L’attuale assetto nazionale, dovuto all’emergenza Covid-19, ha prodotto notevoli ripercussioni anche in ambito scolastico. Ciò che dapprima sembrava il sogno di ogni ragazzo/a è diventato con il tempo un’esigenza a cui far fronte nel minor tempo possibile. I nostri ragazzi hanno risposto prontamente e con entusiasmo a ciò che veniva prospettato loro e cioè le fantomatiche video-lezioni in streaming! Dimostrando che sì, sono una generazione pronta a divertirsi, ma anche ad assumersi le proprie responsabilità.
Pierfrancesco Perugini, brillante studente cosentino dell’ultimo anno di Liceo, ci racconta la sua esperienza diretta con questa nuova forma di istruzione, tra entusiasmo e perplessità.
Difatti, chi meglio di un giovane ragazzo può documentare cosa vuol dire avere diciotto anni in questo difficile periodo per la nostra nazione, ed anzi per l’intero globo.
Che classe frequenti? In quale Liceo?
Frequento la classe quinta del Liceo Classico Bernardino Telesio di Cosenza.
Segui video-lezioni tutti i giorni? Per quante ore?
Le video lezioni sono ancora poco frequenti e i professori si stanno adoperando per renderle agibili per tutti, probabilmente inizieremo dalla prossima settimana. Per il momento stiamo usando come metodo di studio registrazioni video e vocali di spiegazioni e una piattaforma online collegata al nostro registro elettronico, che ci permette di scaricare il materiale che i professori ci mandano e ci da la possibilità di inviare i compiti in maniera rapida e veloce. Per quanto riguarda l’orario di lezione, stiamo cercando di rispettare l’orario scolastico, ma mediamente facciamo 2/3 ore al giorno di attività scolastica.
Come ti stai trovando con le video-lezioni?
Personalmente mi sto trovando bene perché, per quello che possono, i professori stanno cercando di essere il più chiari possibile e si stanno adoperando molto per noi. Apprezzo soprattutto il fatto che si stiano addentrando in un mondo che per loro era, giustamente, sconosciuto quindi in fin dei conti questo non può fare altro che bene ad una società come la nostra che va sempre di più verso questo nuovo metodo di didattica.
Con questo nuovo metodo didattico, riesci a concentrarti maggiormente nello studio?
Si, riesco a concentrarmi maggiormente in quanto, attualmente, la responsabilità dello studio è mia al 100%, visto che si potrebbe ovviare al problema dell’interrogazione in tantissimi modi. Difatti, questa esperienza mi ha dato un maggiore senso di responsabilità che prima forse, come tutti i ragazzi di 18 anni, non avevo.
I tuoi compagni di classe e i tuoi amici sono del tuo stesso parere?
Sì, siamo quasi tutti dello stesso parere.
I tuoi professori assegnano i compiti per casa?
Si, assegnano i compiti per casa e noi li inviamo tramite una piattaforma che è collegata al nostro registro elettronico. Come metodo devo dire che è molto comodo, perché vi si può accedere dal telefono o da qualunque apparecchio elettronico connesso ad internet e permette anche di mandare i compiti in formato fotografico oltre che in Word.
Hai qualche suggerimento per questo nuovo metodo di istruzione?
No, non mi vengono in mente ulteriori suggerimenti perché la mia scuola sta cercando di tenersi al passo con i tempi e anche i professori, quindi, per ora devo dire che è impeccabile la situazione. La mia unica paura è per gli esami di stato che dovrei affrontare a giugno. Dico “dovrei” perché ancora non si sa se resteranno invariate le date, vista e considerata la situazione ma ci affidiamo al buon senso di chi è al Governo. Siamo in una situazione di emergenza ed è giusto essere in quarantena, ma ciò che deve essere anche tenuto in considerazione nel mondo dell’istruzione, sono i risultati che in sinergia raggiungono professori e alunni, che non possono essere mantenuti tramite video lezioni. Dunque, a parer mio, non ci sono le condizioni per affrontare al meglio un esame anche perché, per considerare valido un anno scolastico ai fini della valutazione degli studenti, è necessario che questi frequentino almeno 3/4 dell’orario annuale con annesso programma. Ciò, per i motivi sopracitati, non può avvenire. Lo sviluppo tecnologico ci ha dato sicuramente una grossa mano, ma non è in grado di sostituire il rapporto che si crea in classe tra studente e professore.
Raccontaci qualche episodio esilarante accaduto durante queste particolari lezioni.
Purtroppo non ho avuto ancora la possibilità di gustare episodi esilaranti, ma grazie sempre alla tecnologia, su Instagram ne abbiamo visto molti, che in questo periodo buio almeno ci strappano un sorriso. Nonostante le loro gaffe sarebbe doveroso fare un plauso a tutti i professori, che si stanno adoperando per noi studenti.
Ti manca la vita scolastica? I tuoi compagni di classe?
Devo essere sincero, mi manca molto la vita scolastica e ancor di più i miei compagni di classe.
Con i tuoi compagni di classe riuscite a mantenere un rapporto quotidiano, magari attraverso i social?
Sì, con i miei compagni riesco a mantenere un rapporto quotidiano perché tramite i social siamo sempre in contatto e ci aggiorniamo e confrontiamo su tutto.
Non ci resta che augurare a Pierfrancesco un caloroso ad maiora per questo anno scolastico e per il suo futuro!
Già pubblicato su Quotidiano del Sud – L’altravoce dei Ventenni 30/03/2020