Perché ci piace l’astrologia?

L’umile opinione di una Gemelli ascendente Cancro

Guardare le stelle per cercare direzione e senso nella vita terrena è una consuetudine dell’essere umano da sempre. Nei secoli culture antiche, anche geograficamente distanti, hanno voluto ipotizzare come gli astri osservati potessero influenzare comportamenti collettivi e individuali. In un approccio consapevolmente antiscientista, guardare le stelle è diventato un modo per riconoscere noi stessi e trovare orientamento e guida quando la logica non bastava.

Solo in seguito, con l’astronomia, quindi studiando la fisica, chimica e il comportamento dei corpi celesti abbiamo dato un volto e una spiegazione materiale a quelli che in precedenza erano fenomeni inspiegabili associati a divinità o entità immortali. Tuttavia, il fascino verso un approccio antiscientista non è mai sfiorito e che l’interesse per l’astrologia duri indenne ai giorni nostri – anche in forma di Paolo Fox – dice tanto di noi.

Recentemente, infatti, sembra che sia tornato di moda guardare ai dodici segni zodiacali e identificarsi nel proprio tramite meme, grafiche, campagne marketing accattivanti. Il modo in cui i pianeti ci influenzano è un tema che affascina da sempre e l’astrologia, per questo, è da sempre ben inserita nella nostra cultura. La ritroviamo anche in prodotti per bambini: come la saga di Sailor Moon, il cartone animato che ha come protagoniste guerriere magiche che si identificano in un pianeta del sistema solare. Una delle ultime serie di Netflix italiane “Guida astrologica per cuori infranti” cavalca la moda in modo leggero e romantico senza prendersi sul serio e perfino le app d’incontri hanno inserito la possibilità di aggiungere il proprio segno zodiacale al profilo.

Nonostante oroscopi e tema natale siano solo una parte di quella che è una (consapevole) non-scienza, è chiaro che molti pongano tante speranze e curiosità nel vedere come si posizionino i pianeti il giorno della propria nascita e come questi influenzino ogni aspetto della propria vita. Ma perché?

Le crisi economiche, gli effetti del cambiamento climatico, le diseguaglianze sociali hanno fatto mettere in discussione l’intero sistema in cui viviamo, portandoci a cercare nuove direzioni, con bussole meno istituzionali e che fossero riconducibili a valori antichi e millenari. Non è un mistero che la generazione dei millennial viva nel periodo storico più difficile: ogni mezzo e circostanza rimanda a un senso di inadeguatezza che fa sentire, anche in ambito lavorativo, come fosse troppo presto o troppo tardi per tutto. Sotto la stessa circostanza abbiamo assistito al ritorno in auge di prodotti d’intrattenimento “vintage” o con richiami al passato, rispettivi esempi sono serie televisive come Friends e Stranger Things.

La pandemia ha dato il colpo di grazia. La sensazione generale è che la struttura economica e sociale corrente sia estremamente fragile e che l’intrattenersi con materie che non hanno basi scientifiche riconosciute sia forma d’intrattenimento e insieme un modo per trovare definizione e forma a una vita incerta che non dà gli strumenti per farci comprendere chi siamo e cosa realmente ci piace, troppo impegnati a seguire le mode dettate dal consumismo e a barcamenarci tra lavori precari che si mangiano il tempo libero che dovrebbe essere dedicato allo sviluppo personale. All’improvviso diventa tutto estremamente semplice e divertente: sono Acquario quindi la mia indole è artistica e solitaria, sono Toro quindi mi piacciono le relazioni stabili e lunghe. In questo fa gioco anche l’effetto Forer, che spinge l’individuo a identificarsi in profili e descrizioni costituite di frasi generiche e astratte. Si tratta sempre, comunque, d’immaginazione.

La reazione opposta a questo interesse è infatti incredibilmente ostile, dimenticando un aspetto molto importante: l’astrologia è divertente.

Per quanto è diventato pericoloso parlare di argomenti che la scienza volutamente rifuggono, specie negli ultimi tempi con la nascita di movimenti novax o in generale scettici verso la medicina e la scienza, si tratta di ambiti da approcciare con gioco e spirito di condivisione. Come letteratura e arte non hanno finalità pratiche nella nostra vita se non arricchire la nostra anima, l’astrologia è diventata il modo in cui, fingendo di identificarci in qualcosa, ci costringiamo a leggere noi stessi e guardare ai nostri comportamenti (e alle conseguenze che ne derivano) con criticità, per migliorare il modo in cui comunichiamo e ci presentiamo al prossimo.

Quindi no, non vuol dire che giustificheremo la tua maleducazione perché sei Scorpione, spiace.


Articolo pubblicato su Il Quotidiano del Sud – L’Altravoce dei ventenni