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Oltre l’Erasmus c’è di plus

Erasmus for Young Entrepreneurs, un’opportunità per i giovani imprenditori

L’Erasmus, il programma di mobilità studentesca dell’Unione Europea, è una tappa quasi obbligata per i nati dal 1987 in poi. La cosiddetta “generazione Erasmus” è nata e cresciuta con la consapevolezza che in Europa non esistono confini e limiti alla possibilità di conoscere i diversi Paesi che la compongono, studiare e lavorare in qualsiasi posto al suo interno e parlare una pluralità di lingue.

L’Erasmus è uno degli assi portanti dell’essere cittadini europei, è un progetto che rappresenta i principi di democrazia, libertà, cooperazione e solidarietà alla base dell’Europa ed è importante, oltre che per la formazione dei singoli partecipanti, anche per creare e garantire la coesione tra i popoli europei. “Once Erasmus, always Erasmus!” è il motto che identifica chi vive questa esperienza che, infatti, rende i partecipanti realmente cittadini del mondo e, al contempo, rafforza competenze e conoscenze utili per il mondo del lavoro.

Il nome del programma (acronimo di “EuRopean community Action Scheme for the Mobility of University Students”) deriva dal teologo Erasmo da Rotterdam, che viaggiò in tutta Europa per comprenderne le differenti culture. Così, dal 15 giugno 1987, il progetto Erasmus dà la possibilità ai giovani studenti europei di trascorrere del tempo in un altro paese dell’Unione Europea per studiare, lavorare, approfondire una nuova lingua ed entrare in contatto con nuove culture.

Inizialmente l’Erasmus si rivolgeva agli studenti universitari ma dal 2014, dopo quasi 30 anni di successi, è diventato Erasmus Plus, un nuovo programma di mobilità per l’istruzione, la formazione, la gioventù e lo sport con l’obiettivo di rafforzare la mobilità in Europa nel settore dell’apprendimento, promuovendo all’interno dei suoi confini l’occupazione giovanile: l’Erasmus Plus ha ampliato le aree di competenza del programma, rivolgendosi a tutti gli studenti di età compresa tra i 13 e i 30 anni, coinvolti in tutti i livelli d’istruzione (da quella scolastica a quella superiore, fino alla formazione professionale e all’apprendimento degli adulti) e coinvolgendo, oltre al settore dell’istruzione, anche quello dello sport. Dal 2021, inoltre, l’Erasmus Plus ha iniziato a contribuire alla realizzazione di alcune strategie politiche dell’Unione Europea, affidando un ruolo cardine a temi quali l’inclusione sociale, la sostenibilità ambientale, la transizione verso il digitale e la promozione della partecipazione alla vita democratica da parte delle generazioni più giovani.

Oltre all’Erasmus Plus esistono molte altre opportunità di mobilità per i giovani europei, finalizzate allo sviluppo di competenze lavorative e alla creazione di opportunità di lavoro. In quest’ottica si colloca il programma di scambio transfrontaliero Erasmus for Young Entrepreneurs, finanziato dall’Unione Europea per offrire ad aspiranti imprenditori o imprenditori che abbiano avviato l’attività da non più di tre anni (“nuovi” imprenditori) l’opportunità di imparare a “fare impresa” da imprenditori già affermati in un altro paese partecipante al programma (imprenditori “esperti”).

Nello specifico, l’Erasmus per Giovani Imprenditori prevede, per il nuovo imprenditore, lo svolgimento di un periodo di lavoro da 1 a 6 mesi presso la sede dell’impresa dell’imprenditore “esperto”, il quale aiuta il giovane imprenditore ad apprendere le competenze necessarie per avviare e gestire con successo un’impresa. 

Il soggiorno all’estero, che è cofinanziato dalla Commissione Europea, consente ai giovani imprenditori di vivere appieno l’esperienza imprenditoriale, rafforzandone le competenze, creando una base di esperienza sul campo e una rete di relazioni e rapporti di collaborazione e cooperazione internazionale.

Questo scambio di esperienze e idee di business offre un’opportunità anche per l’imprenditore ospitante, che può così collaborare con partner stranieri aventi nuove idee e spesso conoscenze innovative e specializzate in nuovi ambiti, tali da consentire anche la conoscenza e l’approfondimento di nuovi potenziali mercati in cui espandere il business esistente. A conferma di ciò, la maggior parte degli imprenditori ospitanti che hanno aderito al programma sono rimasti talmente entusiasti dello scambio che hanno deciso di ripetere l’esperienza.

Il programma Erasmus per giovani imprenditori opera su tutto il territorio dei Paesi partecipanti grazie alla collaborazione di “centri di contatto locali” a sostegno alle imprese, quali Camere di commercio, incubatori di imprese ed enti simili. Le attività di tali centri sono coordinate a livello europeo dall’Ufficio di Supporto del programma e sono essenziali per lo svolgimento dell’intero processo di scambio transfrontaliero.

I “nuovi” imprenditori, infatti, possono fare domanda di partecipazione al programma Erasmus for Young Entrepreneurs rivolgendosi a questi centri o direttamente on-line, indicando un centro di contatto locale, scelto tra quelli attivi nel proprio paese di residenza; il centro, poi, farà da guida e interlocutore di riferimento per tutta la durata del programma. Se la domanda verrà accettata, l’imprenditore potrà accedere al catalogo on-line in cui sono raccolte tutte le candidature, per individuare un partner idoneo con l’aiuto del proprio centro di contatto locale.

Attualmente gli Stati europei che hanno aderito all’Erasmus per Giovani Imprenditori sono 34 ma presto si spera che la partecipazione sarà estesa a tutti i Paesi appartenenti all’Unione Europea. La presenza di un programma di scambio con finalità imprenditoriali può avere effetti rilevanti sul futuro panorama socio-economico europeo, garantendo una nuova e più fitta rete di scambi, contatti e collaborazioni imprenditoriali e, dunque, una maggiore coesione tra i Paesi che compongono l’Europa. Spesso si sente dire che l’Unione Europea non potrà essere realmente unita perché racchiude popoli tutto sommato distanti tra loro, ma chissà se sarà proprio la “generazione Erasmus” a creare quella coesione auspicata da chi l’Unione Europea l’ha fondata.


Articolo pubblicato su Il Quotidiano del Sud – L’Altravoce dei ventenni