenza poi ha deciso di contribuire mettendosi in ascolto dei cittadini, per immaginare insieme il futuro. #ItaliaMiPiaci è infatti un percorso – anche virtuale – alla scoperta dei luoghi che abbiamo sognato nei mesi scorsi e che oggi sono più vicini e raggiungibili.
Il viaggio porta gli spettatori alla scoperta delle collezioni custodite nei beni FAI, delle opere di restauro e manutenzione, dei segreti dei Beni stessi raccontati con punti di vista inediti: un giro per l’Italia attraverso immagini, video, racconti del patrimonio artistico e paesaggistico FAI, con un occhio di riguardo alla sostenibilità ambientale e alla riscoperta della tradizione e della cultura del cibo.
Le prime risposte del pubblico a questa iniziativa e alle riaperture sono state positive: buoni i risultati sulla presenza, con un pubblico che dimostra di non subire il peso delle norme medico-sanitarie e si adatta di buon grado al distanziamento, agli itinerari obbligatori e alle prenotazioni online. Questi primi dati fanno ben sperare: il pubblico avvertiva infatti la mancanza dei luoghi della cultura e questi dimostrano di poter costituire una solida base da cui ripartire per rilanciare il nostro Paese, colpito al cuore ma pronto a rialzarsi.
Già pubblicato su Quotidiano del Sud – L’Altravoce dei Ventenni 8/6/2020