NEMO: lottare contro il cancro al seno, allenandosi

Studi scientifici hanno ormai dimostrato l’importanza dell’attività fisica nella lotta al cancro, migliorando l’efficacia delle terapie oncologiche e riducendone gli effetti collaterali. “NEMO allenamento e cancro”, è un’associazione no profit che si è data proprio l’obiettivo di diffondere la cultura dell’attività fisica quale coadiuvante nella lotta al carcinoma mammario.

Antonio [Antonio De Fano, presidente dell’associazione, ndr.], puoi dirci com’è nata “NEMO”?

L’idea di NEMO è frutto dell’interazione di una molteplicità di fattori. Partiamo col dire che sono un appassionato della relazione tra movimento e cervello. Così, pensai di sviluppare la piattaforma “NEMO”, acronimo di “NEuroscienze e MOvimento”, incentrata sull’interazione tra le neuroscienze e le scienze del movimento. Con questa idea in mente, partecipai a Dock3 Jam, un’iniziativa di Dock3 dell’Università degli Studi di Roma Tre, posizionandoci primi in classifica. Tuttavia, durante questo percorso di creazione della Startup, il target a cui avevamo deciso di rivolgerci cambiò: anziché adulti con un’età minima di 50 anni, decidemmo di concentrarci sulle donne con cancro al seno e per un motivo molto personale. A mia sorella maggiore fu diagnosticato un carcinoma della mammella. Un giorno, durante un comune scambio di messaggi, mi parlò di quanto stesse accusando le terapie oncologiche. In particolare, mi riferì alcuni problemi legati alla sfera cognitiva, tra cui difficoltà a concentrarsi e a orientarsi. Così, riconobbi nei suoi sintomi la condizione clinica conosciuta con il nome di “cancer-related cognitive impariment” o “compromissione cognitiva relativa al cancro”, determinata anche dalle terapie oncologiche. Inizialmente, suggerii a mia sorella di fare attività fisica per star meglio. Non avevo però fatto i conti con la difficoltà di iniziare un programma di allenamento quando si è una persona non fisicamente attiva, con una malattia che ti destabilizza fisicamente e mentalmente e con delle responsabilità derivanti dall’essere, contemporaneamente, moglie, mamma e lavoratrice. Dunque, pensai che c’era bisogno di una soluzione che permettesse a donne come mia sorella di accedere facilmente all’attività fisica per migliorare la qualità propria vita. Se da un lato, infatti, qualcuno si preoccupa della quantità di vita vissuta da queste persone, dall’altro qualcuno dovrebbe occuparsi della qualità di quella stessa vita. Così è nata l’idea di NEMO come personal trainer tascabile in grado di sviluppare programmi di allenamento personalizzati rivolti a donne con cancro al seno per migliorarne la qualità della vita mediante la riduzione della sintomatologia. Infatti, è stato largamente dimostrato dalla ricerca scientifica che l’attività fisica non solo riduce la compromissione cognitiva, ma è in grado di abbattere, potenzialmente, quasi ogni effetto collaterale derivante dalle terapie, tra cui stanchezza cronica, ridotta mobilità articolare, ansia, depressione, disturbi del sonno e dell’alimentazione, e così via all’infinito. La scienza ha anche confermato la capacità dell’attività fisica di aumentare l’aderenza alle terapie e l’efficacia delle stesse e di ridurre il rischio di recidiva e decesso.
Tuttavia, trovare persone competenti nei vari ambiti necessari a sviluppare, non solo un’app, ma una Startup, e motivate nel portare avanti un progetto a sfondo sociale come NEMO, non è affatto semplice. Così, anche grazie al supporto di Matteo Pirani, mio collega di università, NEMO ha cambiato rotta ed è diventata un’associazione di promozione sociale formata da ragazzi e professionisti in vari ambiti, accomunati dalla voglia di aiutare gli altri e, in particolare, le donne con carcinoma mammario. NEMO ha sempre bisogno di supporto per crescere e non escludiamo la possibilità di sviluppare l’app che avevamo in mente. Anzi, approfitto per lanciare una “ricerca allo sviluppatore”: se pensate di possedere le competenze e la voglia di realizzare un simile progetto, fatevi avanti. NEMO è casa di chi vuole abitarci.

Esattamente, cosa offre Nemo ai malati e ai loro familiari? Quali sono le vostre principali attività?

Abbiamo sviluppato un percorso di allenamento fisico che potremmo definire evidence-based, ossia basato sulle evidenze scientifiche accumulate fin ora in relazione, per esempio, a quale tipo di esercizio fisico è più opportuno proporre, in quali condizioni, a cosa bisogna fare attenzione, e così via. Il percorso è caratterizzato da un minimo di due allenamenti settimanali (i Nemo Training) della durata variabile di 75-90 minuti ciascuno, in coerenza con quanto indicato dalle linee guida internazionali in tema di attività fisica e cancro. Tutti gli allenamenti sono condotti da specialisti dell’esercizio fisico oncologico e condotti in spazi aperti della città, come parchi e piazze. Anche se non è un’attività rivolta direttamente ai pazienti, penso sia importante parlare pure dei Nemo Workshop, ossia di percorsi di formazione professionalizzanti rivolti a laureati in scienze motorie e finalizzati a formare specialisti dell’esercizio fisico oncologico. Crediamo infatti che aumentare il numero di professionisti in questo settore significhi rendere l’esercizio fisico oncologico un trattamento più accessibile e assolutamente non un bene di lusso. Cerchiamo poi di contribuire al miglioramento della qualità della vita dei pazienti anche tramite le consulenze gratuite, finalizzate a supportare, nella pratica, i pazienti con cancro al seno. Abbiamo professionisti esperti non solo in esercizio fisico oncologico, ma anche in economia e commercio, psicologi e nutrizionisti. In questo modo, abbiamo la possibilità di offrire consulenze in ambiti trasversali e potenzialmente fondamentali per il benessere dei pazienti, come per esempio il diritto dei malati di cancro e il reinserimento nel mondo del lavoro mediante servizi che includono il bilancio delle competenze e la scrittura del curriculum vitae.

Hai parlato dei “NEMO Training”, ossia “attività fisica adattata di gruppo”. Puoi spiegarci in cosa consiste esattamente e perché credete possa essere importante, per una donna malata di cancro al seno, allenarsi in gruppo, magari in presenza anche di amici e familiari?

Come anticipato, i NEMO Training sono allenamenti di gruppo condotti in spazi aperti delle città permettendo così una sensibile riduzione dei costi a favore dell’accessibilità ai servizi. Quando penso all’accessibilità, mi viene sempre in mente mia sorella: donna, mamma, moglie e lavoratrice. E solo una donna, probabilmente, può comprendere quanto sto dicendo. Come detto, questa scelta ci permette di abbattere i costi derivanti, per esempio, dall’affitto di una struttura ma soprattutto ci consente di usufruire dei benefici aggiuntivi dell’essere immersi nella natura e valorizzare il proprio territorio. Vorremmo cercare di aumentare il senso di appartenenza alla propria comunità locale, il senso civico, la responsabilità ambientale, far scoprire luoghi fino a quel momento sconosciuti. Un altro aspetto fondamentale che ci contraddistingue è dare la possibilità ad amici e familiari del paziente di partecipare ai NEMO Training. Quando a mia sorella hanno diagnostica il cancro, la famiglia e gli amici son stati molto vicini a lei. A volte, però, ci si sente impotenti e si ha voglia di fare qualcosa di più, di partecipare attivamente alla battaglia che sta affrontando la persona a cui vogliamo bene. Dando l’opportunità al paziente e ai propri cari di allenarsi insieme, intendiamo aiutare la paziente oncologica a sentirsi meno sola, da un lato, e l’amico o familiare a sentirsi più utile e a comprendere maggiormente cosa significa combattere questa malattia, seppur indirettamente, dall’altro. Noi di NEMO desideriamo fortemente utilizzare l’amore tra le persone e il potere derivante dalla loro unione come arma per potenziare i benefici dell’allenamento.

Quali sono gli effetti benefici dell’allenamento sui malati oncologici e, in particolare, sulle donne portatrici di carcinoma mammario? Quale impatto può avere l’attività fisica sugli effetti collaterali delle principali terapie oncologiche?

I benefici dell’allenamento si dicono multi-sistemici e trasversali, ossia riguardano tutti i sistemi del nostro organismo, come il sistema muscoloscheletrico, cardiovascolare, respiratorio, nervoso, immunitario, endocrino, e così via. L’importanza dell’esercizio fisico non si limita alla riduzione degli effetti avversi delle terapie o della sintomatologia della malattia, ma va ben oltre. Si pensi che l’allenamento condotto prima di iniziare le terapie migliora la risposta dell’organismo alle terapie, accorciando i tempi di recupero. A volte, alcuni pensano addirittura di saltare qualche seduta o l’intero trattamento e questo accade proprio per gli effetti collaterali che menzionavo prima. In questi casi ci si dimentica che le terapie sono di fondamentale importanza per una possibile guarigione dal cancro.

Per saperne di più: https://ne.mo.it

“Versione integrale dell’intervista pubblicata su Quotidiano del Sud – L’Altravoce dei Ventenni in data 24 febbraio 2020”

Angela Rizzica
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“Acqua cheta rovina i ponti”.
Nessuna massima potrebbe riassumermi meglio. Sono irrequieta per natura, di quell’irrequietezza che non si sfoga in una vita di manifesti eccessi quanto in una di perenne flusso ideativo. Insomma: mi chiamo Angela ho 26 anni e non sto ferma un attimo, anche quando rimango seduta per ore a fissare un quadro. Un’altra cosa che penso possa valere la pena sapere su di me è che non sono mai così sincera come quando scrivo. Ecco, la scrittura è il mio personalissimo “vindica te tibi”.