A ottobre 2020 è nato Nature Italy che, come spiega il direttore Nicola Nosengo, nel primo editoriale di lancio, è “una nuova rivista digitale dedicata alla ricerca in Italia e alla comunità scientifica italiana. In doppia lingua, italiano e inglese, metterà in luce i risultati più interessanti e di maggiore impatto della scienza italiana, seguirà la politica della ricerca del Paese e offrirà a ricercatrici e ricercatori italiani una nuova piattaforma per dibattere e far sentire la loro voce.”
Euforico per la notizia, ho avuto l’opportunità di chiacchierare con Nicola Nosengo, che mi ha spiegato la storia di com’è nata questa rivista e di cosa ci possiamo aspettare da Nature Italy.
Sebbene possa sorprendere, il direttore ha una preparazione universitaria più umanistica che scientifica. “Ho studiato comunicazione – sorride, e poi precisa – Il primo corso di comunicazione in Italia”. Inizialmente si è occupato di altro, fin quando non ha intrapreso, “quasi per caso” – come sottolinea – un master di comunicazione della scienza. Da li in poi, ecco che inizia il suo percorso nel settore della comunicazione scientifica, fino ad arrivare alla prestigiosissima Nature e diventare l’editore di Nature Italy.
“Non penso la preparazione scientifica sia un ostacolo; Nature Italy parlerà di diversi ambiti ed anche se fossi un biotecnologo probabilmente non ne saprei di più di astrofisica” ci scherza su. Difatti, in questi tempi in cui siamo sommersi da contenuti scientifici comunicati da virologi e professori, rigorosamente in camice, sembra quasi una rarità che un “comunicatore scientifico” divulghi scienza.
“È normale che i virologi dicano la loro sul “Coronavirus”, ma è importante anche avere una visione da ‘esterno’, da non esperto. Per la conoscenza e per l’atteggiamento critico. Spesso, proprio perché meno esperti, chiediamo ‘una domanda da ignorante in materia’. Sono delle domande spesso essenziali per i lettori, che mediamente non sono degli esperti in ogni materia”.
Tornando a Nature Italy, bisogna sottolineare che l’Italia è la prima nazione europea, anzi occidentale, ad avere un suo ramo della rivista Nature. “C’è un progetto di creare numerose riviste per i vari paesi. L’Italia è tra quelli che ha risposto meglio all’appello, per questo motivo è stata probabilmente il primo. Inoltre, Nature vorrebbe dare spazio a tutte le storie, e l’Italia ne ha avute molte. In primavera, partirà Nature Africa.”
Nature ha già parlato dell’Italia numerose volte in passato. Ad esempio, riguardo il caso “stamina” oppure per i bassi finanziamenti alla ricerca. Il parere di una rivista così prestigiosa è importante, e Nicola, in quanto science writer, lo sa bene.
“Sento molta responsabilità, che cerco di onorare, ma non voglio essere presuntuoso: sebbene il nome Nature sia importante, cè già ottima comunicazione scientifica (vedi le Scienze) in Italia. Noi cosa aggiungeremo? Questa idea fissa che ogni dichiarazione deve essere supportata da dati, seguendo i principi base del metodo scientifico.”
A questo punto, una volta chiarito cosa possiamo aspettarci da Nature Italy, l’ultima domanda è: chi potrà leggere (e scrivere) su questa nuova rivista?
“Il target principale sono tutte le persone interessate alla comunità scientifica italiana, considerando anche gli studenti, i politici, etc. Ovviamente, uno degli obiettivi è cercare di coinvolgere anche i ‘non ricercatori’. Noi scriviamo sempre con quel target in mente, raccontando la vita della ricerca in Italia (coi vari problemi)”.
Mentre per quanto riguarda chi scriverà su Nature, la rivista sarà più “aperta” di quel che pensiamo. “Abbiamo iniziato da pochissimo, ma vorremmo ovviamente allagarci. L’anno prossimo, il progetto è di scrivere più frequentemente. Le porte sono apertissime ai giornalisti scientifici e Freelancer (lo staff, per ora, è già completo). Tuttavia, c’è un limite non indifferente: gli scritti devono essere in inglese, visto che il processo di correzione avviene in lingua anglosassone, e solo successivamente si passa alla traduzione.”
Sebbene sia solo agli inizi, Nature Italy ha delle ottime premesse per diventare una delle principali riviste di divulgazione scientifica in Italia e non vediamo l’ora che entri a pieno regime.