A spasso con Gaetano alla scoperta della Napoli sconosciuta
In merito a siti di turismo insoliti e poco conosciuti, un appassionato Gaetano Balestra, della Fondazione Comunità San Gennaro, in questa intervista ci porta a visitare virtualmente le Catacombe di Napoli, che hanno notevolmente contribuito al rinascimento del Rione Sanit, e altri siti turistici non convenzionali ma estremamente affascinanti della città, concludendo il percorso con la Piscina Mirabilis all’interno del Parco Archeologico Dei Campi Flegrei.
Partiamo!
- Ciao Gaetano, grazie per questa intervista. Vuoi presentare te e la cooperativa de La Paranza ai nostri lettori?
Ciao, io sono Gaetano Balestra e faccio parte della Fondazione Comunità San Gennaro. All’interno della Fondazione vi è Cooperazione San Gennaro associazione che presiede e raggruppa tutte le associazioni del Rione Sanità. La Paranza pure fa parte della Cooperazione e dal 2008 gestisce le Catacombe di Napoli, ossia le Catacombe di San Gennaro e quelle di San Gaudioso. La Paranza è nata da un gruppo di ragazzi del Rione intorno a un bene poco curato e abbandonato che con tutta la rete territoriale e le numerose attività di formazione e comunicazione è passata da 3-4000 a 160’000 visitatori all’anno (record del 2019). Le Catacombe di Napoli hanno due particolarità oltre ad essere ben tenute sono locate in un territorio da molti è stato ed è ancora visto come un territorio difficile e degradato, ma che sta invece vivendo un suo rinascimento.
- Ho visto che su TripAdvisor le Catacombe di San Gennaro sono al 3 posto tra le attività consigliate a Napoli e le Catacombe di San Gaudioso al 19, a metà per intenderci tra due simboli di Napoli come Piazza del Plebiscito (17) e il Maschio Angioino (21). Vi aspettavate tanto successo dai visitatori quando avete iniziato? Quali sono i vostri punti di forza?
A leggere il successo (ad esempio su piattaforme come TripAdvisor) del numero dei visitatori delle Catacombe, ma anche delle attività che vengono proposte come il Miglio Sacro, le persone restano ancora sorprese. Noi ci abbiamo sempre creduto, da quando tutto questo è nato abbiamo sempre puntato in alto sapendo di avere un forte tessuto comunitario intorno e tanti tesori sotto i nostri piedi. Questo si è visto nell’immediato con il successo del pubblico. La nostra arma segreta? Essere parte del territorio: molti di noi sono nati e cresciuti qui, in un quartiere che prima li vedeva solo scappare per formarsi altrove. Adesso invece questi ragazzi stanno costruendo il loro futuro qui, utilizzando le risorse già presenti nel Rione. Questo è uno dei nostri successi maggiori: trattenere i ragazzi. Chi è cresciuto qui viene non necessariamente da storie personali difficili, ma quantomeno da un territorio difficile e sa di che cosa parliamo. Non a caso la stragrande maggioranza dei visitatori indica questo nelle recensioni come nostro punto di forza: essi ammirano la passione, l’interesse che noi trasmettiamo con le parole, i gesti, gli sguardi pieni d’amore verso la bellezza che mostriamo loro nelle Catacombe di Napoli, lungo il Miglio Sacro. In genere, i visitatori ammirano la bellezza di un luogo, di un’opera d’arte: qui viene ammirato innanzitutto come noi della Paranza percepiamo questa bellezza.
- Una cosa che ricordo io di quando ho visitato le Catacombe, è stata la loro interconnessione con il territorio, non solo per la posizione. Sembra, infatti, che tutto il quartiere abbia partecipato a rimettere in piedi il sito…
L’interconnessione con il territorio è una dei grandi strumenti di successo di questo progetto. Noi non siamo un sito storico culturale, artistico e storico come gli altri che produce beni, beni, serivzi ma che è scollegato dal territorio in cui è situato. Per noi è molto più importante quello che c’è fuori dalle nostre porte. Per questo motivo una delle prime cose fatte è stata di aprire letteralmente la porta inferiore delle Catacombe di Napoli per far sì che i visitatori ne uscissero per attraversare, e quindi visitare, il Rione. Ciò ha generato un indotto che è collegato non solo alle Catacombe di Napoli ma anche ai tanti servizi e attività di quartiere per che ne sono derivati. Anche gli abitanti di altri quartieri hanno iniziato a riconsiderare, anche di sera, un quartiere di Napoli altrimenti poco frequentato. Tutto ciò era inimmaginabile per i più quando abbiamo cominciato e, invece, ha fatto sì che cinque anni fa nascesse Fondazione Comunità S. Gennaro che è una sorta di contenitore positivo in cui tutte le attività del quartiere sono interconnesse per dialogare e progettare insieme, creando beneficio non solo per chi vi è dentro ma anche per chi da visitatore entra in contatto con il progetto.
- Ecco, il territorio di cui parliamo è il Rione Sanità. Allora usciamo dalle Catacombe e, parafrasando una tua rubrica su Instagram (“A spasso con @gaebal“), ci porti a spasso per il quartiere?
Il rione Sanità è una costante meraviglia, un quartiere vivo in continua evoluzione. Ha una dimensione ancora legata alla paralisi delle tradizioni che ha ricoperto queste vie nei secoli. Oggi chi passeggia per i vicoli ne percepisce la vita che pullula, ne apprezza i mercatini, i palazzi dapprima abbandonati e ora che sono delle icone come Palazzo Sanfelice e Palazzo dello Spagnuolo, con i turisti che li fotografano così come fotografano i panni stesi, il Vicolo Lammatari, via Santa Maria Antesaecula (che ha dato i natali a Totò), per finire al Cimitero delle Fontanelle che purtroppo è chiuso da 18 mesi e speriamo, anche per il gestore, che possa riaprire più presto. Il quartiere va visitato sicuramente partendo da piazza Cavour da via Vergini e uno dei modi migliori per farlo è il percorso del Miglio Sacroche si fa con Catacombe di Napoli perché è un modo per ammirare le catacombe, le basiliche, ma anche il Figlio velato di Jago, artista straordinario che ha posizionato la sua opera in una delle Cappelle della Basilica di San Severo nella Sanità arricchendo ulteriormente l’esperienza del Miglio Sacro.
- Grazie di questo tour del quartiere! Ma abbiamo ancora tempo di visitare una città grande e bella come Napoli, dove ci porterebbe ora ‘A spasso @gaebal’, uscendo dalla Sanità?
Se dovessi consigliare dei posti insoliti, non convenzionali che magari uno poco immagina legati alla bellezza architettonica, storica, dei musei, dei palazzi, delle strade, della bellezza pullulante di vita di Napoli a me vengono in mente dei luoghi in antitesi e legati alla natura. Luoghi così inaspettati che per molti non-napoletani, ma forse anche per qualche napoletano, sembrano luoghi non–napoletani.
Primo su tutti è il bosco di Capodimone che sì ospita gli omonimi Reggia e Museo ma una passeggiata nel bosco è qualcosa di surreale, una piccola oasi di pace in centro città. Un’altra esperienza straconsigliata è noleggiare una canoa a Posillipo per fare un giro della costa per godere di una pace e di una bellezza da non credere che sia in città. Ma una delle mie esperienze preferite in assoluto è il Parco Archeologico del Pausyllipona cui si accede da Coroglio attraversando un tunnel di 800 m scavato in epoca romana e che comprende una cittadella di epoca romana affacciata sull’area marina protetta della Gaiola. Questo è davvero un tesoro poco conosciuto anche dagli stessi napoletani e che, invece, vale assolutamente la pena.
- Infine, uscendo anche da Napoli e andando poco più in là…avete da poco preso in gestione anche la Piscina Mirabilis, parte del Parco Archeologico dei Campi Flegrei. Vuoi raccontarci di questo progetto? Io personalmente (sarà che sono di Fuorigrotta e mi sento “flegrea”) credo tanto nella valorizzazione dei Campi Flegrei…
Da meno di un anno la cooperativa la Paranza fa parte di un’associazione temporanea insieme ad altre realtà del Parco che gestiscono ad esempio il Macellum di Pozzuoli o il Parco Cirillo di Bacoli e insieme c’è la gesitone di Piscina Mirabilis. Si tratta di un sito unico, la più grande cisterna al mondo di epoca romana e che architettonicamente, con le sue svettanti navate, sembra un’enorme cattedrale gotica posizionata sotto i nostri piedi. La Piscina è un grande tesoro che, come tutti i Campi Flegrei, è ancora poco conosciuto e poco sfruttato ma che merita tantissimi visitatori per la sua arte, storia, cultura (e anche per la sua enogastronomia!) e prima ancora una gestione e una valorizzazione adeguata in grado di risaltarne una bellezza e una storia che possono fare invidia al mondo intero. Noi de La Paranza vogliamo far parte di questa valorizzazione, vogliamo contribuire ad esportare altra bellezza, dopo quella del Rione Sanità anche quella dei Campi Flegrei.
Le Catacombe di Napoli sono una realtà partita dalla voglia di fare e di riscatto di alcuni giovani del Rione Sanità e che oggi vanta diversi successi tra cui, aldilà del numero di visitatori o di persone impegnate dal 2006 ad oggi, anche il “Global Remarkable Venue Award” di Tiqets come “Migliore Esperienza al Mondo!”del 2020. La loro storia può essere approfondita attraverso il docu-film “Rione Sanità: la certezza dei sogni” prodotto da Sky Arte , Big Sur e Mad Entertainment.
La nostra visita per i tesori nascosti di Napoli finisce qui. Anche se solo con la mente, speriamo di avervi fatto viaggiare un po’ in un periodo in cui ancora non è semplicissimo farlo, ma anche di avervi ispirato nel cercare tesori nascosti nelle vostre bellissime città!
Articolo pubblicato su Il Quotidiano del Sud – L’Altravoce dei ventenni
In Venti per parlare soprattutto di sostenibilità e di resistenza alla criminalità organizzata. Ha un dottorato in Chimica dopo studi in Ingegneria Chimica e in Scienze Ambientali. È membro de La Dante di Lovanio; lettura e viaggi altre sue passioni.