Per qualche coppola in più

Avevo dieci anni e sul libro di geografia, nel paragrafo dedicato agli usi e costumi della Calabria, leggevo: “Gli abitanti indossano ancora la coppola come i loro nonni, a differenza dei milanesi”. Mio zio già mi chiamava la “contestatrice”, quindi andai dalla maestra a – indovinate? – contestare.

Perché noi calabresi eravamo descritti così? Perché quel libro, destinato a bambini delle elementari di tutta Italia, conteneva quella dicitura? Specie se per le altre regioni non era mai stato usato lo stesso tono o fatta la stessa precisazione, comparando due regioni così diverse e distanti, poi. Perché, se a indossare la coppola era al massimo mio nonno e qualche suo coetaneo?

Il libro era stato editato e stampato da una casa editrice con sede a Verona, possiamo quindi dire che fu il mio primo approccio con la Lega Nord. A contestare non ottenni nulla se non spalle scrollate ed espressioni indignate. Però il ricordo è rimasto e l’ho portato sempre con me.

Tornò prepotente quando una delle prime amiche di Roma mi chiese se al Sud avessimo l’acqua corrente, se i film arrivassero nelle sale in contemporanea col resto d’Italia, se poteva dire “terrona” in modo ironico, tanto se sei di Roma sei anche del Sud no? Beh, no. E sul termine “terrone” ci sono state tante discussioni, perché quasi a volerlo paragonare alla n-word, il sottotesto su cui sembrano tutti concordare è che, se non sei del Sud, è meglio non dirla. Ma al Nord la dicono, eccome, e ci sono questioni che tornano a dividerci, come la bella descrizione che è apparsa sul sito di Easyjet per parlare della Calabria.

Sono questioni che ci riducono sempre a due continenti, un’Italia divisa in due da una fossa profonda che continua a essere scavata. Qualcuno ha provato a costruirci un ponte, ma è più probabile che venga ultimato prima quello sullo stretto di Messina.

Qualcuno vorrebbe pure dare ragione a chi ci riduce a una coppola, a una “terra maledetta”, alla mafia, ai terremoti, qualcun altro vorrebbe reagire con forza ribadendo quanto di bello abbiamo: le spiagge, le montagne, il cibo, la gente. Certo, però, se sei una compagnia aerea e mi stai “vendendo” una località, io – che di marketing non so una cippa – penso che per elencarne prima i difetti, dei pregi, non solo non sei bravo nel tuo lavoro, ma il tuo pregiudizio è così radicato che quella frecciata proprio non potevi risparmiartela.

A differenza tua, scevra da ogni pregiudizio, vorrei proprio sapere da dove vieni, se qui in Calabria ci sei mai stato, se quello che hai scritto rappresenta solo il tuo pensiero o anche quello della compagnia per cui lavori. E, soprattutto, se a dieci anni hai dovuto leggere insinuazioni gratuite sulla tua regione, nel libro di geografia.

A questo punto mi aspetto anche di leggere sui depliant del Giappone che, insomma, è una terra meravigliosa nonostante Yakuza e maremoti, ma sono ben cosciente che alla fine sia solo la mia malafede a parlare. D’altronde, sono ben consapevole che il terziario è fondamentale per la terra che mi ha dato i natali, che dovrei levare in alto la coppola al passaggio delle frotte di turisti che così caritatevolmente scelgono proprio noi come meta per le vacanze estive.

Rimango comunque una contestatrice e un’inguaribile ottimista e voglio essere propositiva. Se volete consultare siti e iniziative che – davvero – descrivono le bellezze della Calabria, qui di seguito ne trovate giusto un paio.

ScoprilaCalabria (che ha fatto anche tour virtuali della Regione durante il lockdown)

TurisCalabria

E vi prego, venite, vi giuro che la Calabria è una terra meravigliosa che offre mare, montagna, buon cibo e bella gente, ed è raggiungibile in ogni modo.

Anche senza Easyjet.